Il trionfo di Orlando umilia il Pd. E vola l’Idv

I palermitani hanno detto no alla coalizione che ha retto la passata amministrazione e no a chi sostiene il governo Lombardo. Queste due premesse spiegano bene l’exploit di Leoluca Orlando e del suo partito, che se i dati ufficiali confermeranno il risultato, ha del tutto sbaragliato gli avversari, quasi umiliandoli, tanto è ampia la forbice che li divide. Ha superato il 45% contro un modesto forse 20% di chi lo segue, al secondo posto. Ovvero il candidato del Pd , Fabrizio Ferrandelli che lo sfiderà al ballottaggio. Praticamente schiacciati dalla forza dell’ex sindaco della Primavera di Palermo, che senza se e senza ma, in questa campagna elettorale, si è mostrato strenuo combattente del governo regionale, degli inciuci su cui si regge, della passata amministrazione e della legalità (vedi caso primarie).

Un risultato che è stato una botta da orbi per l’ala filo-governativa del Pd, che fa capo al duo Cracolici-Lombardo, che ha sostenuto Fabrizio Ferrandelli. Tanto che ora, per attutirla, se ne inventano di tutti i colori. Comincia la guerra del ballottaggio e si affronta facendo finta di non capire che Orlando ha intercettato un consenso trasversale in città e in diversi strati della società, proprio per la chiarezza della sua posizione politica di opposizione. Senza considerare che tutto si può dire dei palermitani, ma non che siano stupidi. Sanno riconoscere il pupo e i pupari. Hanno saputo riconoscere chi c’era dietro le facce giovani, che evidentemente non hanno ispirato nessuna fiducia, perché usate come maschere dai soliti marpioni, di destra e di sinistra.
Il grande successo di Orlando ha premiato il suo partito. Secondo le proiezioi dell’Istituto Piepoli sulle liste a Palermo, l’Italia dei valori diventa primo partito di Palermo con l’11,8 per cento. Ottimo il risultato anche per l’altra lista che sostiene Orlando, quella di comunisti e verdi, che secondo la proiezione sarebbe al 6,3 per cento.
Tonfo del Pdl, che secondo la proiezione, si fermerebbe all’8,5 per cento. Quanto alle altre liste che sostenevano Massimo Costa, l’Udc che supererebbe appena lo sbarramento con il 5,8 e Grande Sud di Miccichè al 6,4. La Lista Costa in forse, ferma al 4,4. Tra le liste che sostenevano Alesandro Aricò passerebbero lo sbarramento solo Fli (5,6) e Mpa (5,8).

Tonfo del Pd, che secondo Piepoli si fermerebbe all’8,7. Sotto lo sbarramento anche la lista Ora Palermo-Lista Ferrandelli (4,5), Palermo per Ferrandelli con Vendola (3,2) e Vizzini Riformisti (2,4).

Tonfo con l’1,6 la lista Palermo Avvenire degli assessori regionali, Massimo Russo e Gaetano Armao, 2,3 per l’Mps, mentre l’Api si attesta al 2,8 e la lista Chiamalacittà all’1,4.
Non raggiungerebbero lo sbarramento i grillini la cui lista è accreditata del 4,4 per cento. Sotto lo sbarramento secondo la proiezione anche Cantiere Popolare Pid (4,4), mentre ce la farebbe la lista Amo Palermo di Marianna Caronia (5,5).

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I palermitani hanno detto no alla coalizione che ha retto la passata amministrazione e no a chi sostiene il governo lombardo. Queste due premesse spiegano bene l'exploit di leoluca orlando e del suo partito, che se i dati ufficiali confermeranno il risultato, ha del tutto sbaragliato gli avversari, quasi umiliandoli, tanto è ampia la forbice che li divide. Ha superato il 45% contro un modesto forse 20% di chi lo segue, al secondo posto. Ovvero il candidato del pd , fabrizio ferrandelli che lo sfiderà al ballottaggio. Praticamente schiacciati dalla forza dell'ex sindaco della primavera di palermo, che senza se e senza ma, in questa campagna elettorale, si è mostrato strenuo combattente del governo regionale, degli inciuci su cui si regge, della passata amministrazione e della legalità (vedi caso primarie).

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