Il sub-affitto non pagato dalla Regione a Sicilia e-Servizi M5s: «Armao faccia chiarezza, debiti per quattro milioni»

Anni di affitti non pagati, a spese di Sicilia e-Servizi, la partecipata che ha in mano l’infrastruttura informatica finita al centro delle cronache per la gestione da commissario liquidatore da parte di Antonio Ingroia, su cui pende una condanna a quattro anni per peculato. La storia vedrebbe protagonisti almeno gli ultimi tre governi regionali ed è venuta fuori pochi minuti fa all’Ars, nel corso di un intervento del deputato regionale del Movimento 5 stelle Nuccio Di Paola

Il parlamentare regionale si è rivolto a Gaetano Armao, nel giorno in cui il vicepresidente e assessore al Bilancio si è presentato a sala d’Ercole per riferire sulla situazione finanziaria della Regione. La questione delle locazioni trova spazio anche nella relazione di dodici pagine presentata da Armao, a fine settembre, sul rendiconto generale del 2018 e i risultati ottenuti dalla Regione. Un documento in cui sin dal titolo – «ulteriori aggravi di una difficile eredità» – si fa riferimento ai lasciti economici dei predecessori di Musumeci. «Nei venti mesi del governo il debito complessivo si é ridotto di più del 10 per cento e a regime il costo delle locazioni scende di 1,6 milioni di euro», si legge nella relazione.

Tuttavia, a mettere in discussione la validità dell’operazione trasparenza, è il Movimento 5 stelle. Al centro dell’attenzione c’è un immobile situato a Palermo, al civico 20 di via Ammiraglio Paolo Thaon De Revel. Qui da anni hanno sede diversi uffici pubblici. Distribuiti su quattro piani, di cui uno seminterrato, a trovare spazio è anche l’Autorità regionale per l’innovazione tecnologica, che fa capo proprio all’assessorato regionale all’Economia guidato da Armao, ma anche Sicilia e-Servizi. Ed è sempre nei locali in zona Fiera che sono custoditi i server della Regione, tornati nell’Isola a fine 2015 dalla Valle d’Aosta al culmine dello scontro tra la partecipata e l’ex socio privato Engineering

Stando alle parole di Di Paola, la Regione, a partire dal 2008, ha occupato tre quarti dell’immobile sulla base di un accordo di sub-affitto, secondo cui la partecipata avrebbe fatto fronte ai costi di locazione – complessivamente superiori a 400mila euro annuali, a cui vanno aggiunti importanti costi energetici derivanti dall’attività dei server – mentre la Regione si impegnava a corrispondere successivamente la propria parte. Tutto sarebbe filato liscio fino al 2011: da quell’anno, infatti, nelle casse di Sicilia e-Servizi, poi divenuta Sicilia Digitale, è venuto meno l’importo equivalente all’affitto di un piano. La situazione sarebbe peggiorata nel 2015. Da allora, secondo il deputato cinquestelle, la Regione avrebbe smesso di trasferire fondi a Sicilia e-Servizi per lo stabile di via Ammiraglio Thaon De Revel. 

Di tutto ciò non ci sarebbe traccia nella ricognizione disposta da Armao. «Secondo le prime stime ci aggiriamo già sui quattro milioni di euro, di cui prima o poi qualcuno dovrà rendere conto, a meno di non voler far ricadere questo debito sui futuri amministratori. Replicando di fatto il sistema che questo governo ha tanto criticato», è l’attacco di Di Paola, che ha annunciato di avere depositato di un’interrogazione parlamentare. 

Intanto l’esistenza del sub-affitto non pagato è confermato a MeridioNews da Ingroia. «Sono a conoscenza di questi crediti e so che è stato fatto presente alla Regione, anche se non ricordo se ciò sia accaduto nel periodo in cui ero commissario». Solleciti a cui, a detta dell’ex magistrato, non sarebbero seguite azioni concrete da parte dell’amministrazione regionale.


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