Arriveranno in serata al porto di Catania i 27 superstiti salvati dal naufragio che sabato sera ha provocato la morte di 950 persone. Un uomo di 33 anni originario del Bangladesh si trova ricoverato già da ieri pomeriggio al Cannizzaro, dopo essere stato trasportato in elicottero. Secondo Carlotta Sami, referente dell’Unhcr, «i sopravvissuti del naufragio in Libia dovrebbero stare tutti bene. Nessuno è in pericolo». I superstiti, tutti uomini e in apparenti buone condizioni fisiche, si trovano a bordo della nave Gregoretti. «Ci hanno raccontato che a bordo del barcone c’erano tra 700 e 900 persone, la maggior parte stipati nella stiva dove sono rimasti intrappolati dopo il capovolgimento del barcone», ha riferito il comandante della Gregoretti, Gianluigi Bove. Intanto sono ancora in corso a Malta le operazioni di sbarco dei 24 cadaveri recuperati in mare. Sui corpi verrà effettuata l’autopsia e i risultati verranno inviati assieme al materiale raccolto alla procura di Catania, che ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di naufragio e omicidio colposo plurimo.
«Siamo molto preoccupati – ha confessato Sami – Ci sono qualche centinaio di migliaia di persone, e il dato è ottimistico, che sarebbero pronte a partire sulle spiagge del Nord Africa». Alcuni di loro «cercheranno di arrivare in Europa ed è meglio quindi mettere in piedi subito una strategia per affrontare tutto questo». Quanto accaduto in questi giorni dimostra «un salto di crudeltà da parte delle organizzazioni criminali. Hanno fatto un salto terribile – ha aggiunto – adesso nel più breve tempo possibile devono mettere in mare il maggior numero di migranti, la loro tecnica è raccogliere e gettare in mare le persone per poi cominciare daccapo. A loro non interessa se arriveranno vivi o morti».
I 27 uomini in viaggio verso Catania provengono in gran parte da Eritrea, Somalia e Sudan, ma anche dal Bangladesh. Il naufragio sarebbe avvenuto subito dopo l’arrivo di un mercantile portoghese, il King Jacob, intervenuto dopo l’sos ricevuto dalla Guardia costiera italiana. «La nostra nave – ha spiegato Bove – è arrivata nella zona del disastro intorno alle 2 di notte. Del barcone non c’era più alcuna traccia, tranne alcuni detriti e chiazze di nafta. Siamo riusciti a recuperare due naufraghi, mentre altri 26 erano già a bordo della nave portoghese». Il 33enne che si trova già a Catania «ha riferito di avere un trauma toraco-addominale e ieri è stato sottoposto a tutti gli accertamenti diagnostici – fanno sapere dall’ospedale Cannizzaro – È ricoverato in via precauzionale nel reparto di malattie infettive ma non presenta alcun tipo di patologia infettiva. Era molto provato e la notte scorsa ha riposato bene. Le sue condizioni di salute sono buone».
«L’emergenza non è di oggi, anche se il dramma di ieri è la novità», ha detto il sindaco di Catania, Enzo Bianco. Anche la città etnea ha aderito alla proposta di indire il lutto cittadino. «La nostra sensazione – ha aggiunto – di essere lasciati soli. È totalmente assente l’Unione europea. L’Agenzia delle Frontiere sta a Varsavia e si occupa di farci avere le statistiche di quante persone sono arrivate nel continente europeo. Noi non abbiamo bisogno di statistiche ma di chi ci aiuti in modo serio». «Qui in Sicilia c’e’ un popolo afflitto per il dolore di questi fatti. Queste cose ci sconvolgono, ci addolorano, ma ci indignano anche», ha detto il governatore della Regione siciliana, Rosario Crocetta. «Dobbiamo finirla con le lacrime di coccodrillo dei commissari europei che vengono in ogni ecatombe a piangere. Mentre abbiamo bisogno di misure certe ed efficaci – ha attaccato Crocetta – che possono servire a risolvere il problema senza dimenticare aiuti ai Comuni, soprattutto quelli piccoli che si trovano a dovere gestire il problema dei minori non accompagnati e non possono pagare loro i costi previsti dal ministero. Questo è un problema nazionale ed europeo che non può gravare sui patti di stabilità e sulle spese dei Comuni». Non è ancora noto dove verranno trasferiti i 27 migranti in arrivo. «Nella provincia di Catania sono ospitati il maggior numero di migranti in Italia: oltre cinquemila persone», ha detto il prefetto Maria Guia Federico.
Intanto dalle 11 è iniziato al porto di Catania un presidio promosso diverse realtà etnee come la Rete antirazzista, Arci, Catania bene comune, Unione degli studenti. «Siamo stanchi di vedere che ogni tragedia in mare di migranti si trasformi in evento sporadico, al quale rispondere con interventi emergenziali, con le lacrime agli occhi», ha detto Matteo Iannitti. «La responsabilità di quello che accade oltre che dei trafficanti di esseri umani è delle istituzioni italiane ed europee». E ha concluso: «Siamo stanchi delle lacrime di coccodrillo del premier, del governatore della Sicilia e del sindaco di Catania. Lo ribadiamo: mai più stragi».
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