L’incendio all’aeroporto di Catania è una fortuna inaspettata, i turisti potranno fare un’esperienza immersiva nella vera Sicilia incrementando il passaparola e facendo, come si dice, da volano al Turismo & Spettacolo & Minchiatone Col Botto. Essi avranno modo di ammirare le fantasiose infrastrutture che uniscono la Sicilia orientale a quella occidentale. Coloro ai quali toccherà essere riprotetti – come dice il mio amico Nico Torrisi, A.D. della Sac, forbitamente e giustamente rimarcando che il viaggiatore, in Sicilia, va protetto – in autobus potranno meravigliarsi delle nostra autostrade che somigliano parecchio all’immaginario delle folkloristiche mulattiere (io proporrei la tratta Catania-Palermo-Trapani a dorso di mulo).
Coloro ai quali invece toccherà la riprotezione (a uso doppio condom) in treno potranno altresì entusiasmarsi alla vista dell’antiquariato paesaggistico come la monorotaia, il vagone coi vetri che si abbassano ma che non si abbassano più sia per ragioni di sicurezza ma anche, grazie alla ponderata assenza di aria condizionata, per fare rivivere (a uso Westworld) al fortunato passeggero l’atmosfera da traversata in territorio coloniale. Sarà un’esplosione di kaftani e cappelli di paglia e ventagli e Birkenstock e i viaggiatori incantati si chiederanno se gli alberghi e i ristoranti vanno pagati con i soldi oppure con le perline colorate e le sveglie che gli indigeni usano indossare al collo. L’afrore intenso si respirerà nell’aere, recando con se ricordi i ricordi letterari cinematografici dell’Agatha Christie in Egitto o del Tè nel deserto (ora lo portano, il tè).
Essi potranno anche esperire l’incertezza sull’orario nel quale presentarsi in aeroporto a Catania laddove essi siano riprotetti in altra aerostazione dell’isola, dando così alla vacanza quel sapore avventuroso alla Indiana Jones e l’orario del destino che aumenterà, e di molto, il flusso turistico archeologico mentre gli ottantenni (Harrison Ford ne ha 81) potranno cimentarsi in balzi sui mezzi di trasporto, arrampicata su altri passeggeri e lotte alla frusta per le bottigliette d’acqua. Potranno ancora ammirare l’eroismo delle nostre hostess e steward di terra in gonna e calze e pantaloni lunghi sotto il caldo di questi giorni, fuori dagli ambienti climatizzati, sotto il sole cocente e si delizieranno in canti tipo «Faccetta siculaaaa / dell’aeroportoooo / aspetta e spera che già l’ora si avvicinaaaa».
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