I ‘saggi’ di Napolitano? E’ ufficiale: hanno soffiato e vento…

L’agenda dei saggi nominati dal Presidente della Repubblica ha colto un primo obiettivo: arrivare alla vigilia dell’apertura delle votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica senza che l’altra elezione, quella del Presidente del Consiglio e della formazione del Governo, assumesse contorni da psicodramma.

Per il resto, il frutto del lavoro della commissione dei saggi, speriamo non retribuito, ha prodotto un puntuale e conosciuto elenco dei mali che affliggono l’Italia, ma nessun vero rimedio se non generici appelli alla buona volontà o all’inevitabilità di scelte nuove e diverse.

Hanno ricalcato alcuni motivi molto in voga oggi: riduzione parlamentari, riduzione del finanziamento pubblico (qui la prudenza li ha sopraffatti evitando di proporne l’abolizione) restituzione dei crediti alle imprese, reddito di inserimento.

Le parole che sapevamo di non poter ascoltare non sono arrivate. Elencando tutti i primati negativi del Paese era necessario indicare anche i colpevoli. Ma di questo non c’è traccia. L’eclissi di creatività che si espande come una nube tossica dal cinema all’economia, dalla sicurezza sociale alla scuola, fino all’Università per i saggi non ha colpevoli, quindi responsabile è, con tutta probabilità, un destino cinico e baro che ha deciso di attaccarsi come una maledizione al nostro Paese.

Nulla sui bastioni presidiati dalle rendite parassitarie, nulla su una mobilità sociale bloccata dalle centinaia di consorterie che presidiano ogni professione e mestiere, nulla sul sistema di collegamento olicarghico delle mille piccole caste che formano la grande muraglia contro il cambiamento e in difesa dei privilegi.

Tra qualche giorno nessuno ricorderà la loro esercitazione mentre milioni di cittadini vedranno le loro speranze ancora mortificate.

 


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