Germano Gulisano soffre di una patologia alle articolazioni. Insieme alla compagna e alla figlia di quest'ultima, sperava di assistere al concerto allo stadio San Filippo di Messina. I problemi, però, sono iniziati ancora prima di entrare
Il concerto di Pausini e Antonacci si trasforma in un incubo Disabile: «Ci hanno impedito di raggiungere i nostri posti»
Doveva essere una serata da passare all’insegna dell’allegria ascoltando le canzoni di Laura Pausini e Biagio Antonacci, invece si è trasformata in un vero e proprio incubo. A raccontare a MeridioNews la disavventura vissuta è il 40enne Germano Gulisano, un disabile catanese, che insieme alla compagna e alla figlia di quest’ultima, non è riuscito a sedersi nei posti che avevano regolarmente prenotato sul portale Ticket One per assistere al concerto del 27 luglio allo stadio San Filippo di Messina.
Germano nonostante la sua disabilità – l’uomo ha un’artrosi alle ginocchia che gli ha danneggiato le articolazioni e lo costringe a camminare con le stampelle – ha in passato assistito ad altri eventi. «Non avevo mai avuto tutti questi problemi e soprattutto nessuno mi aveva mancato di rispetto e umiliato come successo a Messina – dichiara – Volevo solo vedere il concerto e sedermi nei posti che ho pagato. Non chiedevo nessun tipo di agevolazione se non quella di essere aiutato a raggiungere il posto che ho prenotato».
I problemi per Gulisano sono iniziati ancora prima di arrivare allo stadio San Filippo. «I continui cantieri che ci sono lungo l’autostrada Messina-Catania ci hanno fatto arrivare allo stadio dove si sarebbe tenuto il concerto, solo alle 20,30». Giunto nella struttura sportiva, l’uomo ha provato a lasciare l’auto ma invano. «Mi sono diretto al parcheggio rosso e ho mostrato il mio contrassegno di invalido, ma mi è stato risposto che non era possibile perché era tutto pieno e non avevo prenotato». Alla richiesta di spiegazioni in merito all’esigenza di prenotare la risposta è stata vaga. «Ho chiesto di spiegarmi dove avrei dovuta effettuarla, ma non mi hanno saputo dire granché. Mi hanno anche invitato ad andarmene perché stavo creando confusione e, come se non bastasse, mi hanno chiesto come mi fosse venuto in mente di venire a un concerto visto la mia disabilità. Ero sconcertato».
Nonostante tutto l’uomo ha provato a trovare una soluzione.«Uno dei ragazzi che si trovavano nei parcheggi mi ha consigliato di spostarmi nel parcheggio giallo, ma anche lì era tutto pieno e sono stato invitato a parcheggiare sulla strada». Solo a quel punto, però, si rendono conto che per arrivare alla tribuna A dove si trovavano i loro posti avrebbero dovuto fare molta strada. «Sulle stampelle era davvero per me è impensabile. Sono rimasto 20 minuti immobile davanti all’ingresso della tribuna B chiedendo di poter accorciare il percorso, consentendomi di passare da una strada che in pochi metri mi avrebbe consentito di arrivare alla tribuna A, ma mi è stato risposto che era una strada riservata solo alle forze dell’ordine». Nel frattempo il concerto inizia, e Gulisano e la sua famiglia continuano ad attendere che qualcuno gli dica come raggiungere i loro posti. «Mi hanno procurato una sedia rotelle e mia moglie ha dovuto spingermi fino alla tribuna – prosegue – Ci siamo ritrovati di fronte a una rampa di scale. Per non rovinare ancora di più la serata, ho cominciato a salire, fermandomi ogni volta che mi sentivo mancare».
Percorsi tutti gli scalini, un nuovo problema si è presentato nella ricerca dell’hostess. «Mia moglie ha dovuto individuarla tra la gente. Non si trovava nella zona accoglimento ma sopra gli spalti. Non aveva un badge di riconoscimento o una divisa e sembrava non sapesse cosa fare. Le abbiamo chiesto di aiutarci a raggiungere i nostri posti, ci ha risposto che non poteva spostare le tante persone che, senza averne titolo, si erano sedute nel frattempo sugli scalini. Poi ci ha suggerito di provare nuovamente a scendere. Mi sono avventurato ma a un certo punto sono andato in iperventilazione e ho rischiato l’infarto». A bordo dei mezzi della Misericordia, l’uomo è stato portato in ambulanza al punto di emergenza. «Si trovava nella tribuna B e così, come nel Monopoli, sono tornato al punto di partenza – commenta ironico – Quando mi sono ripreso mancavano ormai 20 minuti alla fine del concerto, mi sentivo in colpa nei confronti della mia compagna e di sua figlia e ho chiesto al responsabile se poteva accompagnarci ai nostri posti per assistere almeno alla fine dello spettacolo, ma dopo vari tentennamenti ho ottenuto solo di essere nuovamente portato davanti alla rampa di scale della tribuna A. A quel punto – prosegue l’uomo – ci siamo arresi e prima di lasciare lo stadio ci siamo diretti alla biglietteria per chiedere come fare per ottenere il rimborso dei biglietti. Le luci erano accese, ma non c’era anima viva al suo interno. Due giorni fa abbiamo inviato una mail alla società che ha organizzato il concerto, e ancora non abbiamo ricevuto risposta. Queste cose non dovrebbero succedere. Non è il primo concerto a cui partecipo e non ho mai avuto tutti questi problemi».
Contattata telefonicamente, la società che ha organizzato il concerto, la Friends and Patners, suggerisce di inviare una mail per avere un chiarimento sulle rimostranze di Gulisano: «È periodo di ferie, non c’è nessuno che possa risponderle. Invii una mail».