Il neo-ministro spiega il suo programma: istituzione di una Agenzia della Valutazione, un programma decennale di ingresso di nuovi ricercatori ed una legge di riforma della governance delle università
Il ministro Fabio Mussi incontra gli studenti di Genova
Punto a Sinistra, associazione studentesca dellUniversità di Genova, ha organizzato lunedì 19 giugno nellaula magna di Balbi 5 un incontro con il neo ministro dellUniversità e della Ricerca Fabio Mussi per rispondere alle domande degli studenti e del pubblico intervenuto numeroso alla conferenza.
Siamo le cavie del 3+2, oggi abbiamo le risposte, cerchiamo di analizzare questo punto in dettaglio, così introduce il dibattito il coordinatore Davide Bardelli che passa subito la parola ad alcuni rappresentanti di studenti, dottorandi e ricercatori per evidenziare quali sono le carenze più significative nelle varie realtà che costituiscono luniversità.
Il primo a parlare è Cristiano Alicino, rappresentante degli studenti di Medicina. Per questa Facoltà il problema principale è laccesso alle scuole di specialità medica con tempi di attesa troppo lunghi per lemanazione del concorso e un numero di borse di studio del tutto inadeguato.
Elisa Morini, ricercatrice della facoltà di Ingegneria, lamenta invece la situazione di precarietà in cui si trovano a dover lavorare i neo dottori, coloro i quali devono spendere la maggior parte delle loro energie nel procacciarsi finanziamenti e si ritrovano a fare ricerca nei ritagli di tempo, come se fosse un hobby.
Il problema posto in evidenza dal senatore accademico Alberto Manzini riguarda le facoltà umanistiche dove, per poter accedere alla carriera di docenza nella scuola superiore, non è più sufficiente la laurea, che prima era di 4 anni, adesso 3+2, ma è necessario anche frequentare i corsi della SSIS per 2 anni ulteriori, portando di fatto a 7 anni limpegno di studio di coloro che vogliono intraprendere questa strada.
Il discorso di Francesco Bisio, ricercatore dellIstituto Nazionale di Fisica della Materia, è di più ampio respiro e sottolinea come, in un paese moderno come lItalia, la ricerca sia necessaria per lo sviluppo del paese. Cè latitanza della cultura della ricerca dice, ed aggiunge Non è un costoso hobby per sedicenti cervelloni e non bastano i finanziamenti ma è necessario dare più dignità ai ricercatori e diffondere la cultura della ricerca.
Interviene infine il rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione Paolo Nessi chiedendo al ministro le motivazioni che lo hanno spinto al ritiro della firma etica allinterno del settimo programma quadro che impediva la ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Il ministro Mussi inizia il suo discorso proprio a partire da questultimo punto intervenendo brevemente precisando la sua posizione a riguardo, spostando quindi il nucleo del discorso su quello che è il reale motivo della sua presenza nel capoluogo ligure: i problemi e le carenze delluniversità italiana. Ci sono università in Toscana che riconoscono 180 crediti universitari ai dipendenti pubblici della regione, questo non è corretto nei confronti di coloro i quali sudano sui libri, incalza subito il Ministro senza risparmiare nessuno, evidenziando le carenze del sistema universitario italiano, dei favoritismi allinterno dei concorsi pubblici, del precariato del lavoro. E chiara anche la sua posizione per quanto riguarda il 3+2: è una buona idea per internazionalizzare listruzione superiore ma applicata male.
Il 3 deve essere una laurea che dà degli sbocchi, non deve per forza essere lanticamera del 5.
A tal proposito richiama lattenzione sui laureati che intendono intraprendere la carriera di docenza nella scuola superiore, dove effettivamente il percorso di studio appare lungo e periglioso, con la laurea triennale che non ha attualmente nessun valore.
Afferma inoltre che per il momento non è in programma nessun ritorno ai 5 anni perché rischierebbe di destabilizzare il sistema ma non si esprime nei confronti della nuova riforma sulla laurea magistrale in corso a Giurisprudenza in quanto rappresenta un po un unicum nel panorama italiano.
I suoi propositi per il prossimo futuro sono riassumibili in tre punti: listituzione di una Agenzia della Valutazione, un programma decennale di ingresso di nuovi ricercatori ed una legge di riforma della governance delle università.
Mussi conclude il suo discorso insistendo sul rubinetto di acqua giovane fatta di nuovi ricercatori che come nuova linfa vitale potrebbero portare rinnovato vigore alluniversità italiana, agevolati da un ricambio generazionale incentivato da una manovra ad hoc del governo, con una proposta di prepensionamento per i docenti. E necessario rovesciare la piramide dice, riferendosi al fatto che attualmente la situazione italiana vede pochi ricercatori a fronte di una classe docente molto numerosa, un po polemizzando sul potere che questultima esercita.
In coda allintervento del Ministro, il pubblico dellAula Magna rivolge a Mussi alcune domande sul futuro del paese, sulla necessità di un programma di internazionalizzazione della ricerca, sulle carenze dellordinamento 3+2, sullopportunità di introdurre meccanismi di cooptazione nei concorsi per ricercatori, tipo bastone e carota. Su questultimo punto il ministro si rivela scettico, proponendo ironicamente un sistema lanciafiamme e caviale ma afferma che qualunque sistema presenta poi delle lacune perché è sempre necessario affidarsi alla buona fede delle persone. Negli Stati Uniti esiste il meccanismo dell Overhead, per cui il dipartimento di appartenenza del ricercatore che fruisce del finanziamento, ne percepisce una quota pari anche al 50%. In questo modo luniversità ha tutto linteresse ad attirare i cervelli migliori. Nelle università italiane è presente un meccanismo simile che prevede però quote pari all8%, del tutto insufficienti, perché, fa notare il ministro, esistono studi specialistici su questi modelli che ne mettono in evidenza in modo chiaro linefficacia al di sotto di una quota pari al 20%.
Abbiamo messo in evidenza problemi per i quali non basterebbero 50 legislature, ironizza così il ministro Mussi riferendosi alla complessità delle tematiche dibattute rinnovando il suo impegno per il futuro della ricerca, per il futuro del paese.