Il futuro del laghetto al Teatro romano Anche il Parco pensa alla valorizzazione

Si apre uno spiraglio di salvezza per il laghetto del Teatro romano. Dopo la segnalazione di CTzen di un progetto di «perforazioni per indagini geognostiche e per il drenaggio dell’acqua nell’area della scena», come si legge nel bando, diverse associazioni cittadine hanno fatto sentire la propria voce. Tra lettere pubbliche, richieste di consulenza e incontri privati, al Parco archeologico etneo nell’ultima settimana non si è parlato d’altro che dello specchio d’acqua. Che potrebbe restare dove si trova.

«Nel complesso del Teatro romano si prevedono lavori di restauro delle strutture murarie antiche, l’esecuzione di opere sovrastrutturali utili alla fruizione del monumento, quali passerelle e ringhiere in acciaio, l’esecuzione di scavi archeologici e lavori di indagine e perforazione di strati geologici», si legge nel progetto, pubblicato sul sito dell’Urega (Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici). E sarebbero proprio gli ultimi due punti ad annullarsi tra loro. Perché con l’acqua all’interno dell’orchestra è impossibile procedere con gli scavi archeologici. Ma togliere il laghetto comporterebbe un rischio per il monumento e la perdita di un potenziale ambiente umido che tanto affascina i turisti.

Il progetto però prevede due fasi: una prima di studio – con un unico carotaggio – e una seconda più operativa, con più pozzi per far defluire l’acqua. Adesso, dopo la settimana di fuoco che ha investito il Parco archeologico etneo greco-romano, sembra che all’interno del costituendo ente si sia registrata una maggiore sensibilità nei confronti del laghetto. Uno specchio d’acqua che si sarebbe disposti a valutare come elemento da valorizzare e non da distruggere, dopo il sondaggio per studiare il sottosuolo.

Un carotaggio da 85 a 145 millimetri di diametro – più piccolo di quelli da 300 millimetri previsti per far defluire l’acqua – e di 40 metri di profondità. Almeno secondo quanto previsto dal progetto. Il punto dove verrà effettuato il carotaggio, a giudicare dalla posizione della passerella già approntata, sarebbe quello alla sinistra della scena, guardando il teatro con le spalle alla biglietteria. Seguendo la logica, la trivella dovrebbe poter entrare solo dall’ex via Grotte. E nel migliore dei casi potrebbe trattarsi di un macchinario da duemila chili. «Un macchina che si sdoppia, più leggera della trivella unica che si usa per i pozzi, in modo da poter porre il motore in un punto e la trivella più in là, collegati da tubi», spiegava il geologo contattato dall’associazione Stelle e Ambiente per avere dei chiarimenti sul progetto.

Resta il dubbio sull’effetto delle vibrazioni sul monumento, sui possibili incidenti durante le operazioni di perforazione e, sopratutto, su quello che si troverà nel sottosuolo. Il progetto prevede l’incontro sia di lave che di materiale sciolto. Ma se davvero la trivella, posta lungo il corso dell’acqua, dovesse incontrare il basalto lavico – seppure non indicato nelle carte geologiche, ma previsto nel progetto – e le sue possibili fratture, allora il laghetto sarebbe ancora una volta in pericolo di scivolare via.


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