Il Governo Renzi dice agli italiani di non impegnarsi in attività finanziaria con Israele. Poi, però…

POI SI SCOPRE CHE LO STESSO ESECUTIVO FA L’ESATTO CONTRARIO DI QUELLO CHE PROPUGNA A PAROLE. QUASI CONTEMPORANEAMENTE E’ STATO PUBBLICATO UN INVITO PER PRESENTARE PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI CONGIUNTI. PER NON PARLARE DEI 30 CACCIA M-346 ALENIA-AEMARCHI CHE GLI ABBIAMO VENDUTO

Uno degli aspetti che da molti anni ormai caratterizza la politica è indubbiamente la sua coerenza. E le scelte fatte da chi ci governa non fanno eccezione.

L’ultimo esempio di ciò si è avuto nei giorni scorsi. Come riportato oggi in un comunicato ANSA, il governo italiano, insieme ad altri quattro Paesi europei, ha “avvertito” i cittadini a non impegnarsi in “attività finanziarie o investimenti” in Israele, in particolare nelle colonie in Cisgiordania e nelle Alture del Golan.

Una sorta di embargo economico che sembra una risposta al governo di Netanyahu dopo il nuovo fallimento delle trattative di pace – promosse dagli Usa – tra Israele e ANP. La mossa deriva da una decisione autonoma presa da alcuni Paesi (Germania, Gran Bretagna, Italia, Francia e Spagna).

Come al solito, chi governa l’Italia sembra ligio al motto: “Fate quello che dico io, non fate quello che faccio io”. Infatti il governo sembra aver dimenticato che è appena stato pubblicato un invito a presentare proposte per la realizzazione di progetti congiunti per l’anno 2014, tra Italia e Israele, sulla base dell’Accordo di cooperazione nel campo della ricerca e dello sviluppo industriale, scientifico e tecnologico.

Anzi, il Dipartimento per l’Università, l’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e per la Ricerca, ha pubblicato, sempre nei giorni scorsi, anche il terzo bando per la raccolta di progetti congiunti di ricerca per la cooperazione scientifica e tecnologica denominato “Track Scientifico 2014”.

Senza contare gli accordi di cooperazione nel campo della Difesa sottoscritti tra i due Paesi, che comprendono aziende come Alenia, Selex Elsag, Finmeccanica e Telespazio, e che, come evidenziato dal Generale Shani, hanno oggi raggiunto un alto livello di collaborazione e di aspettative comuni per il futuro, tali da garantire la condivisione, mediante un dialogo costante e costruttivo, di vantaggi e soddisfazioni.

Del resto, la cooperazione tra i due Paesi è in atto da molti anni e a volte con modalità discusse e discutibili (parte della legge nr.94/2005 che prevede appunto tale cooperazione sarebbe stata segretata…). L’Italia ha recentemente acquistato da Israele alcuni satelliti spia. Israele, d’altro canto, pare ci tenga molto ad essere uno dei migliori clienti dell’industria bellica italiana, almeno stando agli importi delle commesse (a cominciare dall’acquisto di 30 caccia da addestramento M-346 Alenia Aermacchi, costola di Finmeccanica).

Per non parlare delle iniziative finanziate, promosse e realizzate dall’ICE (Istituto per il Commercio con l’Estero) e volte proprio a favorire la cooperazione tra i due Paesi: a giugno e a settembre di quest’anno, l’ICE terrà a Tel Aviv giornate informative ed incontri tra aziende italiane ed Israeliane. Il programma dei lavori prevede, tra l’altro, la “presentazione di progetti di aziende italiane da sottoporre a controparti israeliane” e la “presentazione dell’attività di affiancamento ed assistenza realizzate nel corso dell’anno da docenti/ esperti selezionati dall’ICE”, che hanno riguardato coaching e ricerca di controparti estere.

Che senso ha sprecare denaro dei contribuenti per favorire la cooperazione tra i due Paesi se poi non devono avere nessun rapporto commerciale con Israele?

Sembra proprio che il livello di assurdità di certe “decisioni” stia rasentando il ridicolo: da un lato si stipulano accordi bilaterali e si avviano percorsi per la cooperazione commerciale, industriale, economica, universitaria e per la ricerca; dall’altro (forse per farsi belli agli occhi dei partners europei) si “avverte” (e con tono quasi di minaccia) di non avere alcun rapporto con quei Paesi…

 

 

 

 


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