Gli attivisti siciliani che si battono contro l'impianto militare statunitense hanno sperato che le indiscrezioni di alcuni organi di stampa fossero vere. E cioè che il presidente Obama avrebbe chiesto e ottenuto dal collega nordafricano l'installazione delle parabole in una cittadina tunisina. Oggi è arrivata la smentita
Il Muos di Niscemi trasferito in Tunisia? La presidenza della Repubblica smentisce
Per qualche giorno il movimento No Muos ha sperato che l’indiscrezione che rimbalzava su alcuni organi di stampa tunisini fosse vera. E cioè che il governo di Tunisi avrebbe accettato la proposta degli Stati Uniti di trasferire le parabole del Muos da Niscemi a una piccola cittadina della Tunisia, Haouaria. Ma oggi è arrivata la smentita ufficiale da parte della presidenza della Repubblica: «Il principio della Tunisia dopo l’indipendenza è quello di rifiutare l’installazione di basi straniere sul nostro territorio».
Poche parole che mettono un punto fermo sulla vicenda. Iniziata lo scorso 21 maggio, quando il capo dello Stato tunisino Caid Essebsi è stato in visita a Washington. Al centro dell’incontro con il presidente Barack Obama la questione della sicurezza e della lotta al terrorismo nel Paese nordafricano, l’unico, dopo la stagione delle primavere arabe, ad aver avviato un vero percorso di democrazia. Già il 12 luglio alcuni siti avevano lanciato la notizia di un accordo sul trasferimento dell’impianto di telecomunicazioni militari dalla Sicilia alla Tunisia. Condendola di dettagli rilevanti: la cittadina prescelta, Haouaria, si trova sulla stessa latitudine di Niscemi. Si aggiungeva che Mohsen Marzouk, consulente politico del presidente Essebsi, avrebbe presentato alle autorità statunitensi persino un dossier con l’approvazione degli enti regionali e della popolazione.
Oggi è il più autorevole quotidiano Al Arab, giornale panarabo pubblicato a Londra e distribuito in diversi Paesi, a pubblicare la notizia della possibile apertura di una base militare statunitense in Tunisia. Articolo che ha spinto la massima carica politica del Paese a intervenire con un formale comunicato di smentita. «Dopo l’articolo pubblicato il giorno martedì 21 luglio 2015 dalla rivista Al Arab – si legge nella nota – sul fatto che le autorità tunisine avrebbero dato la loro approvazione per l’installazione di una base militare degli Stati Uniti nel Haouaria, la presidenza della repubblica ha voluto precisare che il principio della Tunisia dopo l’indipendenza è quello di rifiutare l’installazione di una tale base». «La questione – ha sottolineato il portavoce della presidenza della Repubblica Moez Sinaoui – non è stata nemmeno discussa durante l’ultima visita di Beji Caid Essebsi negli Stati Uniti».
Gli attivisti No Muos, che avevano timidamente esultato per le prime indiscrezioni, hanno trasformato l’iniziale gioia in ammirazione verso la scelta della presidenza della Repubblica tunisina. «Hanno risposto: non sono ammesse basi straniere. Notate differenze con l’Italia?».