A cento anni dalla scomparsa dell'istrionico artista catanese, si cerca di far luce sul mistero che aleggia attorno alla sua morte. Nell'opera l'autore ha analizzato i fascicoli processuali, le testimonianze, i resoconti giornalistici dell'epoca
Il libro sulla scomparsa di Martoglio arriva allo Stabile Il 9 settembre sarà presentato Le tre porte di Gimbo
La vicenda mai chiarita della scomparsa di Nino Martoglio – poeta, drammaturgo,
giornalista e animatore culturale a cavallo tra Ottocento e Novecento –, a cento anni
di distanza, continua a tenere desta l’attenzione di studiosi e intellettuali. Le tre porte, ovvero la misteriosa morte di Nino Martoglio è il libro con cui il
regista teatrale Elio Gimbo prova a ricostruire l’evento, allora frettolosamente
archiviato come un semplice incidente.
Il corpo di Martoglio fu ritrovato senza vita il 15 settembre del 1921 nel vano
ascensore di uno padiglione in costruzione dell’ospedale Vittorio Emanuele di
Catania, dove si era recato per far visita al figlio.
Esattamente cento anni dopo, il Teatro Stabile di Catania ospita la presentazione del
volume, edito da Villaggio Maori, in cui Gimbo, dopo un lavoro di quasi 2 anni,
mette nero su bianco tutti i gli elementi della vicenda. L’autore, grazie all’aiuto di
esperti medici e legali, ha analizzato tutti i fascicoli processuali, le testimonianze, i
resoconti giornalistici e la pianta dell’ospedale. Il libro è articolato in tre diverse parti,
tante quante le tre porte che avrebbe attraversato Martoglio prima di sprofondare nel
vuoto.
«Le tre porte è un’opera collettiva – dice Elio Gimbo intervenuto all’interno
del programma Tuttoapposto di Antonella Insabella in onda sulle frequenze di Radio
Fantastica del Gruppo RMB – io sono il portavoce di una splendida avventura che ha
riguardato molte persone che, nel corso della mia indagine, si sono appassionate alla
vicenda. L’obiettivo è quello di squarciare la tela che impediva da 100 anni di
guardare a fondo e di scoprire la verità. Nino Martoglio – continua Gimbo – fu
vittima di un omicidio maturato probabilmente all’interno dell’ospedale Vittorio
Emanuele di Catania. L’occultamento del cadavere, il successivo scambio di persona
e la rimozione del corpo avvennero senza l’intervento dell’autorità giudiziaria.
L’insabbiamento delle indagini hanno avuto come unico obiettivo quello di fare
coincidere la vittima con il colpevole, addebitando a Martoglio, in circostanze
altamente improbabili, la causa che avrebbe causato una morte incidentale».
La presentazione, in programma il 9 settembre alla Sala Verga del Teatro Stabile, che
vedrà protagonista anche la professoressa Lina Scalisi che dialogherà con l’autore,
anticiperà a tutti gli effetti un progetto speciale dedicato alle celebrazioni sull’autore
che il Teatro Stabile ha in cantiere per il 2022.
«Proseguiamo e proseguiremo nella nostra indagine su Martoglio – commenta la
direttrice Laura Sicignano -, come abbiamo già fatto a partire dal 2019 con lo
spettacolo Lu cori non ‘nvecchia, dallo studio sui suoi testi di Enzo Vetrano e
Stefano Randisi, e producendo quest’estate ‘L’ultimo degli Alagona’, in cui proprio
Elio Gimbo ha diretto un adattamento particolarissimo con il coinvolgimento dei
Fratelli Napoli. Guardiamo al prossimo programma delle celebrazioni con l’intento di offrire al nostro pubblico una ricognizione insolita tra i testi del grande autore
catanese, proponendoci di riscoprirne il carattere contemporaneo».
«Sono molto grato a tutti coloro che nel corso di questi anni si sono appassionati a
questa vicenda – conclude Gimbo – trovando dentro le mie stesse motivazioni relative
al riscatto di un grande maestro e di un grande cittadino. Considero Martoglio un
grande esempio per la cultura catanese. Ringrazio il Teatro Stabile per questa
presentazione che abbiamo pensato, modificato e rimandato più volte a causa
dell’emergenza covid. È un onore presentare il libro nel maggior teatro cittadino».