Mentre il Movimento cerca di diventare grande e punta a vincere le elezioni di marzo, gli ex fedelissimi preferiscono farsi da parte. Come la deputata palermitana, che affida a Facebook un lungo sfogo. «I candidati da mettere in lista vengono scelti perché sono amici di qualcuno»
Il lungo addio al M5s, lascia l’ortodossa Chiara Di Benedetto «Dovevamo cambiare il sistema e invece ci siamo adagiati»
Da una parte il M5s cerca di accreditarsi come partito credibile, dall’altra gli ortodossi lo abbandonano proprio perché non lo riconoscono come più come quello di una volta. È il caso di Chiara Di Benedetto, deputata nazionale ricandidata alle politiche alla quale, probabilmente, non è andato giù il quarto posto alla Camera nel collegio uninominale Bagheria, Marsala, Trapani e Monreale. La palermitana affida alla propria pagina Facebook un lungo sfogo. «Non posso riconoscermi – sostiene – in ciò che viene spacciato per MoVimento, ma che si pone come la sua più volgare negazione. Mi ritrovo candidata con un simbolo che parla da sé. Mi ritrovo un leader, una struttura di partito e accanto a me, in lista, riciclati di altri partiti, o candidati con precedenti esperienze politiche di cui il M5s sembra vantarsi».
Parlamentare nazionale dell’ala ortodossa del M5s, Di Benedetto aggiunge che «il MoVimento si fondava su un concetto bellissimo, quello di Rete. Non di base, ma di rete, orizzontale e uguale, nella quale ognuno doveva avere gli stessi diritti dell’altro e gli stessi doveri, uno vale uno e nessuno sarebbe mai rimasto indietro. Il MoVimento – ricorda – rifiutava i leader, perché ne riconosceva la pericolosità, rifiutava la casta, i privilegi dei pochi a discapito di tutti gli altri cittadini, rifiutava i cambi bandiera, gli scilipoti, i riciclati della politica». Oggi invece, afferma ancora Chiara Di Benedetto «mi trovo all’interno di una forza politica che avrebbe dovuto cambiare il sistema e, invece, ci si è adagiato sopra, si è conformato a questo. In questo movimento i candidati da mettere in lista vengono scelti perché sono amici di qualcuno, perché un portavoce ha garantito per loro. Chi può, chi è vicino ai vertici, cerca di garantire l’elezione dei propri fedeli uomini, organizzando cordate per le votazioni online, denigrando e infangando altri candidati, mentendo spudoratamente, dimostrando tutta l’ipocrisia di un partito che inneggia alla trasparenza ma che poi muove le carte sottobanco. Tutte le persone che, in questi anni hanno davvero cercato di contrastare questa deriva sono state messe alla porta, me compresa; altre, si sono adeguate in fretta alla nuova forma, un po’ per furbizia, un po’ per inerzia».
«Io – osserva la deputata del M5s – sono stata isolata ed emarginata sia all’interno del mio gruppo Parlamentare, sia sul territorio, sia dai vertici della comunicazione che mi hanno impedito, anche fisicamente, di partecipare ai lavori e riunioni, ad esempio, sul programma. E’ evidente che questo nuovo movimento non voglia me, unica portavoce uscente a Palermo, e neanche tanti altri validissimi attivisti che sono stati epurati senza alcuna motivazione. Questo movimento preferisce candidare ex assessori Pd, ex uomini di segreterie politiche, ex qualsiasi cosa, piuttosto che candidare chi, nel bene e nel male, ha sempre cercato di tutelare l’integrità del Movimento stesso. Nei prossimi giorni – conclude – invierò la richiesta, tramite raccomandata, per uscire dalla nuova associazione del movimento 5 stelle».