Dopo il rogo che ha sconvolto Erice torna in primo piano il problema delle attività antincendio. «Lo scirocco non aspetta i tempi dell'Ars», dichiara l'assessore all'Agricoltura Nino Caleca che annuncia di volersi fare promotore di una legge che svincoli la prevenzione dall'approvazione del bilancio
Incendi, Cgil: «Pensarci a gennaio, non a giugno» Prevenzione legata a tempi lunghi della finanziaria
Prima dell’incendio di Erice la Regione Sicilia, tramite l’assessorato all’Agricoltura, aveva dichiarato di essere pronta alla sistemazione del territorio alla stagione antincendi 2015. Era il 2 maggio. Con tre direttive assessoriali inviate al dipartimento dello Sviluppo Rurale, ai commissari dei Consorzi di Bonifica e al commissario dell’ESA, l’assessore all’Agricoltura Nino Caleca chiese di «attivare tutti gli atti di competenza per consentire l’immediato avvio delle attività di prevenzione». Cioè «la ripulitura del sottobosco, la creazione dei viali parafuoco, la messa a punto delle torrette di avvistamento».
Troppo tardi per impedire che le fiamme lambissero la cittadina del Trapanese. Colpa della politica, secondo Nino Calandra, segretario di Cgil-Flai Sicilia che pone l’accento anche sul problema della cattiva gestione del personale della Regione. «I lavoratori dell’azienda forestali sono completamente lasciati andare – spiega -. Il problema è della politica. Approvare la finanziaria ad aprile e subire le lungaggini burocratiche della programmazione e d’utilizzo dei finanziamenti vuol dire avviare la attività a ridosso di giugno, con tutte le difficoltà del caso. Servirebbe una prevenzione costante. Bisognerebbe pensare al da farsi già da gennaio e mettere in sicurezza il patrimonio boschivo almeno entro maggio».
Anche il sindaco di Erice Giacomo Tranchida ha attaccato il governo regionale. «Crocetta non è roba di governare la Sicilia – ha detto – dobbiamo denunciare una gestione del territorio vergognosa. Questa è una catastrofe annunciata. Com’è possibile che a giugno ancora non sia stato fatto il viale antifuoco?». Tranchida ha dichiarato di voler procedere per le via legali nei confronti del Presidente della Regione.
Il lavori di prevenzione disposti dall’ente regionale cominciano ogni anno a ridosso dell’estate. Troppo tardi, anche secondo lo stesso assessore Caleca. «L’ho detto in questi giorni: lo scirocco non aspetta i tempi dell’Assemblea regionale – dichiara Caleca – Non c’è dubbio che i lavori debbano essere fatti in anticipo, ma in Sicilia esiste un meccanismo che vuole il loro avvio solo dopo l’approvazione del bilancio». L’assessore, consapevole dei meccanismi, ha dichiarato di essersi mosso in modo da anticipare i tempi tradizionali. «Come si ricorderà la finanziaria è stata approvata il 30 aprile. Il 4 maggio ho già diramato le direttive ai miei uffici, che hanno avuto autorizzazione a mettersi in moto per lavorare alla programmazione. Paradossalmente siamo in anticipo – evidenzia l’assessore – I lavori partiti in questi giorni lo scorso anno iniziarono a luglio».
Nel caso in cui per l’incendio di Erice si scoprisse la natura dolosa, l’assessorato regionale all’Agricoltura si costituirà parte civile in un eventuale processo. «Siamo pronti a farne richiesta – conferma Caleca – Chiederò anche l’inasprimento delle pene per gli incendi dolosi, in modo che sia possibile confiscare i beni di chi si macchia di questo reato contro il patrimonio». L’assessore ha promesso, infine, un intervento che inverta il trend della burocrazia regionale. «Mi farò promotore di una norma che sleghi le attività di tutela antincendio all’approvazione del bilancio regionale»