«Un incendio non può spezzare il nostro cuore». Si legge così nella pagina Facebook dell’associazione Il sottomarino che, proprio ieri, ha visto la sede danneggiata da un rogo di natura dolosa. Una villa confiscata alla mafia e affidata alla realtà che da anni si occupa di organizzare attività sportive per ragazzi con disabilità intellettivo-relazionale e […]
Palermo, incendio in una villa tolta alla mafia: «Torneremo a fare attività per ragazzi disabili»
«Un incendio non può spezzare il nostro cuore». Si legge così nella pagina Facebook dell’associazione Il sottomarino che, proprio ieri, ha visto la sede danneggiata da un rogo di natura dolosa. Una villa confiscata alla mafia e affidata alla realtà che da anni si occupa di organizzare attività sportive per ragazzi con disabilità intellettivo-relazionale e fisica, in particolare giovani con disturbi dello spettro autistico. A presentare la denuncia è stato il fondatore dell’associazione Giulio Polidoro. Una struttura – dotata anche di piscina al suo interno dove è stata organizzata una scuola di nuoto – che si trova in via Trapani Pescia, nel quartiere Pallavicino di Palermo. Dopo il rogo, sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia, che hanno avviato le prime indagini per ricostruire con esattezza quanto accaduto e arrivare a individuare i responsabili.
«Da anni quella villa è diventata casa, rifugio e speranza per tanti ragazzi. Un incendio doloso – si legge nel contenuto postato sui social de Il sottomarino – ha distrutto spazi in cui si rideva, si cresceva, si imparava a credere in sé stessi. Quel luogo confiscato alla mafia era diventato simbolo di rinascita e legalità. Oggi – continua il post – è una ferita aperta per tutta la nostra comunità». Fiamme che hanno danneggiato la struttura proprio in un momento in cui l’associazione si stava già dedicando alla preparazione per organizzare le attività estive per i ragazzi che, adesso, date le condizioni della villa, sono a rischio. «Non ci arrendiamo, Il sottomarino non affonda neanche controvento – sottolineano dall’associazione – Stiamo già preparando una raccolta fondi per ricostruire ciò che ci è stato tolto. Lo faremo insieme, perché – concludono – la solidarietà è più forte del fuoco, dell’odio e della paura».