Il Commissario dello Stato ha salvato Governo e Ars

TUTTA LA MANOVRA E’ “FALSA E TENDENZIOSA” E ANDAVA IMPUGNATA PER INTERO. MENTRE E’ STATO SALVATO UN BILANCIO CON UN ‘BUCO’ DA UN MILIARDO E MEZZO DIETRO PROBABILI PRESSIONI ROMANE. TUTTO E’ SALVO, FUORCHE’ L’ONORE… LE REAZIONI DI ALCUNI ESPONENTI POLITICI. VENTURINO: “I LAVORATORI DEI CANTIERI DI SERVIZIO NON HANNO NULLA DA TEMERE”

Un dato è certo, al di là dell’atteggiamento un po’ ‘isterico’ del Governo della Regione: il Commissario dello Stato aveva a disposizione tutti gli elementi per mandare a casa il presidente della Regione, la Giunta e l’Ars: ma non l’ha fatto. Ha salvato il Bilancio 2014 e si è limitato a salvaguardare i conti della Regione riducendo le spese di 600 milioni di euro che, in realtà, non ci sono. E non ci sono perché questi soldi, in buona parte, servono per altri scopi.

L’impugnativa, estremamente ‘tecnica’, è ineccepibile. Sono stati Governo e Ars a ‘massacrare’ la manovra. L’Ufficio del Commissario dello Stato si è limitato a stigmatizzare alcuni – e non tutti – punti deboli della sola Finanziaria. Così facendo l’Ufficio del Commissario dello Stato si è assunto una grande responsabilità, lasciando la Sicilia nelle mani di Crocetta e della sua ‘band’.
Il giorno dopo i commenti, che più avanti riportiamo, sono pesanti. Ma, in realtà, la ‘lettura’ che va data di quest’impugnativa è diametralmente opposta a quella prospettata dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dall’assessore all’Economia, Luca Bianchi. 

La verità è che – su probabili pressioni romane, che debbono essere state fortissime – l’Ufficio del Commissario dello Stato ha salvato Governo e Ars. Se avesse impugnato il Bilancio – e c’erano tutte le condizioni per l’impugnativa, alla luce delle entrare a ‘due velocità’ (i soldi che Roma darà o non darà: ma quando si è visto mai un Bilancio regionale che prospetta due scenari a seconda dei soldi disponibili: un Bilancio senza copertura finanziaria, di fatto, è una contraddizione in termini!) – Governo e Parlamento siciliano sarebbero andati a casa.
Poi, certo, si può discutere del ‘prezzo’ che Governo e Ars pagheranno per portare avanti una legislatura ormai compromessa (e su questo hanno ragione i grillini che chiedono lo scioglimento dell’Ars). Un prezzo ‘salato’, certo. Ma inevitabile, perché non si possono annunciare spese con fondi che non ci sono (quelli che non ci sono e basta, quelli debbono ancora arrivare da Roma e quelli che servono per fronteggiare la montagna di residui attivi).
Anche sugli effetti dell’impugnativa bisogna stare attenti. Noi, ieri sera, abbiamo avvertito i nostri lettori che l’impugnativa, per la prima volta nella storia dell’Autonomia, incide in modo piuttosto pesante sulla possibilità di spesa. E non è semplice capire tutte le cose che salteranno.
Qualche giornale, ad esempio, dà per scontato il taglio per Teatri, enti, fondazioni e associazioni culturali. Su questo fronte, è noto, è avvenuta una cosa inquietante. L’anno scorso l’Ufficio del Commissario dello Stato ha impugnato la cosiddetta Tabella H. Quest’anno tutti questi soggetti avrebbero dovuto partecipare a un bando di circa 12 milioni di euro.
Ma Governo e Ars hanno creato soggetti di serie “A”, ai quali dare i fondi direttamente; e soggetti di serie “B” ai quali assegnare risorse con il bando. Una scelta amministrativa truffaldina che – stando a quello che abbiamo letto – non ci sembra sia stata impugnata. Può darsi che ci sbagliamo – anzi ci auguriamo di sbagliarci – ma se lo scenario fosse come da noi prospettato, beh, ci troveremmo di fronte a una somma ingiustizia.
Qualche altro giornale esprime timore per i Teatri. Se il riferimento è ai grandi Teatri della Sicilia, il timore a noi sembra infondato, perché non ci pare che siano stati toccati i fondi per queste istituzioni culturali.

Vediamo, adesso, le reazioni. Va giù duro il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle: “La sonora bocciatura del commissario certifica incapacità del governo di legiferare. Si torni subito al voto”
“La sonora bocciatura del Commissario dello Stato – si legge nella nota dei grillini – che ha praticamente stroncato la Finanziaria, è la certificazione della totale incapacità di questo Governo di legiferare. Preso atto di ciò e del fatto che il PD ha voltato le spalle all’esecutivo, si dica chiaramente ai siciliani che è ora di tornare subito al voto”.
“In diverse occasioni – affermano i parlamentari grillini – abbiamo definito la manovra completamente inadeguata sotto tutti i punti di vista. L’unica cosa che ci consola e di cui andiamo fieri è che parecchie delle norme proposte da noi non sono state impugnate. E c’è di più, se fossero passati alcuni nostri sub emendamenti il disastro poteva essere contenuto. Ci riferiamo ad alcune norme sui forestali, per le quali avevamo presentato sub-emendamenti che sono stati bocciati in Aula”.
Tra le tantissime note negative, una nettamente positiva per i deputati Cinquestelle è quella della ‘bocciatura’ della norma salva-petrolieri, che abbassava le royalties sulle estrazioni di idrocarburi, per le quali i deputati del Movimento si erano battuti a partire dalla scorsa Finanziaria.

Molto preoccupato il commento di Legacoop Sicilia. “Non possiamo che esprimere tutta la nostra preoccupazione per questa ‘bocciatura’ senza precedenti e che appare come uno schiaffo all’Autonomia”, dice il presidente di Legacoop Sicilia, Elio Sanfilippo.
Secondo Sanfilippo “siamo di fronte ad una Finanziaria gambizzata che azzera le poche opportunità a sostegno del mondo delle imprese in un momento di grande difficoltà”. In modo particolare, Legacoop non comprende “la ‘bocciatura’ dell’articolo che libera i fondi dell’Ircac in quanto quelle risorse erano già destinate al mondo cooperativo ed in Finanziaria è solo stata cambiata la loro destinazione d’uso”.
Per Sanfilippo, che chiede un incontro urgente al Governo, “della manovra resta solo la parte dell’assistenzialismo che peraltro non chiude la piaga del precariato. Davanti a questa situazione, crediamo si debba avviare una seria riflessione tra Governo e mondo dell’impresa su come affrontare la criticità e drammaticità che questa decisione pone”.

Duro e al contempo ironico il capogruppo del Partito dei Siciliani-Mpa, Roberto Di Mauro: “Meno male che sono tecnici, altrimenti chissà cosa avremmo visto…”.
“Nonostante i ripetuti avvisi di buona parte dell’opposizione sulla mancata copertura finanziaria di molte norme per circa 500 milioni – aggiunge Di Mauro – il Governo e la maggioranza, a volte con toni anche offensivi dell’Aula, hanno scelto di andare avanti, portandoci oggi ad una situazione di una gravità mai vissuta prima nella Regione siciliana.”

“La verità è che questa armata Brancaleone fatta da quattro amici di Crocetta che casualmente si ritrovano a fare gli assessori ha mostrato di non avere né la stoffa dei tecnici, né la stoffa della politica e oggi la Sicilia si trova come mai prossima al baratro. Basta pensare che certamente a fine mese saranno migliaia i lavoratori che non potranno prendere lo stipendio, per esempio all’ESA e all’EAS.”
“Della Finanziaria – aggiunge l’esponente del Partito dei Siciliani – restano in piedi poche norme, comunque importanti come quella sui precari, ma il dato vero è che il Governo e la pseudo maggioranza escono con le ossa rotte. E’ necessario che l’Ars torni subito a riunirsi per affrontare questa situazione non solo per lo specifico delle norme della Finanziaria, ma anche e e soprattutto per affrontare il nodo politico sulla esistenza o meno di un Governo e di una maggioranza che possano portare avanti questa legislatura”.

Per la Lista Musumeci parla Santi Formica, che chiede senza mezzi termini le dimissioni del Governo. “Dopo la ‘bocciatura’ della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato – dice Formica – Crocetta si dovrebbe dimettere. E’ la prima volta nella storia della Regione che il Commissario dello Stato impugna per intero tutti gli articoli proposti dal Governo, salvaguardando solo le proposte sulle quali aveva insistito l’opposizione: non è un caso che anziché impugnare i provvedimenti di spesa proposti abitualmente dai parlamentari nelle ormai famose sedute notturne, sia stata impugnata tutta la manovra demagogica a soli fini propagandistici o gilletiani, che dir si voglia, proposti da Crocetta”.

Critico anche il parlamentare del Nuovo centrodestra democratico, Giuseppe Milazzo. Che parla di “Finanziaria dei record… e degli articoli bocciati”. Un epilogo che, aggiunge, “non può che portare alle dimissioni di chi se l’è intestata: l’assessore al Bilancio, Luca Bianchi. O, come mi pare più azzeccato definirlo in questo caso, l’assessore allo Sbilancio!”.
“Una legge di stabilità raffazzonata – aggiung Milazzo – che scontenta tutti, a cominciare dai lavoratori precari (salvati per il momento soltanto quelli negli enti locali) che, da domani, saranno tutti invitati con le loro famiglie a pranzo e cena dai componenti della Giunta e della maggioranza che questa Finanziaria hanno voluto e hanno votato, specialmente quei nababbi con Isee di 20.000 euro all’anno: insomma, gli ex Pip che ricambieranno invitando a loro volta politici e tecnici nei loro panfili e le loro ville con piscina ad Acapulco; ma anche per i forestali questo Governo ha lavorato bene… e i risultati si sono visti”.
“Insomma, per tornare serio – conclude Milazzo – chiedo a gran voce le dimissioni del dottor Bianchi per manifesta incapacità!”.

“I lavoratori dei cantieri di servizio già percettori del reddito minimo di inserimento non hanno da temere nulla sulla prosecuzione della loro attività lavorativa per l’anno in corso, nonostante l’impugnativa dell’articolo 36 del ddl n.670 Legge di Stabilità 2014 da parte del Commissario dello Stato”.

A darne notizia è il vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Antonio Venturino, che ha immediatamente contattato il dirigente generale del dipartimento regionale al lavoro Anna Rosa Corsello. “Tecnicamente – aggiunge Venturino – rimane in vigore l’articolo 1 della legge regionale n. 5 del 2005 che consente la prosecuzione delle attività per tutto l’anno 2014 la cui copertura finanziaria è garantita come riscontrabile nella tabella G allegata al Bilancio stesso regolarmente approvato. Già dalle prossime ore – conclude il vicario dell’Ars – i Comuni riceveranno una direttiva da parte dell’assessorato regionale al Lavoro che illustrerà le modalità da seguire per la normale prosecuzione delle attività per l’anno 2014”.

 

 

 

 

 

 

 

 


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