In piazza contro i canili lager

Sovraffollamento, malnutrizione e condizioni igienico sanitarie pessime. Sono queste le caratteristiche dei cosiddetti “canili-lager”, strutture fatiscenti in cui gli animali vengono richiusi senza alcuna assistenza veterinaria o norme che ne garantiscano la sopravvivenza nel rispetto delle condizioni di vita. Questo fine settimana, però, si svolgeranno le Giornate Nazionali LAV (lega antivivisezione) e per tutti sarà possibile firmare una petizione proposta dall’associazione che, grazie alle decine di volontari presenti nelle più importanti piazze d’Italia, ha lo scopo di chiedere alle istituzioni nazionali una legge sul fenomeno del randagismo che fissi regole più severe e precise sulle strutture adibite a canili, la chiusura dei canili-lager e il perseguimento dei responsabili. Gli addetti dell’associazione avranno inoltre il compito di promuovere nuove adozioni e sensibilizzare gli italiani denunciando l’esistenza di tali strutture e del mercato economico che si è creato intorno ad esse. Sarà anche possibile sostenere le diverse campagne LAV contro i maltrattamenti acquistando il tradizionale uovo pasquale che ogni anno è prodotto utilizzando cioccolata e sorpresa provenienti dal mercato equo e solidale.

A Catania i volontari LAV si troveranno in Via Etnea (vicino La Rinascente) i giorni 1, 2, 8 e 9 aprile dalle ore 10 alle ore 19. In ogni caso, per chi fosse impossibilitato a recarsi nelle piazze, l’associazione offrirà ugualmente la possibilità di dare il proprio contributo compilando il form che si trova online su www.nolager.com. Al fine di arginare il fenomeno inoltre, è stato istituito un numero d’emergenza, chiamato SOS CANILI LAGER (848.588.544), per ogni eventuale segnalazione.

Quello dei canili-lager è un problema ormai all’ordine del giorno ma, negli ultimi anni, grazie al lavoro delle associazioni animaliste e all’interesse dei cittadini, è stato possibile denunciare questa realtà. Spesso, infatti, accade che in mancanza di strutture pubbliche adeguate le amministrazioni scelgano di dare in appalto ai privati la gestione dei canili, dando loro contributi economici che possono variare dai 2 ai 7 euro al giorno per ogni singolo cane, innescando così un giro d’affari che si aggira intorno ai 500 milioni di euro. L’interesse economico prende quindi il sopravvento su quello umano provocando, come unico risultato, il decesso di oltre il 60% dei cani che, costretti a vivere in spazi ristretti, sovraffollati, circondati dai propri escrementi ed esposti alle intemperie, trovano presto la morte in queste strutture.

Greta Montesano

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