Il Tribunale del Riesame di Catania dà ragione all'Avvocatura dello Stato che rappresenta il dicastero retto dalla ministra Pinotti. Secondo i giudici le autorizzazioni erano legittime. Pronta la reazione dei comitati che si battono contro le parabole: «Deve essere un caso, non c'è dubbio», affermano legando la notizia alla guerra in Libia
Il Muos di Niscemi è stato dissequestrato Attivisti: «Ieri l’ok ai droni, che tempismo»
Il Muos non è più sotto sequestro. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame di Catania che ha accolto la tesi del ministero della Difesa, rappresentato dall’avvocatura dello Stato.
I giudici hanno ritenuto di «non potere prescindere dalla valutazioni» del Consiglio di giustizia amministrativa e sottolineano che «non ci sono vizi negli atti amministrativi» e di questo «i giudici penali non possono non tenere conto». Lo scorso 6 maggio il Cga ribaltò la sentenza del Tar che dichiarava abusivi i lavori di costruzione delle parabole. Eppure, poco dopo, a inizio giugno, il Tribunale di Caltagirone aveva respinto la richiesta di dissequestro avanzata dal ministero sostenendo che «pur interessando i provvedimenti amministrativi (e in particolare le autorizzazioni paesaggistiche), le sentenze del Cga non sono idonee a determinare l’automatica insussistenza del carattere abusivo delle opere».
Tesi evidentemente non condivisa dal tribunale del Riesame di Catania, chiamato in causa ancora dall’Avvocatura dello Stato. I giudici del Riesame la scorsa udienza aveva no acquisito integralmente la verificazione sull’impianto voluta dal Cga per accertare eventuali danni alla salute delle persone. Ma alla base della loro decisioni di togliere i sigilli ci sarebbe soprattutto l’analisi dell’iter che ha portato alle autorizzazioni. Secondo i giudici erano legittime e il Muos non è più abusivo. Di conseguenza hanno disposto «la revoca del decreto di sequestro emesso il 31 marzo del 2015 dal Gip di Caltagirone e la restituzione del Muos al ministero della Difesa». Il Muos era sotto sequestro dal 1 aprile del 2015, su disposizione del Gip di Caltagirone che aveva accolto la richiesta della locale Procura della Repubblica.
Non si fa attendere il commento del coordinamento dei comitati No Muos che affidano alla propria pagina Facebook la propria analisi. «Deve essere un caso, non c’è dubbio. Ieri autorizzavano i droni americani a partire da Sigonella per bombardare la Libia. Oggi dissequestrano il Muos, grazie al ricorso del ministero della difesa italiano. Che tempismo!».