Il trequartista rosanero delle stagioni 2002-2005 presenta la prossima sfida dei siciliani ricordando la rete dell'Olimpico e ripercorrendo la sua esperienza nell'Isola. Poi una riflessione sull'avvicendamento in panchina. «Iachini avrebbe meritato un trattamento diverso»
Il Palermo dell’ex numero 10 Lamberto Zauli «Che emozione quel gol contro la Lazio»
«Quello contro la Lazio è sicuramente uno dei gol che i tifosi ricordano più volentieri. È stata sicuramente una bella rete, ma soprattutto è coinciso con un grande successo all’Olimpico contro i biancocelesti. Fu una bella partita per tutti i palermitani e per il sottoscritto, perché comunque realizzare un gol del genere fu una grande esperienza. A Palermo mi legano tanti ricordi, questo è uno dei più belli». Lamberto Zauli non ha dubbi, quello contro i biancocelesti è stato un gesto tecnico fenomenale, che consentì al Palermo di portare tre punti pesantissimi a casa. Era la stagione 2004/05, i rosa, neopromossi in A, andarono a vincere all’Olimpico 3-1 con doppietta di Toni e gol del trequartista, ribaltando il momentaneo vantaggio dei capitolini firmato da Bazzani.
Quella di Guidolin era una squadra tosta, capace di imporre il proprio gioco in ogni stadio d’Italia e contro qualunque avversario. «Eravamo una neopromossa – continua Zauli -, ma affrontammo la serie A sin da subito con una squadra molto competitiva. Riuscimmo anche ad arrivare in Europa League e intorno a noi c’era un entusiasmo che faccio fatica a raccontare: lo stadio era sempre pieno e noi sentivamo l’affetto della gente tutti i giorni. Ho avuto la fortuna di vivere emozioni stupende. Di quel Palermo lì ho ancora tanti amici, sento spesso Barone, Grosso, Corini, Toni e Alessandro Lucarelli. In quegli anni ho creato molte amicizie e questo mi fa molto piacere».
Oggi, invece, il Palermo è un’altra cosa, gli obiettivi sono diversi e il mantenimento della categoria è il traguardo più importante che si possa ottenere. «Il Palermo deve ottenere una salvezza tranquilla come successo l’anno scorso. Non penso che questo Palermo possa ambire a qualcosa di diverso, anche perché il campionato di serie A ha diverse squadre organizzate meglio rispetto agli anni scorsi. I rosa devono assolutamente puntare a salvarsi il prima possibile».
I rosa tra l’altro sono reduci dall’avvicendamento in panchina. Via Iachini, ecco Ballardini, dopo che il rapporto tra il presidente Zamparini e il tecnico di Ascoli Piceno si era incrinato negli ultimi mesi. «A prescindere da Ballardini – prosegue l’ex numero 10 rosanero -, a me è dispiaciuto molto. Iachini è un mio amico, è stato un mio compagno di squadra (al Ravenna, ndr) e ho sempre fatto il tifo per lui. Penso che meritasse un trattamento diverso, perché in questi due anni ha raggiunto qualcosa di straordinario come la promozione e una salvezza ottenuta con largo anticipo. Quest’anno ha avuto qualche difficoltà, ma il Palermo è ancora ampiamente in zona salvezza. Mi spiace molto, ma d’altronde conosciamo Zamparini e sappiamo anche in passato quanti cambi ha fatto. Questo non va assolutamente a togliere nulla all’ottimo lavoro che ha fatto Iachini in questi anni».
Oggi ad attendere la squadra rosanero è il difficile impegno in casa della Lazio. L’auspicio di Zauli è uno solo: «Da ex palermitano mi auguro che possa finire con una vittoria dei siciliani, magari come quel 3-1 di qualche anno fa. Sarebbe un risultato che darebbe sicuramente morale a tutto l’ambiente». Oggi, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, l’ex Palermo, Vicenza e Bologna è alla guida tecnica del Santarcangelo, in Lega Pro, e nel 2012 ha anche acquisito a Coverciano il patentino da allenatore. «Ho cominciato a giocare a calcio molto giovane sperando di arrivare più in alto possibile, adesso ho intrapreso la carriera di allenatore e anche qui vorrei arrivare molto in alto. Questo è un mestiere che faccio con grande passione e mi auguro di migliorare sempre di più». E chissà che in futuro Zamparini non decida di chiamare proprio Zauli sulla panchina rosanero: «Se mi piacerebbe allenare il Palermo? Lì tornerei volentieri anche come turista -conclude l’ex trequartista -, figuriamoci come allenatore».