Il centrocampista rosanero, uno dei migliori in campo sabato pomeriggio, con la prova fornita allo stadio Partenio-Lombardi ha risposto implicitamente ai suoi detrattori e ha dimostrato di essere un giocatore all'altezza del Palermo. Le idee sono chiare: «Il mio primo obiettivo è la promozione in serie A»
Il vero Jajalo è quello visto ad Avellino «Non penso alle critiche, io vado avanti»
L’ottima prova fornita ad Avellino, impreziosita dall’assist a Nestorovski in occasione del momentaneo 3-0, ha il sapore della rivincita personale per Mato Jajalo. C’era e c’è un solo modo per rispondere alle critiche dei detrattori (sui social, in particolare, tanti tifosi più di una volta lo hanno invitato ad andare via) e provare a cancellare un alone di negatività presente ormai da diverso tempo: fare parlare il campo, dimostrare con i fatti di essere un giocatore all’altezza del Palermo e di meritare la fiducia dell’allenatore. E il numero 8 rosanero ha fatto proprio questo. La prestazione offerta sabato pomeriggio allo stadio Partenio Lombardi, sulla scia di quella fornita a Cremona nella precedente trasferta, ha detto chiaramente di che pasta è fatto il nazionale bosniaco. Un giocatore che, pur non essendo un top player e non avendo una tecnica sopraffina, ha le spalle larghe e i requisiti giusti per recitare un ruolo importante nel cast diretto da Tedino.
«Le opinioni della gente sui social non mi preoccupano – ha sottolineato il centrocampista classe 1988 durante la conferenza odierna al Tenente Onorato – ognuno è libero di dire ciò che vuole, anche cose non giuste. Io non mi faccio condizionare e dormo tranquillo». La scomoda etichetta di ‘raccomandato di Zamparini’ affibbiata da una grossa fetta della tifoseria non turba la sua serenità: «Vado avanti per la mia strada ed è quello che ha fatto anche la squadra ad Avellino. Dovevamo dare un segnale dopo la sconfitta con il Cittadella, abbiamo fatto il nostro lavoro e messo alle spalle il precedente ko. Che, appunto, fa parte del passato. Gli elogi di Tedino e Zamparini? Fanno piacere i complimenti del mister e del presidente (patron in realtà, ndr), ci sta di giocare a volte bene e a volte meno bene. Ad Avellino abbiamo fatto ciò che dovevamo e vinto la partita meritatamente».
Il successo sul campo degli irpini è stato molto importante, per il gruppo, soprattutto in termini di autostima e consapevolezza dei propri mezzi: «Lavoriamo con Tedino da cinque mesi e stiamo lavorando bene. È un tecnico che mi sta dando tanta fiducia e che aiuta tutti i giocatori. La serie B quest’anno è difficile – ha aggiunto – vogliamo dimostrare che con un po’ di fortuna in più saremmo potuti restare in serie A e credo che abbiamo imboccato la strada giusta. La gente mi critica perché si aspetta da me la qualità che dovrebbe avere un regista? Io cerco sempre di dare il cento per cento e di fare ciò che mi chiede il mister. Ad Avellino ho giocato davanti alla difesa ma mi sono proposto anche in avanti. Il mio ruolo e la mia collocazione dipendono dalla partita e dall’avversario. Al di là di tutto, la concorrenza fa sempre bene in una squadra e non avrei alcun problema se la società decidesse a gennaio di prendere un altro centrocampista. Il campionato è lungo, non si può mai sapere…Sabato, in ogni caso, tutta la squadra è scesa in campo con la consapevolezza di dovere fare qualcosa in più dopo il passo falso con il Cittadella. Ci siamo riusciti e dobbiamo continuare così».
Concentrato solo sulle vicende che riguardano il campo («Siamo tranquilli e abbiamo fiducia nella società. Nello spogliatoio non abbiamo parlato delle questioni giudiziarie che riguardano il club»), Jajalo si proietta mentalmente verso la gara contro il Venezia in programma sabato al Barbera: «Ritroveremo sulla nostra strada Andelkovic, un giocatore esperto così come sono esperti tanti altri elementi di un Venezia che può competere per la promozione in serie A. È una partita importante». Da affrontare con la giusta mentalità: «Abbiamo disputato buone partite anche in casa, non solo in trasferta. Non dobbiamo farci prendere dal nervosismo se non riusciamo a segnare nella fase iniziale. Le gare durano novanta minuti e noi, con la testa, dobbiamo restare in partita fino alla fine». Lo stadio semivuoto è stato, finora, uno dei temi ricorrenti delle partite casalinghe dei rosa: «Ma il pubblico è sempre un fattore positivo. Si gioca a calcio proprio per la gente». Pillola di saggezza di uno dei giocatori più ‘longevi’ di questo Palermo: «Ho un altro anno di contratto ma non penso al futuro. Il mio primo obiettivo è quello di salire in A». Traguardo alla portata di una squadra che ha le carte in regola per lasciare il segno in questa stagione: «Complimenti ai ragazzi polacchi per la velocità con cui si sono inseriti. Trajkovski non incide? Ribadisco che potenzialmente è il nostro giocatore più forte. Anche lui, ma questa non vuole essere una critica, può dare di più».