Il Governo dei flop-day impantanato nelle ‘assunzioni selvagge’?

DOPO ITALIA LAVORO, ADESSO ASSUME ANCHE FORMEZ? E POI TOCCHERA’ AL CIAPI DI PRIOLO? IL SISTEMA E’ IMPLOSO MALAMENTE SCOPERCHIANDO UN PRESUNTO COMITATO D’AFFARI TRA SOCIETA’ DI ASSISTENZA TECNICA, POLITICI E PEZZI DELL’ISTITUZIONE. TROPPE ED INISTENTI LE VOCI DI COMITATI D’AFFARI ALL’OMBRA DELLA LEGALITA’. VIOLATO IL PRINCIPIO DI PARI OPPORTUNITA’ NELLL’ACCESO AL LAVORO? ALTRO CHE POLITICHE IN FAVORE DEI GIOVANI!

Assunzioni fuori controllo nel settore formativo? Altro scandalo in vista? Sono in tanti a domandarselo con insistenza. Sull’argomento, nei palazzi del potere politico, le bocche restano cucite. Chissà perché!

Siamo nell’alveo delle indiscrezioni e l’argomento, quello delle ‘assunzioni selvagge’, però, merita un approfondimento, per i possibili risvolti non solo politici e amministrativi.

In altra parte del giornale, abbiamo già raccontato delle assunzioni effettuate dalla società Italia Lavoro che, attraverso le cifre fornite dal capo gruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, si apprestava a contrattualizzare 200 persone oltre ad un numero maggiore dei 32, di cui si parla, già assunti.

La notizia adesso viaggia tra certezze, che cominciano ad arrivare, mano mano che emergono le conferme dagli approfondimenti e indiscrezioni.

Dalle colonne del nostro giornale abbiamo lanciato, qualche giorno fa in Sicilia, la campagna-verità su quelle che abbiamo definito ‘assunzioni-selvagge’. Quelle cioè effettuate dalla politica senza regole, criteri oggettivi e procedure trasparenti. Assunzioni clientelari che risponderebbero al principio affaristico della ‘tessera di partito’ oppure, come abbiamo appreso dall’esponente azzurro all’Ars, Falcone, dell’appartenenza al gruppo chiuso su Facebook dell’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra o del suo segretario particolare, Alessandro Balsamo.

Cosa si verificherebbe all’ombra dell’immagine da educanda dell’assessore alla Formazione professionale?

Agli enti formativi, da qualche tempo, si sarebbero sostituiti, nell’assunzione diretta e senza concorso, le tante società di assistenza tecnica che orbitano nella Regione siciliana.

È quanto emergerebbe dalle insistenti voci che vedrebbero società come Formez, Italia Lavoro e Ciapi, per citarne solo alcune, impegnate nel contrattualizzare nelle prossime settimane, e in alcuni casi nell’avere già ‘assoldato’, risorse umane con meccanismi che rimandano indietro nel tempo, e precisamente al periodo nero della partitocrazia che ha contribuito pesantemente alla fine della prima Repubblica in Italia.

Si realizzerebbe così una possibile violazione del sacro principio di pari opportunità nell’accesso al lavoro. Principio sancito dalla Costituzione italiana e da una miriade di leggi e decreti legislativi, succedutisi nel tempo, che vietano qualsiasi forma di discriminazione nell’accesso al lavoro e alla formazione. Per non parlare dei principi europei sull’argomento oramai consacrati. E questo sarebbe il Governo dei giovani? È così che si incentiverebbero le politiche a sostegno dell’occupazione giovanile in Sicilia? Forse le agevolazioni riguarderebbero solamente gli amici e le amiche di qualcuno in particolare?

È chiaro che, le citate società potrebbero replicare affermando il principio che nel campo del diritto privato le assunzioni possono avvenire senza alcun concorso e bando specifico. Lo dicevano anche gli enti che poi, come abbiamo visto, sono stati massacrati.

Ragioni di opportunità legate alla spesa di risorse pubbliche, comunque, dovrebbero spingere le istituzioni interessate a maggiore cautela e trasparenza nell’utilizzo del denaro dei cittadini.

Ed in questo stato di cose, le società di assistenza tecnica non sono diverse dagli enti formativi che fino a qualche anno fa assumevano, spesso su indicazione politica, lavoratori nella Formazione professionale.

Enti formativi incriminati e lavoratori messi alla berlina negli ultimi mesi con una aggressione mediatica senza precedenti dal Governo regionale e da certa parte del mondo politico ed imprenditoriale, per aver ottenuto un lavoro senza concorso. Adesso, tutti i detrattori del settore, che hanno martoriato otto mila lavoratori, cosa ne pensano di questa pratica che pare diffusa nella Regione siciliana?

Oggi, questo ruolo sembra essere, sempre più, ricoperto da tali società, in perfetta sintonia, con ogni probabilità, con l’opera di demolizione mediatica messa in campo dal Governo del presidente della Regione Rosario Crocetta, che ha screditato il ruolo degli enti formativi, additandoli come ‘mangiasoldi’.

E adesso, come la mettiamo?

Circolano insistenti voci, inoltre, di presunte assunzioni di ex sportellisti, poche numericamente per la verità, ma pur sempre interessanti per i possibili risvolti.

Pare che si sia creato un micidiale meccanismo di assunzione ‘a chiamata’ che vedrebbe al vertice una regia politica.

Per essere chiari, se hai la tessera di partito puoi ambire a lavorare nelle società di assistenza tecnica. Se sei un parente stretto o un collaboratore di fiducia allora puoi ambire ad un lavoro. Per gli altri? Solo la fame. Che esista un parallelo albo al quale possono accedere solamente i titolari di tessera di partito? Se così fosse, non sarebbe forse corretto tirarlo fuori e portarlo a conoscenza dei siciliani per conoscerne nomi e requisiti di accesso oltre la tessera?

Altro che albo degli operatori della Formazione professionale. Se risultasse a vero quanto riferito dalle indiscrezioni, a cosa servirebbe questo albo aggiornato se per lavorare occorre la tessera di partito?

E poi ci chiediamo, la selezione, ammesso che ci sia stata, attuata da tali società privata, quelle dell’assistenza tecnica per intenderci, rispecchierebbe il principio di meritocrazia e professionalità che ha scardinato il Piano giovani nella triste storia del flop-day e della strana pratica di incrocio domanda/offerta tra candidato e azienda?

Qualcuno è a conoscenza di avvisi pubblici per il reclutamento del personale specialistico e di criteri e selezionatori super-partes (al di sopra delle parti)? Ricordiamoci che si ha a che dare sempre con soldi pubblici e qualcuno prima o poi dovrà rendere conto dell’utilizzo.

Per essere ancora più incisivi e chiari, parrebbe infatti, dalle indiscrezioni raccolte, che il Formez, titolato dalla Regione siciliana a gestire una fetta delle risorse del Piani Giovani, abbia arruolato, come dicevamo, operatori ex ‘Spartacus’ per essere impegnati nelle attività di rendicontazione finale dei corsi già da anni chiusi dagli enti formativi.

La stranezza sta anche nel fatto che potremmo trovarci di fronte al classico esempio di controllore e controllato.

Tralasciando di conoscerne i criteri di assunzione, c’è il fondato sospetto, difatti, viene sottolineato dalle indiscrezioni richiamate, che tali lavoratori, contrattualizzati con il Formez, possano ritrovarsi a rendicontare i conti degli enti a cui appartengono.

Se fosse così, ed è tutto da verificare, i sospetti sarebbero giustificati e porterebbero a valutazioni di diversa natura, meritevoli, in tal caso, di un dovuto approfondimento.

Sulle rendicontazioni, aggiungiamo, si starebbe giocando una partita all’ultimo sangue’.

Si potrebbero annidare, difatti, condizionamenti e tentativi ‘maldestri’ di far fuori, con schemi alla ‘Far West’, enti poco graditi a certa politica.

Come?

Tagliando le spese sostenute per corsi di formazione chiusi anche dieci o addirittura quindici anni fa e mettendo in ginocchio finanziariamente l’ente malcapitato che sarebbe costretto a chiudere i battenti e licenziare i lavoratori. A meno che….

Sarà così? E’ tutto da vedere. Certo è che appare davvero strano il ritardo con il quale agisce l’ufficio preposto alla rendicontazione del dipartimento regionale alla formazione professionale, lasciato (forse volontariamente) senza personale adeguato per sostenere l’immane lavoro. Decisione questa assunta dall’alto? Da quella politica, forse, che è a capo del presunto comitato d’affari? Esiste veramente il cosiddetto ‘cerchio magico’? Interrogativi che meritano più di un approfondimento.

La verità è che in questa Sicilia dove tutto va alla deriva, il Governo del presidente Crocetta rischia di subire uno ‘tsunami giudiziario’ per i troppi richiami, seppur da verificare, a pratiche clientelari e politico-affaristiche.

Fa male il governatore della Sicilia a scegliere il silenzio, che non gli si addice. Non prendere in considerazione la possibilità di un cambio di guardia.

La difesa strenua dell’assessore alla formazione professionale, Nelli Scilabra, l’attacco frontale, l’ennesimo, agli enti formativi ed ai lavoratori additati di essere ‘deviati’, non giova al clima di per sé già surriscaldato. L’emergenza sociale che porta i lavoratori del settore ad attender anche 24 mesi per ricevere le spettanze maturate è un campanello d’allarme che non può liquidarsi con due battute.

Restiamo convinti che il presidente Crocetta sia all’oscuro di certe ‘pratiche’, ed è per questo che è giunto il momento di mettere da parte tatticismi e attendismo e di prenderle per davvero le ‘decisioni estreme’.

Le insistenti voci su assunzioni sospettose, i numeri ed i nomi tirati fuori dal capo gruppo di Forza Italia Falcone, il malumore dentro i partiti della maggioranza all’Ars, che sostengono il Governo regionale, qualcosa dovranno pur significare?

Il governatore ha il dovere istituzionale di spiegare molte cose ai siciliani.

Le ‘assunzioni selvagge’, l’esistenza o meno di un albo dei raccomandati della politica, i contratti di parenti e amici vicini ai collaboratori degli assessori al Lavoro, Giuseppe Bruno e alla Formazione professionale, Nelli Scilabra e dei loro stretto collaboratori. Ed ancora, il ruolo delle società di assistenza tecnica, nonché i criteri e le procedure di reclutamento del personale utilizzato per svolgere attività, spesso e volentieri, sottratte a funzionari e dipendenti di ruolo della Regione siciliana. Chiarimenti indispensabili per meglio comprendere la portata dell’eventuale danno all’Erario pubblico oltre ad altri risvolti giudiziari.

Da dove vuole cominiciare il governatore della ‘Rivoluzione’?


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