I magistrati del distretto di Catania si sono riuniti per manifestare il dissenso alla riforma della giustizia incontrando i rappresentanti delle Istituzioni, della cultura e della società civile. LOn. Finocchiaro: Di questo ordinamento giudiziario non cè che prendere
In che stato è la Giustizia?
Con lo slogan La giustizia in questo Stato, in che stato è la Giustizia si è aperta stamane lassemblea convocata dalla sezione catanese dellANM (Associazione Nazionale Magistrati), ospitata dalla facoltà di Lettere nellaula A2 dellex monastero dei Benedettini. La stessa sede dove, a pochi metri di distanza, nellAula Magna, si è svolta in contemporanea linaugurazione dellanno giudiziario alla quale la magistratura associata non ha partecipato per manifestare il totale dissenso verso la riforma dellordinamento giudiziario.
Proprio questo il tema ribadito durante lassemblea presieduta da Francesco DAlessandro, presidente dellANM, che apre lincontro finalizzato, dice lo stesso DAlessandro, alla riflessione comune per trovare delle linee di soluzione ad un sistema giustizia che deve rispondere alle domande dei cittadini.
Questa riforma è inutile, in parte anche incostituzionale e non ci potrà essere giustizia con dei magistrati meno liberi e indipendenti prosegue DAlessandro che elenca tutti gli ambiti nei quali le riforme, varate dallattuale Governo, compromettono la struttura istituzionale, come le risorse umane, gli interventi organizzativi, ledilizia giudiziaria e lattività legislativa.
In questi cinque anni interviene lOn. Finocchiaro dei DS – la magistratura italiana e le opposizioni hanno molto sofferto questa situazione. Mai come in questi anni cè stata la necessità di presentare testi alternativi, come su questo mostro di ordinamento giudiziario che non era emendabile perchè corrispondeva ad unaltra idea di costituzione. Era la logica che era unaltra e inconciliabile. Secondo la capogruppo DS in commissione Giustizia alla Camera, lapprovazione di una serie di norme, che servivano a casi particolari, è uno dei più miserabili modi in cui si declina quel principio secondo cui non è affatto vero che tutti siano sottoposti allo stesso modo alla legge. A questo si è accompagnata la logica del tanto peggio tanto meglio come strumento per interrompere il rapporto fiduciario tra cittadino e giustizia, secondo un modello teocratico: uno solo al comando nelle istituzioni, nella politica e via dicendo.
Investire in strutture e risorse personali e adeguare il sistema della magistratura alle esigenze di modernizzazione del paese secondo lo spirito dettato dalla Costituzione è quindi la prospettiva enunciata dalla Finocchiaro. Se cambiasse la maggioranza di questo paese si potrebbe tornare a lavorare nellinteresse del diritto dei cittadini alla giustizia perché conclude – di questo ordinamento giudiziario non cè che prendere. Dello stesso avviso Enzo Bianco che parla di distruzione del sistema per spirito di vendetta, tendente ad impedire di operare nel settore e Giovanni Burtone, secondo cui con queste riforme, fatte per scelte perverse, viene deviato il corso della Costituzione.
Lassemblea, durante la quale sono state fatte delle letture sul tema della giustizia (o ingiustizia) di Mariella Lo Giudice con le musiche di Antonio Catalfamo, ha visto anche la partecipazione del rettore Latteri, che ha colto loccasione per sottolineare la collaborazione tra istituzioni per trovare una soluzione e ha esposto il disastro in cui versa il paese in tema di scuola e Università, dei professori Lupo e Meli e del nostro direttore Enrico Escher, che esprime la diffusa sensazione di un passo indietro della qualità sociale. Mai prosegue Escher si era vista una offensiva diretta al cuore stesso del sistema giudiziario non per migliorarlo, ma con lobiettivo dichiarato di mettere la museruola ai giudici, sottoponendoli al diretto controllo di una certa classe politica. E ricollegandosi forse a quello che precedentemente il presidente dellANM aveva riconosciuto come il grosso problema di questo paese, cioè quello che non si legge abbastanza e ci si affida spesso al sentito dire, Escher conclude sottolineando limportanza dellinformazione e del delicato ruolo di chi la esercita che ha la responsabilità del raccontare per capire e far capire, affinché i silenzi non diventino omissioni. Un impegno dichiara Escher che necessita di rigore ed etica.
– Lanno giudiziario si apre tra orizzonti scuri e speranze accese
di Mavie Fesco