Il lavoro di Goffredo D'Onofrio e Giuseppe Garau Una storia semplice ha fatto tappa ieri sera nel capoluogo peloritano, dove è stato proiettato al cinema Iris. A prendere parte all'evento anche due ospiti d'eccezione: Maria Ruggeri e Mario Sibilla. Con la prima che ha raccontato un aneddoto della vittoria agli Europei
Il docufilm su Anna Rita Sidoti a Messina «La volta che disse vado, vinco e torno»
Tenacia, determinazione, carattere. Sono questi i termini che rincorrono e si rincorrono nelle testimonianze e nei racconti degli amici più cari di Anna Rita Sidoti. La campionessa mondiale di marcia, che ancor prima di arrivare sul tetto del mondo conquistava tutti con la sua personalità. Poco meno di un metro e cinquanta di altezza riuscivano a contenere un vulcano in piena attività. Una forza della natura che trovava sempre il positivo per andare avanti senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà, nemmeno di fronte alla malattia che ne ha causato la morte.
Questo è il forte messaggio che emerge dal docu-film Una storia semplice a lei ispirato. Una pellicola di Goffredo D’Onofrio e Giuseppe Garau che lascia un profondo senso di speranza in chi lo vede. Lei era una combattente. E lo è stato fino alla fine, quando un tumore nel 2015 l’ha strappata al marito e ai suoi tre figli. Ieri sera il film è stato proiettato al cinema Iris di Messina davanti a una platea che al termine della proiezione si è intrattenuta con l’autore e il regista, con il marito di Anna Rita, Pietro Strino, e con il suo storico allenatore Giuseppe Coletta. Presenti anche due ospiti d’eccezione: Maria Ruggeri e Mario Sibilla. La prima è tra le atlete master più forti al mondo, vincitrice di svariati titoli mondiali ed europei e soprattutto prima meridionale a vincere titolo italiano assoluto sui 100 metri; il secondo un appassionato di atletica leggera e poeta che ad Anna Rita ha dedicato la poesia Replay. Maria conosceva Anna Rita ancor prima che lei diventasse lo scricciolo d’oro d’Italia. Era con lei a Spalato, quando prima di lasciare la camera d’albergo che condividevano le disse: «Vado, vinco e torno!». E così fece conquistando il suo primo oro agli Europei sui dieci chilometri di marcia.
E di aneddoti e racconti che testimoniano come Anna Rita non si sia mai arresa è pieno il film. Come in un salotto in cui anche gli spettatori si sentono parte attiva, il marito, l’allenatore, le amiche-atlete che con Anna Rita hanno condiviso gioie e dolori hanno raccontato la campionessa. Con le sue debolezze e le infiniti risorse. Il marito Pietro ha commosso la platea ricordando la forza della moglie. «Sono stato fortunato ad averla conosciuta e sposata – ha detto -. Quella di Anna Rita è una storia semplice».
Una storia che D’Onofrio e Garau hanno voluto raccontare così che anche chi ha visto la pellicola può dire di aver conosciuto un po’ di più la marciatrice siciliana. Una conoscenza che ha lasciato a tutti la consapevolezza come nella vita la forza d’animo aiuti a superare mille battaglie. Quella forza che ha portato Sidoti a continuare ad allenarsi anche se era stata esclusa dalla squadra per i mondiali di Atene, finendo addirittura per vincerli sbaragliando tutte le avversarie. Quella stessa forza che, incinta al settimo mese del terzo figlio, dopo aver scoperto il tumore al seno, le ha fatto scegliere di diventare madre di nuovo. La stessa determinazione con la quale ha affrontato gli interventi e le terapie per sconfiggere un male che pian piano stava impossessandosi di quel corpo minuto ma forte. La consapevolezza per cui bisogna sorridere alla vita e soprattutto viverla a pieno in ogni condizione, che chi ha visto il docu film ha portato a casa una volta lasciata la sala cinematografica.