Impresa di turismo sociale per 25 giovani migranti e non Bassirou: «Palermo è la mia città, la sento come casa mia»

«Palermo è la mia città, la sento come casa mia». Non ha dubbi Bassirou, 19 anni, originario del Mali, arrivato qui tre anni fa a bordo di un barcone dalla Libia e che oggi, grazie alla protezione umanitaria, studia comunicazione e marketing. Appassionato di video, il suo sogno è di trovare lavoro nel campo della comunicazione visiva. Come lui c’è Precious, giovane nigeriana di 18 anni, richiedente asilo, che frequenta l’indirizzo turismo alla scuola superiore e punta sull’accoglienza turistica. E ancora Riccardo, 32 anni, che invece è già un cuoco, ma ha compreso che il suo desiderio è lavorare con i ragazzi migranti ed essere un punto di riferimento per l’apprendimento dei segreti della cucina. Sono loro alcuni dei protagonisti del progetto Voci del Verbo Viaggiare – Accoglienza mediterranea, che punta a offrire a giovani uomini e donne, migranti e non, un’opportunità unica di formazione ed esperienza professionale per dare vita a un’impresa sociale, competente in gestione di alloggi per turisti, tour esperienziali, catering per eventi, cene narrative in una foresteria delle culture, progettazione e gestione di un museo diffuso della città accogliente.

Cibo, viaggi e narrazione rappresentano il filo conduttore di questo percorso che punta all’autoimprenditorialità. Supportato dal bando Iniziativa Immigrazione della Fondazione CON IL SUD, a testimonianza dell’impegno della Fondazione per l’infrastrutturazione sociale del Sud Italia, il progetto accompagnerà la nascita di una start-up sociale che diventerà un simbolo di integrazione ed economia etica grazie alla collaborazione di forze di alto profilo nel campo dell’inclusione e dell’innovazione: Centro Astalli Palermo capofila, in partnership con Consorzio Arca, ItaStra Scuola di Lingua Italiana per Stranieri dell’Università di Palermo, Cledu, Comune di Palermo, Istituto di studi superiori Ferrara, Mare Memoria Viva, Next, Pluralia, Wonderful Italy. Può contare su 300mila euro erogati da Fondazione CON IL SUD e 80mila di cofinanziamento dei partner e si concluderà nel 2020.

«Con l’ultima Iniziativa Immigrazione la Fondazione Con il Sud è tornata sul tema del contrasto allo sfruttamento lavorativo e al fenomeno della tratta degli immigrati – sottolinea il direttore di Fondazione Con il Sud, Marco Imperiale durante la presentazione a Palazzo delle Aquile – Ne sono nati dieci progetti e altrettanti modi di interpretare l’inclusione lavorativa degli immigrati presenti nelle regioni del Sud. Voci del verbo viaggiare lo fa a partire dalle parole, plurali, perché solo ascoltando le voci di ciascuno si potrà costruire una nuova narrazione. Il tema, di particolare interesse e attualità, impone infatti un approccio che non soltanto individui gli strumenti adeguati, ma anche e soprattutto le parole giuste».

La prima fase di formazione in tema di management imprenditoriale, condotto dal Consorzio Arca, partirà entro fine febbraio: parteciperanno 50 giovani, scelti attraverso un lungo percorso di colloqui e incontri. Ma solo 25 di essi avranno la possibilità di accedere alla fase delle borse-lavoro semestrali, che partiranno ad aprile, e al laboratorio di narrazione e comunicazione, a cura di ItaStra. Le esperienze lavorative, retribuite con 400 euro al mese, saranno svolte nella start-up dei servizi turistici e di ospitalità Wonderful Italy, negli infopoint turistici del Comune, nel community hub Cre.zi. Plus e in imprese che operano nei settori turistico-alberghiero, del catering sociale e nella ristorazione.

«È un progetto importante in questo momento storico di cambiamento culturale e politico in cui l’intera Europa si interroga su immigrazione e integrazione – aggiunge Cristina Alga, project manager – e vuole dimostrare che attraverso percorsi di inclusione lavorativa e culturale i giovani che arrivano in Italia da altri paesi, oggi come ieri, sono una risorsa per rivitalizzare l’economia e creare posti di lavoro e reti solidali che mettono al centro i diritti e le persone, senza discriminazioni. Un progetto così non poteva che nascere a Palermo, laboratorio di sperimentazione di pratiche di accoglienza». 

Per il sindaco Leoluca Orlando, infine, è «la trasposizione in forma di progetto del motto “io sono persona, noi siamo comunità”. Perché è un progetto che coinvolge tante persone, tanti singoli giovani migranti e non, tutti parte della nostra comunità. E nel coinvolgerli fa crescere la rete comunitaria della città, unisce importanti soggetti pubblici e privati, dal Comune all’Università alle tante imprese che ospiteranno i ragazzi. Qualcuno ritiene di essere un individuo e continua l’egoismo del gruppo e dell’appartenenza. Noi siamo convinti, invece, che siamo persone, comunità e vogliamo sostituire alla paura la pietas, l’attenzione dell’altro» conclude.

Antonio Mercurio

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