La patrona di Catania avvolta dai tentacoli di una piovra, Santa Lucia che tiene l'occhio vivo e le sirene di Ulisse che si fanno i selfie mentre guardano la Sea Watch in tv. Per lo street artist, che difende l'anonimato, «è il modo più potente per comunicare»
I poster murali di Gatto nero in giro per la Sicilia Tra sante e migranti «per un confronto aperto»
«L’arte è il modo più potente che abbiamo per comunicare». È questa la massima che c’è alla base della forma di arte messa in pratica da Gatto nero non addomesticabile, l’artista siracusano autore di raffigurazioni che mettono insieme senso civico, politica e attualità. I suoi poster sono apparsi di recente sui muri di Siracusa e Catania e hanno suscitato ancora più curiosità per la volontà dell’autore di rimanere anonimo. «La street art, non sempre ma anche per motivi giusti – dice Gatto nero non addomesticabile a MeridioNews per motivare la scelta dell’anonimato – è bersagliata dalle forze dell’ordine. C’è sempre una sottile linea in questo genere di arte che ti fa passare, in un attimo, da artista a imbrattatore di muri».
Il focus dunque più che sull’artista è tutto sulle opere. L’ultima in ordine di tempo è Sant’Agata, quadro della situazione. Un poster affisso la notte prima dell’ottava della festa della Santa patrona di Catania sul muro della scalinata Alessi, in pieno centro storico nei pressi di via Croceferi. La Santuzza è raffigurata all’interno di una cornice dorata vestita in abiti sontuosi mentre tiene in mano un vassoio sul quale sono appoggiati due seni, come nella classica iconografia, ma avvinghiata dai grossi tentacoli di una piovra. Un’immagine che parla da sola. «Rappresenta la mafia nell’intento di sopraffare la città di Catania», spiega l’autore. L’opera era già in fase di lavorazione per essere esposta nella settimana dei festeggiamenti per la Santa ma «destino ha voluto che, a causa della pioggia, non sia stato possibile affiggerla in quei giorni». Così compare sul muro alla vigilia dell’ottava. «Le tensioni tra i devoti, la presenza di noti pregiudicati e le minacce ricevute da monsignor Barbaro Scionti e dal capovara Claudio Consoli hanno dato ancora più forza al significato dell’opera», sottolinea l’artista.
Altra figura religiosa che lo ha ispirato è Santa Lucia. L’occhio vivo è il titolo del manifesto che ha come soggetto la santa patrona del capoluogo aretuseo. Niente occhi sul piattino, come vorrebbe la storia della martire siracusana. Nell’immagine comparsa su un muro in via Roma, a Ortigia, a metà dello scorso dicembre in occasione dei festeggiamenti, la Santa ha entrambi gli occhi al proprio posto ben aperti e con indice e medio della mano sinistra puntati verso le pupille. Il gesto che significa “ti tengo d’occhio“. Un’immagine che ha incuriosito e diviso gli abitanti di Siracusa. «È un tentativo di riportare l’attenzione su ciò che la Santa rappresenta per i siracusani. L’opera diventa il capro espiatorio attraverso cui ciascuno, schierandosi tra l’offesa e la difesa, ha sfogato ed espresso le proprie sensazioni su devozione, senso civico e politiche cittadine – spiega Gatto nero non addomesticabile -. Siracusa è una città che amo profondamente, pur nelle sue contraddizioni».
Un progetto in continua evoluzione quello di questo anonimo artista che «non nasce con l’intento di provocare ma con quello di esprimere un punto di vista senza giudizi». Nel bene o nel male, alle persone che passano davanti a quei muri, le opere suscitano una reazione. «C’è chi le ha contestate arrivando anche a strappare alcuni poster dal muro ma anche chi ne ha amato l’irriverenza. L’unica cosa che auspico è – continua l’autore – che le immagini continuino a creare le basi per un dialogo e un confronto nella società».
Quella che forse maggiormente è riuscita in questo intento è l’opera apparsa su un muro di via Malta – una delle vie principali che unisce la città di Siracusa all’isola di Ortigia – nei giorni in cui la Sea Watch 3, con a bordo 47 migranti salvati nel Mediterraneo, era ferma di fronte alla costa siracusana nella rada di Santa Panagia. Tra le lenzuola con la scritta «lasciateli sbarcare» appesi ai balconi di un bed and breakfast lungo corso Umberto e i canti del coro dei ragazzi dell’Istituto nazionale del dramma antico, anche Gatto nero non addomesticabile ha messo a disposizione la propria arte per scuotere le coscienze. Nessuna pietà è il titolo del manifesto fatto a partire dal quadro Ulisse e le Sirene. «Raffigura tre sirene – spiega l’autore – con le gambe coperte da tre drappi – uno rosso, uno bianco e uno verde – che, vanesie, si specchiano e si fanno dei selfie con i cellulari mentre alla televisione vanno in onda le immagini della Sea Watch a largo di Siracusa». Mentre ancora si attendeva il via libera allo sbarco dei migranti, il manifesto è stato rimosso. «Non credo sia necessario dire il perché – commenta Gatto nero – Il risentimento sociale è sotto gli occhi di tutti. In ogni caso, però, non importa il metodo, lo stile, la poetica o lo strumento, è importante – conclude – solo quello che si ha da comunicare».