I dipendenti delle ex province regionali in protesta davanti l'assessorato alla Funzione Pubblica di viale Regione Siciliana a Palermo. Mentre ai piani alti del palazzo, è in corso la riunione convocata dal presidente Crocetta con i commissari straordinari delle ex provincie «Finanziaria nazionale mette rischio posti di lavoro e servizi essenziali, Crocetta trovi ora soluzione per il bene della comunità»
In Sicilia 6mila provinciali a rischio Sit-in dei sindacati in viale Regione
Centinaia di uomini e donne, questa mattina hanno partecipato al sit-in di protesta ai piedi dell’assessorato alla Funzione Pubblica a Palermo. La corsia laterale di viale Regione e l’ingresso dello stabile sono stati presidiati dal folto gruppo che, con bandiere megafoni e fischietti, ha manifestato questa mattina.
Lo sciopero nasce dai tagli imposti dalla legge ‘Finanziaria nazionale’. A rischio il cinquanta per cento dei dipendenti delle ex provincie regionali della Sicilia che già oggi hanno affermato di essere «con l’acqua alla gola». Allo stato attuale le preoccupazioni vertono sull’impossibilità di erogare servizi fondamentali per la comunità e che oggi dipendono dalle Province. «I servizi essenziali alla cittadinanza sono al collasso». Racconta a Meridionews, Saverio Cipriano, coordinatore Rsu della Provincia di Palermo». Oggi i dipendenti delle ex Provincie di tutta la Sicilia si indignano davanti all’immobilità della Regione, proprio di fronte alla perdita di scuole, servizi ai disabili, viabilità e manutenzione ordinaria per le strade».
A rischio anche gli stipendi. Più della metà dei dipendenti farà parte del precariato italiano già in esubero. «In tremila rischiano il posto di lavoro – continua il sindacalista – ma siamo una delle poche realtà che non sa nulla. Probabilmente verremo spostati in altri organismi statali o regionali che già sono stracolmi di personale. Ma del resto non abbiamo come fronteggiare alcuna spesa, compresi gli stipendi. A causa dei tagli, la Provincia di Palermo è passata da 250 milioni di euro di bilancio a 48 milioni nel giro di quattro anni. Solo gli stipendi ammontano a 43 milioni di euro».
I lavoratori fanno sapere che nel mese di giugno è previsto l’ennesimo sciopero. «Già da giugno non avremo liquidità, siamo al default». Afferma Enzo Abbinanti, segretario regionale Cgil. «Chiediamo al Governo regionale di portare a compimento quel processo di riforma caduto all’Ars per garantire ai cittadini la continuità dei servizi erogati dagli enti provinciali. Lo continueremo a chiedere anche nei prossimi giorni con una mobilitazione generale».
Intanto questa mattina intorno le 11.30, i nove commissari straordinari delle ex nove Provincie, nelle sale dell’assessorato alla Funzione Pubblica, insieme al governatore Crocetta hanno dato il via alla riunione. «Mentre i nove commissari sono in riunione noi viviamo una tragedia. La legge Delrio non va applicata sic et simpliciter». Spiega Gianfranco Di Maria, segretario regionale Cisl Funzione Pubblica per Agrigento, Caltanissetta ed Enna. «La riduzione del 50% non è riferita alla dotazione organica dei vari enti, già svuotati nel corso degli ultimi venti anni, ma si riferisce alla spesa sostenuta nel 2014. Tale riduzione – continua il sindacalista – pone queste tremila persone nel precariato o nella ricollocazione. Considerato che ci sono già precari in quasi tutti gli altri enti, comuni compresi. Questa possibile dismissione – conclude – è un problema di carattere economico, tremila persone senza lavoro sono una ulteriore barriera per la sopravvivenza del territorio siciliano, già con l’acqua alla gola».