Nell'immaginario dei giovani del capoluogo dell'isola e del circondario sembra assente un corretto rapporto con il lavoro. Nei loro sogni non ci sono artigianato, industria e agricoltura. Sono, questi, gli effetti perversi del clientelismo e della spesa pubblica facile
Il sondaggio di ‘Addiopizzo’ sulla Palermo del futuro: tanta cultura, ma scarso rapporto con l’economia vera
NELL’IMMAGINARIO DEI GIOVANI DEL CAPOLUOGO DELL’ISOLA E DEL CIRCONDARIO SEMBRA ASSENTE UN CORRETTO RAPPORTO CON IL LAVORO. NEI LORO SOGNI NON CI SONO ARTIGIANATO, INDUSTRIA E AGRICOLTURA. SONO, QUESTI, GLI EFFETTI PERVERSI DEL CLIENTELISMO E DELLA SPESA PUBBLICA FACILE
La benemerita associazione ‘Addiopizzo’, che tanti successi antimafia ha conseguito a Palermo, in particolare tra i commercianti e, per i suoi risvolti culturali, su tutta la città, ha promosso un sondaggio, via web, con lo scopo di selezionare luoghi e tipologie giudicati prioritari per la qualificazione e la crescita economica e civile del capoluogo dell’Isola.
Il sondaggio ha un’intestazione affascinante e seduttiva: Immagina Palermo e si articola su due aree di interesse: una dedicata all’indicazione dei luoghi da recuperare alla grande fruibilità urbana e l’altra alle tipologie d’intervento da valorizzare.
E’ doveroso precisare che il sondaggio non ha carattere scientifico, perché non è stato elaborato sulla scorta di un campione selezionato per rappresentatività, ma è una consultazione aperta a tutti. In particolare, essendo stato aperto a tutti ed effettuato attraverso via telematica, è stato largamente seguito con interesse dai giovani. Tuttavia, è comunque un indicatore interessante dal punto di vista partecipativo.
I risultati, sotto il profilo della partecipazione, sono stati lusinghieri, visto che oltre il 70 per cento dei partecipanti – oltre 2000 cittadini, di cui il 13 per cento della provincia – ha lasciato la sua e-mail ed ha chiesto di essere costantemente informato sull’evoluzione della campagna di promozione urbana. L’altro elemento del successo è la partecipazione massiccia (63%) dei giovani di età compresa tra i 20 e i 40 anni che hanno mostrato interesse alle sorti future della loro città.
Inoltre, sul futuro di Palermo si è pronunciata largamente la popolazione dell’entroterra provinciale a testimonianza che l’idea del territorio metropolitano di Palermo è una realtà. Insomma, gli abitanti del territorio circostante il centro urbano di Palermo ‘sentono’ come propria la città, più di quanto la sentano le sue classi dirigenti, le quali pensano piuttosto alle dimensioni territoriali entro le quali esercitare il proprio potere.
Sul terreno delle opzioni strategiche i risultati del sondaggio lasciano piuttosto a desiderare. I palermitani e gli abitanti di una possibile area metropolitana pensano molto al tempo libero, un po’ meno alle possibilità di lavoro. Ma questo giudizio lo riprenderemo alla fine della rassegna delle indicazioni che da esso sono venute.
Segnalazione dei luoghi – Tra le aree territoriali della città che hanno riscosso il consenso più significativo c’è il Centro storico, con il 40 per cento delle segnalazioni; di questo, i luoghi che, in particolare, sono stati segnalati sono Ballarò, la Magione e la Vucciria. Questo significa che l’abbandono della Vucciria, da parte delle Amministrazioni comunali, viene censurato dalla popolazione.
Il 25 per cento ha preferito le aree verdi e cioè la Favorita, il Parco Libero Grassi, il fiume Oreto e l’area prospiciente il mare di Acqua dei Corsari. Il 14 per cento ha optato per la Fiera del Mediterraneo. Forse – per lo spazio della Fiera – si deve essere trattato dei tanti giovani che hanno occupato questo luogo per dare vita a laboratori teatrali: giovani che sono stati cacciati dalla miopia culturale dell’attuale Amministrazione comunale.
Con riferimento alle tipologie d’intervento, le segnalazioni hanno visto prevalere con il 36 per cento il lavoro, attraverso percorsi turistici, laboratori artigianali, incubatori d’impresa. Il 30 per cento ha preferito gli interventi nella cultura e nell’integrazione sociale, attraverso eventi, cinema, musica, danza ed attività di educazione ed inclusione sociale. La certificazione che Palermo è una città con grandi potenzialità culturali.
Il recupero della Vucciria ha riscosso il maggiore consenso e in quel luogo si concentra l’interesse prioritario dei giovani. Ciò in ragione della vivacità notturna che ne ha caratterizzato la vivibilità nei periodi più recenti. Per questa zona viene richiesto un impegno particolare all’Amministrazione comunale.
I dati emersi dalla consultazione promossa da ‘Addiopizzo’ offrono una panoramica dalla quale, a parte l’amore per la cultura, non traspare grande interesse per lo sviluppo economico ed occupazionale, con riferimento, soprattutto, al manifatturiero.
Con molta probabilità, l’assistenzialismo e il clientelismo hanno allontanato dai giovani di Palermo e provincia l’idea di un corretto rapporto con il mondo del lavoro. Che è il frutto di un equilibrio tra agricoltura, industria manifatturiera, nuove tecnologie e attività culturali.
Insomma: della Palermo produttiva degli inizi del secolo scorso, dai mobili alla produzione di scarpe e, in generale, all’artigianato di qualità non c’è più nemmeno il ricordo. Sembra che le nuove giovani generazioni non conoscano il passato della propria città. Buio totale.
Si invocano più spazi per il tempo libero e per la cultura, ma non finalizzati alla crescita sociale, economica e civile della Città, ma per lo svago. Certo, la cultura è importante e, dalle nostre parti – in assenza di economia – diventa Stato sociale. Ma non si può vivere senza economia. E’ impensabile una città senza artigiani, senza industria manifatturiera, senza un progetto di recupero dell’agricoltura periurbana.
Ripetiamo: decenni di clientelismo e di spesa pubblica improduttiva – si pensi all’enorme numero di precari presenti a Palermo – sembra abbiano fatto scomparire, dall’immaginario delle giovani generazioni, un corretto rapporto con il lavoro. Solo per fare un esempio: si richiedono più spazi per il cinema, non inteso come produzione cinematografica, che già sarebbe una indicazione di sviluppo, ma più cinema per il consumo, mentre quelli esistenti chiudono e sono pochissimo frequentati. Cioè, se dovessimo assumere i risultati di questo ‘sondaggio’ come modello di crescita di Palermo, staremmo freschi per un bel po’.
Forse gli amici della Cna e della Confartigianato, invece di limitarsi a sollecitare l’Amministrazione comunale a ‘bastonare’ gli abusivi, dovrebbero anche investire un po’ nella cultura del lavoro. Mentre il futuro vice Sindaco della città, Emilio Arcuri, dovrebbe provare a rivitalizzare il Centro storico della città – con particolare riferikento alla Vucciria.