Un bollettino postale da più di 26mila euro, da intestare al «Servizio tesoreria Ici – violazioni» del Comune di Catania. Lo ha ricevuto la signora Francesca, il nome è di fantasia, classe 1930, 85 anni da compiere tra poco, che risulta proprietaria di 189 alloggi in città. Secondo chi le ha inviato l’avviso di pagamento, si tratta della sua imposta comunale sugli immobili del 2009. Trentotto pagine di notifica che si concludono con una nota che sa di beffa: «Eventuali inesattezze dovranno essere documentate all’ufficio competente». Perché la signora Francesca di tutti quegli appartamenti non è proprietaria. E la maggior parte, cioè 184, sono all’interno di un palazzone di via Balatelle 59, a San Giovanni Galermo, di proprietà dell’Istituto autonomo case popolari.
È il 18 dicembre 2014 quando l’84enne Francesca riceve via posta un avviso di accertamento del Comune di Catania. Il motivo sarebbe un mancato pagamento dell’Ici per il 2009, che le è valso una notifica che conta 19mila 717 euro per l’imposta dovuta, 961 euro di interessi, cinquemila 915 euro di sanzioni amministrative. E, in ultimo, otto euro di spese di notifica. Il totale complessivo è di 26mila 602 euro. Con uno sconto, dovuto all’arrotondamento, di ben 26 centesimi. «L’importo dovuto – termina il fascicolo spedito all’anziana donna – dovrà essere versato entro 60 giorni dal ricevimento del presente avviso […] In difetto, si provvederà alla riscossione coattiva delle somme dovute».
Un errore, è evidente, che non sorprende neanche Raffaele Castro, il responsabile dell’ufficio Ici di Palazzo dei chierici, sede dell’assessorato alle Finanze del Comune di Catania: «Fosse la prima volta che capita», afferma. Del resto, il fatto che gli immobili attribuiti all’ultraottantenne Francesca siano, in realtà, case popolari dello Iacp rientra nella quasi normale amministrazione del suo lavoro: «È evidente: la signora non ha mai aggiustato la sua situazione catastale. Probabilmente, i terreni su cui sono state costruite le case popolari erano suoi e all’epoca la catastazione l’hanno fatta, diciamo così, sbagliata». E quello di Francesca è solo uno dei clamorosi sbagli che gli sono capitati tra le mani: «In queste occasioni legate allo Iacp, gli importi sono sempre elevatissimi».
«La catastazione avveniva in maniera un po’ così parecchi anni fa, adesso è tutto diverso», replica Giuseppa Giuliano, capo dell’ufficio per le relazioni con il pubblico dell’Iacp etneo. «Si tratta di sbagli non nostri, bensì del Comune – rilancia Giuliano – Se la signora vuole venire da noi, cercheremo di rimediare, di darle una mano in qualche modo, per quanto ci è possibile». Intanto, conferma l’impiegata, quegli appartamenti in via Balatelle 59 sono proprio alloggi popolari, pure assegnati. «Se la signora vuole, può venire qua e vediamo di annullare la contestazione», risponde Castro. «Ma bisogna che passi anche dal Catasto, perché altrimenti alla signora arriveranno gli accertamenti tutti gli anni, e la cifra aumenterà».
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