Nel 2019 il presidente Musumeci aveva annunciato la somma di 14 milioni di euro anche per Schirò, un altro dei borghi voluti da Mussolini. Ma per il momento dovrà aspettare. «Troppo isolato da centro abitato, ma sarà recuperato», afferma Morello dell'Esa
Il borgo fascista Borzellino potrebbe rivedere la luce «I locali potranno essere sfruttati anche per eventi»
I borghi Schirò e Borzellino rivedranno la luce? Un quesito necessario, dato che le due località che ricadono tra Monreale e San Cipirello, abbracciati dalla valle del Belice e la valle dello Jato, attendono di essere ripopolate. Voluti da Mussolini durante il ventennio fascista per accogliere contadini e agricoltori, nel corso degli anni sono diventati veri e proprio posti fantasma, inghiottiti dallo spopolamento e logorati dagli eventi naturali e dal tempo. I progetti ci sarebbero e i fondi pure, ma per adesso la Regione conta di riqualificare solo uno dei due. «Per Borzellino sono stati previsti oltre cinque milioni di euro – afferma Angelo Morello, responsabile del Patrimonio dell’Esa, l’ente di sviluppo agricolo – Schirò non ha ricevuto finanziamenti: qui le condizioni di alcune strutture non sono facilmente recuperabili, ma soprattutto è molto più isolato rispetto a Borzellino, che invece potrebbe essere funzionale dato che ricade a pochi chilometri da San Cipirello».
L’Esa dal 2011 si impegna nel rilancio di buona parte dei borghi siciliani, nel tentativo che possano essere di sostegno all’agricoltura. Almeno per il momento, però, in quella via dei borghi immaginata dall’ente, Schirò può aspettare. Eppure, nel 2019, per i due borghi rurali, il presidente Nello Musumeci aveva annunciato un progetto di rilancio e finanziamento. Un proclama che alcuni deputati dem avevano visto come un possibile rigurgito di simpatie fasciste da parte del governatore. Per la causa, Musumeci aveva stanziato 14 milioni di euro.
Adesso dovrebbe toccare alla Soprintendenza definire le procedure per l’affidamento dei bandi e poi dare inizio ai lavori, che oltre a Borzellino dovrebbero riguardare borgo Lupo, in provincia di Catania, e Bonsignore, nell’Agrigentino. «Le fasi sono rallentate a causa del Covid-19 – continua Morello – Al momento recuperare Borzellino sembra la cosa più fattibile e, oltretutto, alcune strutture possono essere molto utili per organizzare degli eventi. Contiamo nella valorizzazione totale del borgo. La piazza, dove si affacciano quelle che dovevano essere strutture municipali, può essere un cortile utile a molte manifestazioni. Gli edifici sono quasi tutti in piedi e dovranno essere restaurati, ma molti tetti hanno ceduto».
Nel frattempo l’opera di bonifica di Schirò è messa in attesa per la sua posizione eccessivamente isolata. Il borgo fino agli anni Novanta contava l’ultimo insediamento di una famiglia, i Solazzo, che abitavano la località rurale insieme al prete. Qui nel 1997 erano stati realizzati degli affreschi dall’Accademia di Belle arti. «Su Schirò degli interventi potrebbero arrivare con i piani di sviluppo rurale. In ogni caso c’è sempre l’intenzione di recuperarlo – prosegue Morello – Mentre su Borzellino il progetto sembra essere più chiaro: tra aule per conferenze e locali per start up. Se consideriamo che nei vicini Monreale e San Giuseppe Jato mancano spazi per fiere e spettacoli, Borzellino potrebbe prestarsi molto bene. Da qui si potrebbe anche raggiungere l’aeroporto di Punta Raisi».
Intanto – come affermato a questo giornale – di eventuali iniziative su Borzellino, al Comune di Monreale sembrano saperne ben poco. «Spesso i Comuni possono fare poco sui borghi, dato che per recuperarli servono somme che le amministrazioni non hanno a disposizione – conclude Morello – In passato si parlò della possibilità che alcune parti potessero essere cedute ai Comuni, ma questo non è mai accaduto. Sicuramente, dopo la fase di ripartenza dei borghi, Monreale può essere coinvolta nell’aspetto di gestione. Al momento i borghi siciliani sono circa 40, in qualcuno di questi è interessato anche il Comune».