«The ground station in Niscemi is operational». Poche parole da parte di Christian Becker, responsabile del Comando e Controllo delle Comunicazioni e dell’Intelligence del Pentagono, per annunciare che anche la stazione di terra del Muos all’interno della Sughereta è operativa. La notizia è stata diffusa da United States Naval Institute, associazione no profit che si occupa di difesa nazionale e questioni di sicurezza dal 1873 collaborando coi corpi militari americani.
Sullo stato dell’arte dell’impianto siciliano, realizzato dopo anni di contestazioni su più fronti da parte della popolazione siciliana, negli ultimi mesi parecchi erano stati i dubbi. Le parabole erano state issate a fine gennaio 2014, ma poi era intervenuto il sequestro da parte della Procura di Caltagirone che di fatto ne aveva bloccato i lavori per oltre un anno. Dopo il recente rovesciamento da parte del Tribunale del riesame di Catania, e mentre gli attivisti proseguivano le manifestazioni e le azioni contro l’impianto satellitare di proprietà della Marina militare Usa, sul Muos di Niscemi era calato il silenzio istituzionale.
Rotto invece ieri durante una conferenza del Center for Strategic and International Systems sul ruolo dello spazio nelle operazioni marittime. Nel suo lungo intervento l’ammiraglio Becker ha ricordato i costi dell’intera rete di comunicazione satellitare militare, che ammontano a 7,8 bilioni di dollari (oltre 8 miliardi di euro). Il Pentagono ricorda le ostilità del movimento No Muos che hanno rallentato di molto le operazioni ma assicura di avercela fatta «lavorando con il governo locale. Hanno avuto qualche interesse e hanno usato quel processo per difendere quegli interessi, adesso abbiamo ricevuto il permesso per mettere in funzione la base».
Va chiarito in ogni caso che la base di Niscemi non è attiva ma solamente operativa. Ovvero pronta all’uso. Il sequestro lungo un anno del Muos «ha lasciato la stazione al buio e annullato la copertura in Europa e Africa». Attualmente «l’ambasciata americana a Roma sta lavorando a una lettera formale per approvare tutte le operazioni». Al momento risultato approvate le operazioni relative a «test, esercizi e allenamenti».
Ma gli attivisti No Muos non gettano la spugna ed anzi rilanciano. «Proprio mentre è in atto una persecutoria campagna repressiva nei nostri confronti – commenta Fabio D’Alessandro, del comitato di Niscemi – apprendiamo di questa ulteriore novità che in realtà conferma le nostre percezioni. Voglio ricordare che c’è ancora un processo penale in corso, e in ogni caso noi non molleremo fino a quando l’impianto non sarà smantellato. Possono pure accenderlo, tanto prima o poi lo spegneremo».
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