Dalla pedofilia al morbo di Alzheimer: le diverse facce dellincontro tra uomini. Questi i temi de Il Teatro ai Benedettini, rassegna teatrale inaugurata lunedì 30 novembre e curata dal regista Lamberto Puggelli. Affidandosi alla nuda parola, senza scenografia
I problemi sociali? Si affrontano a teatro
«Ci sono problemi perenni, sotto gli occhi di tutti, ma spesso non se ne parla. Può farlo il teatro, con la sua componente etica e sociale». Così Lamberto Puggelli presenta “Il Teatro ai Benedettini”, un ciclo di spettacoli inaugurato lunedì 30 novembre all’Auditorium Giancarlo De Carlo e nato dalla sinergia tra la facoltà di Lettere e Filosofia e l’attore e regista milanese. A fare da filo conduttore è proprio l’impegno sociale. «Discutendo con il preside Iachello è nata l’idea di portare al Monastero dei mini-spettacoli teatrali che avessero dei legami con alcunii dei temi trattati durante i miei laboratori» racconta Puggelli. «Per questa occasione sono stati scelti testi che conducano a una riflessione profonda sul rapporto dell’uomo con l’altro uomo». Rapporti complessi, che verranno analizzati nelle loro singole manifestazioni, dalla pedofilia al morbo di Alzheimer.
Per focalizzare al massimo l’attenzione si punta sull’immediatezza e sull’essenzialità degli spettacoli, brevi ed agili. Dunque la parte scenografica è pressoché annullata,si lascia libero spazio alla parola affinché questa si dispieghi con massima forza e sia recepita nel suo significato più puro. «A dominare saranno il testo e la sua interpretazione» ha spiegato il regista. Questa tipologia di messa in scena esalta ancor più le capacità dei pochi attori che si alternano sul palco, tra cui Massimo Foschi, Umberto Ceriani e Francesca Vitale, nel complesso compito di raccontare nel modo più intenso e diretto possibile storie difficili, trasmettendo i giusti messaggi al pubblico.
Il primo spettacolo, in scena ieri, è stato “Storie di ordinaria pedofilia”, di e con Liborio Natali e la voce di Donatella Finocchiaro. Sul palcoscenico un unico attore che – con toni forti, adatti a descrivere il mondo orribile degli abusi sui minori – è riuscito sotto gli occhi del pubblico a passare in modo continuo e fluido dalla condizione di vittima a quella di carnefice, mettendone in mostra i rispettivi meccanismi psicologici ed emotivi. Dalla paura alla follia, dalla rabbia alla perversione. La regia è stata curata da Salvo Piro, con la produzione di Ingresso Libero.
I prossimi titoli in cartellone saranno «sia attinti dal repertorio classico che di recente scrittura» – come spiega ancora il curatore della rassegna – «proprio perché alcuni problemi sociali legati alla condizione dell’uomo sono in realtà eterni». È dunque prevista la messa in scena di testi come “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello, “L’ultimo nastro di Krapp” di Beckett, “Vita di Galileo” di Brecht ma anche di “Parole Mute” di Francesca Vitale e “Hor.Un labirinto” di Micheal Ende.
«L’evento è destinato innanzitutto agli studenti perché crediamo che il teatro sia altamente formativo e un’esperienza di maturazione culturale. – conclude Puggelli – Ma naturalmente si conta anche sulla partecipazione della cittadinanza, affinché i nostri messaggi possano estendersi».