Ad accogliere il vertice del governo nazionale il sindaco etneo e la nuova prefetta. Per i giornalisti sistemazione in una saletta con videoconferenza. Il primo cittadino annuncia l'intitolazione di una strada a Carlo Azeglio Ciampi e cita i problemi della zona industriale. «Rivendicazioni condivise», replica il premier
Presidente Consiglio Gentiloni in visita a Catania «Bianco, vecchio amico, ha fatto tanto per città»
La prima visita in una città del sud Italia con gli onori di casa che vengono fatti dal sindaco di Catania Enzo Bianco. Inizia a palazzo degli Elefanti il pomeriggio ai piedi dell’Etna del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ad accoglierlo nel cortile, oltre al primo cittadino e alla nuova prefetta Silvana Riccio, anche un dipendente in livrea che si è occupato di suonare la campana di benvenuto. Nella sala Bellini presenti i sindaci della Città metropolitana insieme a diversi volti della politica regionale e nazionale. Dalla deputata Valeria Sudano fino al sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione. Tra i presenti anche il parlamentare del Partito democratico Giuseppe Berretta e la dem Anna Finocchiaro. Nominata proprio da Gentiloni ministra per i Rapporti con il parlamento. Ai giornalisti non è stata concessa nessuna possibilità di fare domande. I cronisti assistono alla sfilata d’ingresso da dentro un’area recintata con alcune transenne. Ai piani superiori invece è concesso di seguire gli interventi in una stanza accanto a quella in cui si trovano le autorità, attraverso la diretta trasmessa in streaming sulla piattaforma web della presidenza del Consiglio dei ministri.
Gentiloni è l’ultimo a prendere la parola. Prima di lui tocca al sindaco che si occupa anche di introdurre alcuni interventi come quello di Valentina Borzì, ex lavoratrice del call center Qè di Paternò. «Le chiediamo di lasciare un segno tangibile della sua presenza a Catania», chiede la lavoratrice al premier dopo avergli consegnato una lettera. Subito dopo tocca proprio al presidente del Consiglio, che inizia il suo intervento rimarcando l’antico rapporto di amicizia che lo lega al sindaco Bianco. Dal libro dei ricordi viene rispolverato pure un vecchio aneddoto, legato a una gita sulla neve dell’Etna fatta insieme. «In questo momento abbiamo bisogno di ricordarci di quanto l’Italia sia un Paese ricco di opportunità e potenzialità. Quindi dobbiamo volergli bene almeno quanto Enzo ha fatto per Catania negli ultimi 25 anni». Segno, per Gentiloni, della «dedizione alla città» dimostrata da Bianco.
L’intervento del premier prosegue con un focus sul Mezzogiorno. «Se diamo risposte alle difficoltà del sud facciamo forse la cosa più importante per la crescita del nostro Paese». L’obiettivo è quello di «portare al centro dell’agenda le potenzialità di questo pezzo dell’Italia e non i rischi e i problemi». Bianco poco prima aveva parlato proprio della Città metropolitana di Catania, istituzione che lo vede al vertice, citando problemi, infrastrutture da completare e risorse. «Condivido la rivendicazione del dinamismo di questa area – prosegue il presidente del Consiglio -. Questo vale qui come nel resto d’Italia che ha dovuto attraversare una profonda crisi nel dopoguerra. Di cui ci dimentichiamo facilmente quando facciamo dei confronti con gli altri Stati europei».
«Il messaggio che colgo dall’incontro di oggi è quello di prendersi cura delle difficoltà sociali – conclude Gentiloni -. Le dinamiche positive di crescita producono effetti di cui chi governa deve farsi carico. Credo infine che tutti noi dobbiamo prendere sul serio il cenno che il sindaco ha fatto sul tema della responsabilità a tutti i livelli, sapendo che amministrare molto spesso è un onere e persino un rischio». Finale con al centro il Patto per Catania e la visita del 13 marzo per verificare lo stato d’avanzamento alla presenza del ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti.