Dal 7 all'11 ottobre la città "tutta porto" accoglierà l'evento internazionale. Cinque giorni di festa con oltre 80 eventi tra incontri, spettacoli, concerti e rassegne cinematografiche. Il direttore artistico Camarrone: «Palermo ha nel suo dna la convivenza tra culture e oggi grazie alle migrazioni torna ad essere quel luogo straordinario che fu fino al 1492, prima delle cacciate»
In città il Festival delle letterature migranti Autori, critici e testimoni raccontano le migrazioni
Palermo ha una vocazione storica alla multiculturalità: è stato naturale pensare di fare il primo Festival delle Letterature Migranti proprio nel capoluogo siciliano. Così dal 7 all’11 ottobre la città “tutta porto” accoglierà l’evento internazionale con autori e narratori italiani e stranieri che racconteranno il grande fenomeno delle migrazioni dei popoli, dei linguaggi e la complessità delle sue conseguenze. Cinque giorni di festa con oltre 80 eventi tra incontri, spettacoli, concerti e rassegne cinematografiche. Il direttore artistico della kermesse, organizzata e fortemente voluta dalla Fondazione Ignazio Buttitta, l’Università degli studi di Palermo, il Museo internazionale delle marionette “A. Pasqualino”, il Comune e la Consulta delle Culture, l’Ersu, la Regione siciliana e la Fondazione Federico II, è il giornalista Davide Camarrone.
Il Festival si incardina perfettamente dentro la filosofia dell’amministrazione comunale che ha da sempre promosso il diritto alla mobilità come imprescindibile e inalienabile per ogni essere umano e che propone l’abolizione del permesso di soggiorno con una Carta che ormai è conosciuta in tutto il mondo come la Carta di Palermo. «Sempre più spesso la migrazione negli ultimi anni è stata mostrata e agitata per evocare paure, conflitti, tensioni. Per nascondere la crisi, quella vera, dei sistemi democratici e dei valori – dice il sindaco Leoluca Orlando -. Ma l’esperienza millenaria e quella quotidiana di Palermo ci dicono che migrazione è ricchezza, contaminazione positiva, apertura mentale, umanità, calore, solidarietà. Ci dicono soprattutto che la migrazione è cultura, perché la cultura è per sua natura la capacità di unire i popoli, farne fondere e contaminare i valori e le esperienze. E a Palermo, grazie al lavoro svolto negli ultimi anni, la migrazione-cultura è diventata agire quotidiano ed agire politico – continua -. Il quotidiano della Consulta delle culture che dà voce, rappresentanza e spazio di espressione a tutti i “cittadini di Palermo”, nati fuori Palermo».
Dodici i luoghi coinvolti che si trovano tutti nel cuore della città, lungo il Cassaro e il centro storico, luoghi che raccontano epoche differenti insieme a nuovi luoghi d’intercultura. Dal Museo internazionale delle marionette Antonio Pasquino, all’Archivio storico comunale, da Palazzo Branciforte a Moltivolti (coworking e ristorante dove all’interno lavorano ogni giorno fianco a fianco più di sette culture diverse come Marocco, Senegal, Zambia, Afganistan, Bangladesh, Francia e Italia) ma anche il Teatro Massimo e il Biondo.
Luoghi che ospitano due programmi paralleli: con “Le parole“, la città apre ai dialoghi tra autori, docenti, critici e testimoni, coinvolgendo il pubblico in una rassegna che conduce dal realismo magico di Meir Shalev, tra i maggiori esponenti della letteratura israeliana contemporanea, al dibattito sulle nuove forme di narrazione giornalistica usate per raccontare guerre e migrazioni. Con gli appuntamenti di “Suoni e immagini“, si propone un ricco calendario di eventi tra concerti e rassegne audiovisuali. E ancora, agli incontri con ospiti d’eccezione, come Mohammed Moulessehoul, conosciuto con lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra, si affiancano spettacoli teatrali presso la Fondazione Teatro Massimo, Teatro Biondo e altri centri culturali della città.
La Sicilia è la Regione che accoglie più migranti seguita a ruota dalla Lombardia: sono più di dodicimila stando ai dati del ministero dell’Interno. Oggi e domani una delegazione di parlamentari tedeschi della Die Linke è a Palermo e in giro per la Sicilia per apprendere buone prassi e acquisire il modello d’accoglienza e di integrazione dell’isola. «Un Festival generalista e contemporaneo che dice del grande cambiamento che stiamo vivendo – spiega Camarrone -. Palermo ha nel suo dna la convivenza tra culture e oggi grazie alle migrazioni torna ad essere quel luogo straordinario che fu fino al 1492, prima delle cacciate. La letteratura, la circolazione delle idee, il confronto tra culture, sono la soluzione dinanzi alla smemoratezza e alle reazioni violente al cambiamento».
Il programma completo del Festival è consultabile sul sito www. festivaletteraturemigranti.it