In Sicilia un lungo elenco di opere pubbliche incompiute

SI VA DALLA DIGA DI BLUFI, OGGI ABBANDONATA, ALLA STRADA DI BASICO’, DALL’ACQUEDOTTO DI LICODIA EUBEA ALLE AREE ARTIGIANALI ‘FANTASMA’ DI PALERMO

Spesso, quando si parla di opere incompiute, il pensiero va ad opere faraoniche come la TAV in Piemonte o, più al sud, il ponte sullo Stretto di Messina o il completamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Opere di grande importanza e di grande impatto certo, ma che hanno catturato l’attenzione della gente e dei media per decenni distogliendola da innumerevoli altri “casi” forse un po’ più piccoli ma numerosissimi.

L’Italia è piena di opere cominciate e mai completate. Secondo il ministero delle Infrastrutture, sarebbero in totale oltre seicento. E molte di queste si trovano proprio al Sud, a cominciare dalla Sicilia.

Un gran numero di è stato inserito nel “papello” dei progetti incompiuti pubblicato sul sito http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_AssInfrastruttureMobilita/PIR_UfficioSpecialediCoordinamento/PIR_opereincompiute/NUOVO%20ELENCO%20OpereIncompiute_6105131.pdf .

Come i lavori di costruzione di una “strada di interesse turistico” in località Cannarozzo Larderia, del Comune di Basicò, in provincia di Messina. I lavori, costati ai contribuenti oltre 3 milioni di Euro, sono stati completati, ma l’opera non è ancora fruibile. E non si sa perché.

O come i lavori per la realizzazione di case da destinare all’IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) di Palermo – Porta di Castro all’Albergheria. Dai dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture risulta che, fino ad ora, sarebbero stati spesi un miliardo e 251 milioni di euro. Per completare l’opera ci vorrebbe un miliardo e 628 milioni di euro. Ma i lavori sarebbero stati eseguiti per il 19% …

In qualche caso, come nel completamento dei lavori di rifacimento dell’acquedotto del Comune di Licodia Eubea, si tratta di interventi costosi sebbene indispensabili, ma che stranamente risultano fermi: proprio in questo caso sarebbe stato portato a termine meno di un quinto dei lavori.

Stessa performance per la realizzazione di una scuola elementare ad Augusta: il costo complessivo ammonta ad oltre sette milioni di euro dei quali finora sarebbero stati spesi ben 3,3 milioni di euro. Peccato che, in base al report pubblicato dal Ministero lo stato di avanzamento dei lavori sarebbe poco più del 15%…

Ma la cosa più grave è che i “numeri” potrebbero essere, in realtà, molto più grandi: molte opere incompiute e i loro progetti sembrano essere caduti definitivamente nel dimenticatoio.

Come nel caso dei lavori per la realizzazione della diga di Blufi sulle Madonie. Opera faraonica dal costo iniziale di circa cento miliardi di “vecchie” lire (nel 1989): col tempo i costi sono lievitati fino a superare i trecento miliardi di lire e i lavori si sono fermati. Generando un contenzioso tra l’Ente acquedotti siciliani (Eas) e il gruppo Astaldi che chiederebbe un risarcimento di poco meno di 100 milioni di euro per il mancato completamento della diga.

O come nel caso del progetto per la realizzazione delle aree artigiane del Comune di Palermo. Due aree, una a Bonagia l’altra in via Ugo la Malfa, previste addirittura dal PRUSST verso la fine degli anni Novanta del secolo passato. I progetti furono poi inseriti nel PIT, ma ad oggi le due aree praticamente non esistono.

O come il monumento “a Garibaldi e ai Mille” a Marsala, i cui lavori sono cominciati nel 1986 e non sono mai stati terminati. E questo nonostante qualche anno fa (nel 2009) l’allora Sindaco del comune del Trapanese avesse chiesto per completare l’opera la faraonica somma di un milione di euro (il costo originario era già stratosferico: un miliardo e duecento milioni di lire)!

La Sicilia è piena di strade, ponti, ospedali, scuole, acquedotti, campi sportivi (come dimenticare il caso della piscina comunale di Giarre, la cui lunghezza avrebbe dovuto essere di 50 metri e invece fu costruita di 49 metri rendendola così praticamente inutilizzabile per le attività sportive cui era destinata?).

Opere incompiute e spesso abbandonate di cui, a quanto pare, neanche il Ministero delle Infrastrutture ha più notizie. Ma che sono costate centinaia di milioni di euro ai Siciliani. Sono solo loro che hanno pagato e che continuano a pagare, non una ma tre volte: la prima volta quando hanno versato allo Stato e alla Regione i soldi per realizzare questi castelli di sabbia; la seconda volta quando si sono visti accusare di essere una sorta di “spreconi” dei soldi pubblici; la terza volta quando hanno dovuto pagare di nuovo per svolgere quelle attività negli edifici (scuole, palestre, teatri e ospedali) che avrebbero dovuto essere stati realizzati da chi gestiva la cosa comune.

 

 

 

 

 

 

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]