Incendio di Bellolampo, ci hanno preso in giro: la diossina è ovunque!

di C. Sandro Mauceri

Ricordate l’incendio che ha devastato la discarica di Bellolampo? Per Palermo sono stati giorni di paura. Le fiamme erano iniziate il 29 luglio. Dopo dieci giorni, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, che aveva lavorato insieme alla Protezione Civile e ai dipendenti dell’Amia e all’Azienda di igiene ambientale della Provincia di Palermo, aveva ritenuto doveroso tranquillizzare tutti dicendo che l’incendio era “tecnicamente spento“. Restava solo “da completare il soffocamento con terra della scarpata lato nord della quarta vasca” che sarebbe stato completato “a breve”.

Il 6 agosto il Sindaco, Leoluca Orlando, sottoscritta un’ordinanza a tutela della salute pubblica predisposta con la collaborazione dell’Ordine dei chimici, dopo aver effettuato un sopralluogo per verificare personalmente la situazione, affermava che, in ogni caso, i dati ufficiali sulla quantità di possibili inquinanti sprigionata dall’incendio in discarica sarebbero stati resi pubblici nel giro di “due giorni”. Più realistica la Protezione civile: “Li avremo a metà della prossima settimana”, salvo specificare che “però, per quanto riguarda le diossine, si tratta di analisi complesse che richiedono diversi giorni di esecuzione e, se eseguite su percolato atmosferico, richiedono la filtrazione di elevati volumi di aria, fino a 800 metri cubi”.

Quindi un’ulteriore precisazione: “Attendiamo che sia l’Arpa (Azienda regionale per la protezione ambientale) a fornire dati definitivi, ma crediamo che sia utile ricordare che in tutte le comunicazioni ufficiali ricevute dal Comune, compresa la nota dell’Ufficio dell’Ente attuatore della Regione, è stato evidenziato come non vi siano rischi per la salute umana…”.

Quindi, secondo quanto riferito da Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, i dati sembravano essere nella norma e non costituire rischi per la salute pubblica. Del resto, il nucleo NBCR (Nucleare Biologico, Chimico e Radioattivo) dei Vigili del Fuoco aveva “costantemente monitorato la qualità dell’aria per verificare se dall’incendio si stesse sprigionando diossina, cosa che per fortuna non era avvenuta” .

Già i primi di agosto, invece, l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo (Asp) aveva rilevato nel latte caprino degli allevamenti in zona 13 picogrammi di diossina anziché i 5,5 massimi previsti dalla legge. Inoltre i tecnici dell’Arpa, nel corso di una riunione con i magistrati Ignazio De Francisci e Gery Ferrara, avevano previsto la possibilità di un’alta concentrazione di sostanze cancerogene che si stava spostando sul versante dei paesi di Torretta e Montelepre con rischi che avrebbero potuto richiedere addirittura l’evacuazione dei due centri abitati.

Ora, a distanza di oltre quattro mesi dall’incendio della discarica, sono stati resi noti i risultati ufficiali delle analisi condotte su ben 61 campioni di foraggio, latte bovino e derivati (quasi cinque mesi per analizzare 61 campioni, praticamente un record, vista la gravità e l’urgenza della situazione e addirittura il rischio di potenziale evacuazione dei centri abitati…) dall’Istituto G.Caporale di Teramo e dalla Regione Sicilia.

Le analisi condotte hanno rilevato la presenza di diossina o sostanze simili in un numero molto elevato dei campioni prelevati su un’area che va da Partinico a Monreale, da Carini a Borgetto! Non solo ma, sempre secondo tale studio “le carni dei bovini macellati potranno essere destinate al libero consumo solo dopo alimentazione degli animali per almeno 8 mesi dall’esposizione con foraggi prodotti in aree non contaminate …” (qualcuno saprebbe dire come è possibile “alimentare gli animali ormai macellati”?).

Considerato che esistono 210 categorie di diossine e che queste rimangono inalterate nell’ambiente anche per decenni e dal momento che oltre il 90 per cento della loro assunzione avviene tramite la dieta (in particolare attraverso la parte grassa di alimenti quali carne, uova, latte, pesce ecc.), quali conseguenze avrà sulla nostra salute e soprattutto sulla salute dei nostri figli l’aver continuato a consumare i cibi prodotti nella zona negli ultimi quattro mesi?

La Tcdd (tetraclorodibenzoparadiossina), ad esempio, è sicuramente cancerogena e ha anche effetti dannosi sul sistema ormonale, oltre a produrre alterazioni nel ciclo di riproduzione. Ma ciò che è peggio, gli effetti di tutto ciò si manifesteranno tra molti anni. Quando tutti si saranno ormai dimenticati del fatto che più di una persona aveva detto: “Non vi sono rischi per la salute umana…”.

Intanto il NEC (Nucleo Ecologico dei Carabinieri) ha sequestrato nei giorni scorsi la quinta vasca di Bellolampo per la frana dei rifiuti che si è verificata negli scorsi mesi, e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo indaga

sul “peggioramento delle condizioni” della discarica, segnalato in una relazione dell’Arpa, per capire se ci potrebbero essere altri problemi ambientali dopo lo sversamento di percolato e gli incendi di luglio…

 


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