«I randagi non verranno più soccorsi» Sospeso il servizio, l’allarme dell’Enpa

«Da oggi il servizio di cattura, ricovero e mantenimento in vita dei cani randagi è sospeso». Con una nota diffusa ieri il responsabile dell’ufficio Progetto animali del Comune di Catania ha annunciato il termine dell’attività rivolta ai randagi in città. In questa maniera, secondo la sezione etnea dell’Ente nazionale per la protezione animale «tutti gli animali da soccorrere rimarranno a morire sull’asfalto». L’associazione animalista in un comunicato attacca duramente la decisione di mettere fine alle attività sul territorio, definito «un servizio primario per la città».

Come spiegano i volontari, dal 20 ottobre gli uffici comunali sono a conoscenza che «se non si fosse provveduto alla copertura finanziaria, all’unico canile disposto a concedere una manciata di box ai vaganti catanesi, avrebbe interrotto anche gli stessi pochi ingressi». L’emergenza, in questi mesi, è stata affrontata affidando gratuitamente gli animali ai canili Nova Entra, protagonisti di un sequestro giudiziario seguito da un successivo dissequestro. Ma i circa venti posti a disposizione non sono comunque sufficienti a gestire la situazione a Catania. Ad aggravare la situazione concorre il rifiuto da parte dell’Azienda sanitaria provinciale veterinaria a intervenire sul posto in caso di segnalazione. «Adesso, non essendoci i soccorritori, come andranno da loro queste creature?», si chiedono i volontari dell’Enpa che segnalano l’abbandono di diversi branchi «rognosi, con leishmania, appena abbandonati e persino ciechi». Una situazione denunciata anche da un’altra associazione, Teg4friends, appena due mesi fa.

L’associazione si rivolge dunque al primo cittadino Enzo Bianco, chiedendo di agire in prima persona, e promette di allertare la prefettura etnea per denunciare l’interruzione di pubblico servizio. «Dalle case diroccate, terreni abusivi, abitazioni e aree private, recinti improvvisati, mercati chiusi… emergenze in qualche modo “illegalmente tamponate”. Adesso, ad alzare le mani e arrendersi è anche l’ufficio Progetto animali e randagismo del Comune di Catania». Il timore è che si perda del tempo prezioso tra «corsi e ricorsi storici». «Di certo – concludono i vertici Enpa – da adesso ne avremo delle belle da sopportare e, senza mezzi e senza struttura, cercare di tamponare».


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