Il brutto del ‘più bel Carnevale di Sicilia’

Come ogni anno, il tradizionale rito del Carnevale si compie. La persone si riversano allora per le strade, devoti improvvisati di quel Re Burlone che dona loro qualche attimo di gioia e spensieratezza. “Quant’è bello il Carnevale, che si fugge tuttavia…” E sì, ce lo ha insegnato Lorenzo De Medici (e ancor prima Orazio con il suo “carpe diem quam minimum credula postero”) che bisogna approfittare del presente e godersi la vita. Lui portava in trionfo Bacco e Arianna. Oggi si portano in trionfo i carri allegorici che, invece di ricordarci la fugacità dell’attimo, un tempo forse osannata per la breve aspettativa di vita, assumono lo status di magistri vitæ, tirandoci scherzosamente le orecchie perché viziosi, creduloni, scaramantici popolani.

 

Ad Acireale carri allegorico-grotteschi e gruppi mascherati costituiscono ancora una forte attrattiva per turisti e forestieri. C’è il percorso prestabilito e ormai collaudato da anni, ci sono gli spettacoli organizzati nella piazza del Duomo, e soprattutto c’è la gente, col pensiero lontano dagli uffici e dalle ansie quotidiane. Ci sono poi le maschere. Meglio “travestimenti”. I mattacchioni di turno, infatti, non si limitano alla sola maschera o al cappellino spiritoso, arrivano ad impersonare curiose figure che vanno dalla cameriera in giarrettiera al torero, dal wrestler Ray Misterio ai biondi baffuti dell’892, dalla geisha al dottore con stetoscopio alla mano. Ce n’è per tutti i gusti e di ogni fattezza. A volte il mascheramento è così ben fatto che non riesci a capire se il fondoschiena che stai guardando sia di un ragazzo o di una ragazza. Qualcuno sostiene che il periodo di Carnevale stia diventando un escamotage usato da transessuali, gay, travestiti e drag queen per poter essere finalmente se stessi sotto gli occhi di tutti.

 

Ma non è affatto questa faccia del Carnevale che crea problemi. A me spaventa molto più vedere il bambino che si vesta da soldato, da guerriero ninja, oppure da lottatore di wrestling, piuttosto che da pagliaccio, da Zorro, da angioletto o da Superman (nei panni dei quali lo stesso scrivente ha trascorso i primi Carnevali). Una volta si impersonavano eroi “dalla parte dei buoni”, adesso si predilige la lotta, la guerra, la violenza. Persino in una festa come Carnevale. I soli eroi rimasti in piedi sono quelli che ci propina la televisione: sono i personaggi dello spettacolo, gli attori e persino i politici, che di eroico hanno davvero ben poco. Dove sono finite le maschere della Commedia dell’Arte: Arlecchino, Pulcinella, Pantalone… Che fine hanno fatto poi i cartoni animati? Di essi restano alcune maschere invendute e oramai improponibili sulle bancarelle in strada. Ma alla gente, in fin dei conti, poco importa del vestito che indossa o fa indossare ai propri figli, il solo imperativo è divertirsi.

 

Ma mentre ti diverti, può capitare che d’improvviso ti si oscura il cuore. La festa arriva alla conclusione perché accanto a te un gruppetto di teenagers riottosi sta aggredendo altri loro coetanei. Il perché? Una parola di troppo, una banale spruzzata di schiuma addosso o un colpo di martelletto di plastica in testa. E quel tuo cuore, che ti si era intristito di colpo, raggiunge l’apice dello sdegno nel vedere che invece di placare gli animi, le persone attorno si accalcano per vedere chi ha la meglio o chi le busca di più. Non esiste nessuna maschera al mondo capace di nascondere i loro volti colpevoli. Gli altri responsabili di tali episodi si trovano nel frattempo da tutt’altra parte ad assistere allo spettacolo musicale. Sono le forze dell’ordine, comprensive di carabinieri, polizia municipale, volontari dell’associazione nazionale carabinieri, protezione civile, ecc…

 

Lo scenario appena delineato purtroppo non è frutto di fantasia, succedeva proprio ieri sera, domenica 19 febbraio. Megarissa dinanzi la villa acese e forze dell’ordine a 1 km in P.zza Duomo. Le responsabilità andrebbero cercate a monte, tra assessori e comandanti dei vari corpi presenti che preferiscono mandare in avanscoperta i loro uomini solo per ritirare bombolette di schiuma e martelletti di plastica banditi dal Carnevale acese perché oggetti atti ad offendere. In verità perché il Carnevale perde ogni anno una fetta sempre più cospicua di pubblico adulto (che poi è quello che ha più potenziale di spesa) stufo di essere preso a martellate e sporcato da schiuma oleosa. “Il più bel Carnevale di Sicilia” tornerebbe ad essere degno di tale appellativo se solo i controlli di sicurezza fossero più approfonditi e meglio organizzati.

Andrea Deioma

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