Il teatro Stabile apre le danze…Tra Po Co

Come ogni anno, il Teatro per eccellenza di Catania, lo Stabile – più di nome che di fatto, dati i recenti risvolti nella sua direzione – riapre i battenti. Dopo le alterne vicende dello scorso anno, le rapide successioni di direttori artistici di durata più o meno breve, a prendere le redini delle sorti del teatro è Giuseppe Dipasquale. E lo fa nell’anno più significativo per lacompagnia, ovvero il cinquantenario.

In occasione di questa festa, che diventa anche un anello di congiunzione molto significativo tra passato e futuro, il neo direttore si presenta fiducioso e carico di parole di buon augurio. Il nuovo motto è “un teatro della gioia” che “punti al cuore, non alla mente, che metta in campo proposte profonde, riconoscibili, identificabili, che dicano che il mondo è il grande teatro che viene rappresentato davanti ai nostri occhi”.

Il cartellone presentato è suddiviso nei filoni Tradizione e identità, Del comico o del popolare, Echi del Novecento, riassumibili nell’acronimo Tra(dizione) Po(polare) Co(temporanea).E non va trascurata l’assoluta novità Te.St. –altro teatro, in sinergia con le altre realtà territoriali che agiscono all’insegna della sperimentazione. In collaborazione con Centro Zo e Scenario pubblico, a partire da Novembre verranno presentate “Come spiegare la storia del comunismo ai malati di mente” di Matri Visniec, “Il festino” di Emma Dante, “A. Semu tutti devoti tutti” prodotto dalla Compagnia Zappalà Danza, “Terra Matta” per la regia di Vincenzo Pirrotta, “RE: Frankestein” di Luk van Meerbeke ed infine “Sicilian Tragedi” di Ottavio Cappellani.

Ogni genere sarà inscenato in una location ben precisa. La tradizione, rievocata attraverso le opere “Un bellissimo novembre” di Mario Missiroli, la commedia musicale “Pipino il breve” di Tony Cucchiara, “Il birraio di Preston” di Camilleri per la regia dello stesso Dipasquale, “Faust” di Goethe, “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo, “La famiglia dell’antiquario” di Goldoni e l’antologia tratta dai lavori del Bardo “We like Shakespeare” per la regia di Pietro Carriglio sarà ospitata dal Teatro Verga, sito in via Fava. Mentre le due opere eco della categoria identità, ovvero “Macbeth” ripreso dal padre della drammaturgia inglese ed “Edipo” di Sofocle riceveranno una collocazione più suggestiva: nel Teatro Vincenzo Bellini il primo e presso l’anfiteatro greco-romano il secondo.

A partire da gennaio un piccolo spazio sarà riservato anche all’ambito della tradizione comica con sede al teatro Angelo Musco in via Umberto, con la messinscena de “I civitoti in pretura” di Nino Martoglio, “’U sapiti com’è” per la regia di Giovanni Anfuso e la versione di Turi Ferro de “L’eredità dello zio canonico”.

Il Novecento ci riserva invece piacevoli sorprese, come “Peccato sia una sgualdrina” di John Ford, “Romolo il grande” di Friedrich Dürrenmatt, “La caccia” di Luigi Lo Cascio, “Copenaghen” di Michael Frayn e pezzi firmati da nomi intramontabili, come “La rigenerazione” di Italo Svevo, “Porcile” di Pier Paolo Pasolini, “La strada” di Federico Fellini.

Due sono le tipologie di abbonamento previste. C’è la possibilità di abbonarsi a 12 spettacoli fissi più uno a scelta libera (tra “La rigenerazione”, “Romolo il Grande” e “La caccia”) inclusi in due diversi pacchetti che si differenziano per la prevalenza di un filone piuttosto che un altro (nello specifico, il pacchetto A è più legato alla tradizione e al Novecento, mentre il pacchetto B si rivolge più al settore comico popolare). Oppure si può scegliere un abbonamento a 8 spettacoli a prenotazione libera fra tutti quelli proposti dal cartellone. I costi variano in base al turno prescelto (prime, lions, aziendali, infrasettimanale, ect…) da un minimo di 120 euro (pacchetto di 8 spettacoli) fino ad un massimo di 215 (turno prime). Per i giovani al di sotto dei 25 anni (nati nel 1983) il prezzo è invece di 65 Euro; all’ingresso potrebbe essere richiesto un documento d’identità.

Inaugurerà la stagione domenica 26 lo spettacolo pomeridiano “La bella e la Bestia” di Francesco Randazzo, fiaba liberamente ispirata al racconto settecentesco di Gabrielle-Suzanne de Villenueve. Dopo questa ouverture “pubblica”, la recita verrà proiettata ogni pomeriggio dal 27 ottobre al 22 novembre per le scuole della prima fascia dell’obbligo, per un totale di 22000 studenti.

Benedetta Motta

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