Sia in città che nelle frazioni il primo cittadino Santo Caruso prevede un restyling delle strutture. Presentato un progetto «a impatto zero». Pensiamo a una comunità compatibile con l'incremento demografico degli ultimi anni», afferma a MeridioNews
Il piano di Aci Sant’Antonio per dei nuovi edifici scolastici Idea di una struttura con tetto-giardino e panelli fotovoltaici
Investire sulla scuola con la costruzione di edifici all’insegna della sostenibilità e dell’efficientamento energetico, evitando di consumare ulteriore suolo per nuove costruzioni. Sono queste alcune delle linee verso cui guarda la nuova edilizia, andando di pari passo con le esigenze dei territori. E sono sempre questi – almeno a giudicare dai documenti su cui sono illustrati i nuovi progetti – gli obiettivi che sembra essersi prefissato il Comune di Aci Sant’Antonio guidato dal sindaco Santo Caruso. Giunto alla fase inoltrata della sua seconda sindacatura consecutiva, nelle intenzioni del primo cittadino c’è la volontà di dotare la località dell’Acese di nuove scuole attraverso i fondi provenienti dalla comunità europea. Costruendone di nuove sì, ma passando dall’abbattimento di quelle già esistenti. «I dati ci dicono che il nostro territorio negli ultimi anni ha avuto un importante incremento demografico, soprattutto per quanto riguarda le frazioni – spiega a MeridioNews – Per questo abbiamo deciso di partecipare a un bando per poter accedere ai fondi del Pnrr e provare a farci finanziare un progetto per una scuola con nuove tecnologie e a impatto zero». L’idea è stata pensata proprio per la scuola elementare di via Mario Rapisardi, nella frazione di Lavinaio.
L’edificio, confinante con piazza Lavinaio e che fa parte dell’istituto comprensivo De Gasperi, è stato costruito negli anni 60′ per contenere poco più di 100 alunni. Trascorsi i suoi 50 anni, adesso c’è la necessità di rimodernare la scuola, che ha dovuto fare i conti con le conseguenze del terremoto di Santo Stefano del 2018. Il sisma ha causato danni evidenti a ridosso dell’ingresso dell’edificio e nella copertura, con spostamenti di tegole. E sebbene la scuola oggi sia frequentata, una risistemazione dell’attuale edificio dal punto di vista sismico avrebbe comportato un nuovo progetto con interventi invasivi, con un importante impegno economico, rischiando di pregiudicare l’andamento delle lezioni. «Risulta più efficace ed efficiente – si legge nella relazione tecnica – un intervento di demolizione e ricostruzione dell’attuale struttura». «Il bando per cui abbiamo stilato il progetto di fattibilità è dedicato proprio a questo tipo di situazioni, con demolizione e ricostruzione delle strutture. Contiamo di poter avere il finanziamento e concludere l’opera entro il 2026», osserva il sindaco.
Il costo di tutto il progetto è di 2 milioni e 610mila euro e, sia nella fase di demolizione che in quella di ricostruzione, mira alla sostenibilità. La nuova scuola elementare che dovrebbe nascere dovrà ospitare sei classi per un massimo di 150 alunni, sempre su due piani. Tra gli obiettivi legati alla demolizione c’è quello ridurre al minimo il periodo del cantiere, che dovrà, dove possibile, puntare al «riutilizzo del materiale demolito in esubero». Se sarà accolto, il progetto del nuovo edificio vede la sua maggiore novità nella terrazza con un ampio tetto-giardino. Una copertura verde e naturale che – come riportato nei documenti – «evita il surriscaldamento» e sarà un luogo ricreativo e dedicato all’apprendimento e alla cura degli orti con un approccio all’architettura botanica». Ma alle finalità ecologiche il «tetto verde» sposa quelle strutturali. Secondo il progetto, infatti, il tetto verde servirà a «impermeabilizzare la copertura». Le classi saranno migliorate nell’acustica con dei vetri camera e attraverso il fono isolamento. Previsto anche un «ampio affaccio vetrato per sfruttare il sole passivo in inverno e illuminare correttamente nei mesi estivi». La copertura prevede anche un impianto fotovoltaico da 15 Kw. Nel frattempo il Comune dovrà stilare un progetto per individuare un plesso temporaneo dove ospitare gli studenti.
Secondo il piano per cui è stato nominato anche un gruppo di lavoro nei primi giorni di questo mese, la nuova scuola elementare di Lavinaio dovrà realizzata con «materiali naturali e bio-compatibili, per esempio isolanti con fibre minerali o naturali», dovrà essere dotata di marciapiedi accessibili e un’area sportiva. Al momento è tutto nel libro dei sogni dell’amministrazione. Ma per quelli che restano ancora dei desideri della giunta Caruso, restando sul fronte edifici scolastici, ci sono già dei progetti finanziati. «Sempre su Lavinaio abbiamo ricevuto un progetto di 2 milioni di euro per realizzare un polo scolastico», afferma il primo cittadino. Gli interventi sulle strutture scolastiche non riguardano soltanto le frazioni. C’è infatti il progetto Smart City delle Aci, che vede Ad Aci Sant’Antonio insieme ad Acireale, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Valverde – beneficiare dei fondi per la Programmazione della qualità dell’abitare. All’interno di questa iniziativa, oltre a una pista ciclabile che collega la città ad Aci Bonaccorsi, è prevista la demolizione e la ricostruzione dell’edificio è previsto anche per il plesso Circonvallazione. Quest’ultima struttura nel 2017 è stata al centro dell’attenzione dopo essere stata chiusa alla luce di esami svolti con l’anno scolastico in corso. I tecnici rilevarono pilastri poco solidi e cemento depotenziato, scatenando le polemiche di parte degli insegnanti e dei genitori. Dopo di allora la scuola Circonvallazione non fu più riaperta. Adesso si attende che tutti questi interventi possano diventare realtà.