Nei giorni scorsi Palazzo degli elefanti ha deciso di costituirsi in giudizio. La vicenda è quella della cartellonistica pubblicitaria. Per via di alcuni atti amministrativi sul settore, Pietro Belfiore dovrà affrontare un processo
Il Comune sarà parte civile contro il suo dirigente Ex comandante Belfiore accusato di abuso d’ufficio
Il provvedimento è stato firmato questa settimana e arriva a pochi giorni dalla prima udienza. Ma, anche se all’ultimo minuto, ormai è ufficiale: il Comune di Catania ci costituirà parte civile nel processo a carico di Pietro Belfiore, attuale dirigente delle Risorse umane di Palazzo degli elefanti ed ex comandante della polizia municipale etnea. La questione è quella che riguarda le affissioni pubblicitarie nel territorio comunale: con l’accusa di abuso d’ufficio, Belfiore era stato rinviato a giudizio a dicembre 2018.
Per la procura di Catania, che lo accusa a seguito della denuncia presentata dalla società di cartellonistica Job creation, il dirigente del Comune avrebbe procurato alle aziende Alessi spa e Start affissioni srl «un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nella prosecuzione dell’attività di affissione pubblicitaria nonostante gli impianti delle predette società non fossero conformi alla normativa vigente all’epoca». Vale a dire il regolamento del settore varato dal municipio negli anni Novanta e in vigore all’epoca dei fatti contestati a Belfiore.
Il dirigente del municipio nel 2012 e nel 2013 ha firmato quattro delibere con le quali «sostituiva, unificava e rinnovava», per un periodo di tre anni, le autorizzazioni per l’installazione di impianti pubblicitari sul territorio comunale. Il tema di per sé è complesso, considerando che attraversa gli anni e, ormai, le giunte comunali. A sollevarlo è stata l’azienda Job creation, piccola impresa di fronte ai colossi del settore. Sono loro a fare ricorso, per primi, contro le delibere firmate da Belfiore ormai sette anni fa. Da quel momento in poi è cominciata una battaglia a colpi di esposti, a cui hanno fatto seguito le sentenze – una volta in un verso e una in un altro – della giustizia amministrativa.
Nel frattempo, poco dopo la sua elezione a primo cittadino, il sindaco Enzo Bianco annuncia a gran voce l’adozione di un «Protocollo d’intesa per il riordino dell’impiantistica pubblicitaria». Un vero e proprio accordo tra l’amministrazione pubblica e le aziende private (fortemente stigmatizzato dal Consiglio di giustizia amministrativa), all’interno del quale è inserito un articolo che prevede l’annullamento delle sanzioni emesse fino a quel momento per colpa dei cartelloni diventati abusivi a seguito del cambiamento della normativa nazionale di settore. C’è anche il protocollo d’intesa tra le accuse mosse dalla procura di Catania a Belfiore. Colpevole, secondo i magistrati di piazza Verga, di avere proposto la delibera alla giunta comunale «in spregio al principio di concorrenza».
Per la procura etnea, l’amministrazione comunale di Catania avrebbe negoziato «con una parte delle società operanti nel settore (tra le altre, la Alessi spa e la Start affissioni srl) una sostanziale sanatoria, sia pure transitoria, delle pregresse illegittimità relative agli impianti pubblicitari esistenti». Accuse che il giudice per l’udienza preliminare ha ritenuto meritevoli di un approfondimento in sede dibattimentale. Così, tra poco più di dieci giorni, si terrà la prima udienza del processo. Che Belfiore affronterà come dirigente in servizio, col Comune contro.