Il Ciapi di Priolo, sobbarcato di un ruolo impossibile da svolgere, è solo l’alibi di Crocetta e Scilabra

LO SANNO TUTTI CHE QUESTO ENTE REGIONALE NON HA IL PERSONALE E I MEZZI PER GESTIRE L’EMERGENZA SOCIALE CREATA DAL GOVERNO REGIONALE. 8 MILA FAMIGLIA MENDATE ALLO SBARAGLIO

Nelli Scilabra è nel pallone. Dal Ciapi non giungono risposte positive e la ‘stella cadente’ dell’universo crocettiano picchia sempre più verso il baratro.

Ieri l’ente strumentale della Regione siciliana è andato in tilt. A causare l’interruzione delle attività formative del progetto ‘Prometeo’ la prova per quiz che da ieri mattina e per due giorni vedrà impegnati oltre 2000 candidati per la selezione di duemila e 60 esperti per le azioni del Piano della ‘Garanzia Giovani Sicilia’. Un fatto che denota chiaramente come l’organizzazione si inadeguata a gestire più progetti.

‘Prometeo’, che è partito con 10 mesi di ritardo, si presenta malinconicamente con le aule vuote. Personale docente e tutor sono stati convocati frettolosamente per telefono o per mail nelle ore precedenti all’avvio delle attività dello scorso 13 ottobre. Gli allievi non sarebbero addirittura stati avvertiti. La verità è che l’ente di formazione della Regione siciliana è da troppo tempo sotto pressione per essere stato caricato di progetti, denaro e responsabilità senza un adeguamento dell’organizzazione del lavoro.

Una maniera conveniente per addossare la colpa su qualcuno se le cose dovessero andare male.

Il Ciapi come l’ex dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale, Anna Rosa Corsello? Colpevoli entrambi di incapacità operativa? A noi pare troppo. Qua se c’è qualcuno responsabile, beh, quello è il Governatore Rosario Crocetta e gli assessori alla Formazione professionale, Nelli Scilabra e al Lavoro, Giuseppe Bruno.

Quest’ultimo, addirittura, è totalmente assente dal confronto sui temi del mercato del Lavoro in una Regione, come al Sicilia, che non ha ancora strutturato i Servizi per il Lavoro. Eppure è saldamente in sella alla sua poltrona di assessore regionale. Poco importa se gira a vuoto. la ‘sua’ nave va. Il resto che importa?

A fargli eco l’assessore regionale alla Formazione professionale che ha perduto la bussola ed il senso dell’orientamento. I ‘detrattori’ sostengono addirittura che la ‘pupilla’ del presidente della Regione Crocetta non abbia mai avuto il controllo del settore della formazione professionale.

Il tema del giorno è la rinnovata inadeguatezza dell’assessore Scilabra imbrigliata dalla sua stessa ombra.

La smania di salvare la poltrona l’ha spinta a decisioni contraddittorie che rimarcano, ammesso che ce ne fosse bisogno, il totale stato confusionario sul da farsi.

In pochi giorni l’assessore Scilabra si è sparata tutto ed il contrario di tutto.

Consorzi tra più enti di formazione, Accordi di rete tra enti, aziende, scuole ed università. Ed ancora, trasformazione dello statuto del Ciapi per il trasferimento delle competenze del settore della Formazione professionale. E, come se non bastasse, anche l’Agenzia regionale per la formazione e il lavoro.

Che casino, ragazzi! Ma nelle mani di chi siamo finiti? Non osiamo immaginare cosa potrà succedere nel caso in cui il disegno di legge di ‘riforma’ di questo disastrato settore dovesse varcare la soglia di Sala d’Ercole.

“Qualcuno svegli, prima che sia troppo tardi, i ‘condottieri’ della Giunta regionale”, ripetono gli osservatori. È così difficile comprendere che il Ciapi non ha la struttura e l’organizzazione necessari ad affrontare le enormi responsabilità che il Governo regionale, sic et simpliciter, gli ha caricato e vorrebbe continuare a caricargli?

È così difficile capire che l’assessore Scilabra ha fallito la sua missione di riorganizzare il settore della formazione professionale e deve andarsene a casa?

È così difficile comprendere che gli enti sono stati falcidiati, a torto o ragione, i lavoratori impoveriti e ridotti a precari di serie ‘B’ non meritevoli di ‘salvagente reddituale’?

Lo scenario politico di questi giorni è caratterizzato dallo scontro istituzionale e politico sulla mozione di censura contro l’assessore Scilabra. Una prima data prevista per il 15 ottobre scorso, per la discussione al Parlamento siciliano, è stata spostata di una settimana. E, come se non bastasse, il presidente Crocetta, adducendo ad improrogabili impegni istituzionali, pretenderebbe un ulteriore rinvio della discussione. Cosa che, come hanno raccontato le cronache, ha infastidito il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che si è messo questa vota di traverso. Siamo diventati pazzi?

Ci rendiamo conto che il mondo della Formazione professionale non ne può più di questo gioco bieco al massacro? I lavoratori protestano da mesi, le famiglie dei minori impossibilitati a frequentare le lezioni sono scesi in piazza per denunciare l’interruzione di un servizio di natura pubblica. Gli enti sono massacrati dalle ispezioni e dalle revoche delle sedi accreditate. Il settore è ad un passo dalla definitiva chiusura.

In questo marasma generale, caratterizzato dal dramma collettivo di 8000 famiglie di lavoratori ridotti alla povertà, dal possibile procurato fallimento di tanti enti formativi virtuosi, il Governo regionale che fa? Anziché adottare misure socio-economiche straordinarie e di contenimento, gioca ‘a scacchi’ per salvare la poltrona all’assessore Scilabra. Incoerenza allo stato puro, ma chi se ne importa? Ciò che interessa al presidente Crocetta è garantire la prosecuzione dell’esperienza di governo a ‘Nellina’.

Ed allora ecco che l’esecutivo regionale capisce che è utile puntare tutto sul disegno di legge che apre alla trattativa con i partiti ed i parlamentari. Una sorta di mercatino dell’usato dove i lavoratori somigliano sempre più a oggetti antiquati pronti ad essere svenduti e gli enti a oggetti offerti con la formula: prendi 3 e paghi 2.

Tornando alla proposta di legge, colpisce il fatto che ancor prima di essere discussa in Commissione Cultura e Lavoro dell’Ars, è stata rappezzata da un esecutivo regionale che, con tutti i mezzi, cerca di garantire il ruolo alla giovane ‘assessora’, a costo di rimangiarsi pure quello che ha già scritto nel testo di legge. Come se in due anni non si fossero prodotti danni incalcolabili, come se fossimo di fronte ad un settore virtuoso per effetto della medicina somministrata dal Governo regionale.

Accelerazioni e ripensamenti che denotano solamente il nervosismo del Governatore della Sicilia, del ‘compare di avventure politiche’, Beppe Lumia e dell’ambiziosa e confusionaria ‘Nellina’.

Abbiamo assistito ad una frettolosa correzione al disegno di legge governativo che, nel modificare il testo originario, conferma l’inadeguatezza del Governatore nel mettere fine a questo stillicidio.

Due anni di riforma del settore, promessa dal Governo della ‘rivoluzione’ che si sostanzia nella trasformazione del Ciapi. Non vi pare un po’ troppo poco?

Come può pensare il Governo regionale di trasformare la natura stessa di un ente come il Ciapi, senza chiarire chi pagherà ogni mese gli 8000 mila lavoratori che confluirebbero nel ‘mattatoio del precariato’? Mistero.

E che dire degli operatori ex sportellisti che aspettano dallo scorso 23 aprile di ritornare a lavorare? Ai circa 1800 lavoratori cosa volete che gliene freghi del ‘mattatoio del precariato’ e dell’Agenzia? Senza la strutturazione dei Servizi per il Lavoro non avranno alcun futuro lavorativo.

Nota a margine

Questo è un governo regionale che non governa, che rinuncia ai contenziosi vinti, che spinge verso il fallimento finanziario la Sicilia e mira a salvare le poltrone e garantire a pochi eletti il salvacondotto per Roma. Con questi presupposti difficilmente il settore della Formazione professionale resterà in vita.

 

Giuseppe Messina

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