I grillini scoprono che Crocetta e la sua band di ‘Industriali’ sono i manichei del nostro tempo. E passano al contrattacco

Dopo mesi di tatticismi i parlamentari del Movimento 5 Stelle scoprono la vera opposizione

Le due leggi approvate ieri sera da Sala d’Ercole, peraltro piuttosto pasticciate, non spiegano l’irrigidimento, quasi una rottura, tra il Movimento 5 Stelle e il presidente della Regione, Rosario Crocetta. La spiegazione della fine del ‘metodo Sicilia’ – ovvero la collaborazione fattiva tra grillini e Governo – inaugurato nei primi mesi di questa brutta legislatura va ricercata altrove.

Forse una spiegazione è nell’atteggiamento ondivago del presidente Crocetta sul Muos. Su questa vicenda, è inutile girarci attorno, il Governo dell’Isola ha toccato il fondo.

Già era discutibile – e questo giornale l’ha sempre scritto, sin dal primo giorno – la revoca delle autorizzazioni in ordine a questioni ambientali disposta dal Governo Crocetta il giorno prima di una manifestazione anti-Muos. Una sceneggiata che è servita soltanto a rovinare una giornata di lotta. A noi non ha mai convinto il merito di questo provvedimento. Per esempio: come mai non si parlare del ruolo dell’Azienda Foreste demaniali della Regione siciliana? Avrebbe dovuto essere anche questo dipartimento a pronunciarsi su uno scempio attuato in parte dentro una Riserva naturale.

Ma, a parte le questioni tecnico-giuridiche, tutta la gestione di questa revoca, fino alla revoca della revoca, è stata contrassegnata da qualcosa di strano. C’è stato, indubbiamente, un gioco delle parti sulla pelle della Sicilia. Ma c’è stato, anche, qualcosa di più e, forse, di più grave.

E’ su questo elemento che si è consumata la rottura tra Crocetta e i grillini? Di mezzo, forse, c’è anche l’esigenza, da parte del Movimento 5 Stelle, di prendere le distanze, in modo netto, da un modo di fare politica manicheo tipico di un presidente della Regione e dei suoi alleati di ferro.

Di fatto, in questi ultimi giorni, assistiamo a una forma di manicheismo politico a trecentosessanta gradi: da una parte la luce, rappresentata dal presidente Crocetta, dagli uomini di Confindustria Sicilia e dal senatore Giuseppe Lumia. Mentre tutto il resto sono tenebre.

Chi non è con Crocetta è tenebra. Chi non sposa le tesi di Confindustria Sicilia è tenebra. Chi non segue Lumia è tenebra.

Fateci caso: appena il governatore dell’Isola, o un esponente di Confindustria Sicilia, o il senatore Lumia trovano un ostacolo, zact!, scatta subito l’accusa di collusione verso i loro avversari.

Succede con Crocetta, che invece di dire: “Ragazzi, sul Muos ho sbagliato tutto”, accusa di collusioni il Movimento No Muos. Succede di Alfonso Cicero, uomo forte di Confindustria Sicilia imposto all’Irsap, che non esita a tirare fuori la storia delle collusioni per denigrare i propri avversari. Non parliamo di Lumia che, su questo metodo, ha costruito la sua carriera politica.

Tutto il bene della politica da una parte, tutto il male della politica dall’altra parte. Mai una riflessione autocritica, mai una pausa laica per dire: “Forse stiamo sbagliando, forse non è corretto dire sempre, comunque e in ogni dunque, che noi siamo la luce e tutti gli altri sono le tenebre”.

Anche se con un po’ di ritardo, i parlamentari grillini dell’Ars stanno cominciando a prendere le giuste misure con la vecchia politica-politicante della Sicilia. Perché Crocetta e la sua band di “Industriali del ficodindia” rappresentano il vecchio della politica siciliana: rappresentano le discariche che inquinano la Sicilia: rappresentano l’acqua gestita dai privati: rappresentano l’americanismo vecchia maniera (anche i missili Cruise, nei primi anni ’80, erano presentati come “strumenti di pace”: e non è un caso che, nell’intervista a “La voce di New York”, Crocetta abbia utilizzato proprio la parola “pace”, per lanciare un messaggio di continuità agli americani): in una parola, rappresentano la Sicilia che non vuole cambiare: ovvero una vecchia politica che ripropone i soliti modelli ormai superati dalla storia: per esempio, l’Eni che annuncia i soliti ‘investimenti’ a Gela riducendo, però, l’occupazione già insignificante rispetto ai disastri che ha prodotto all’ambiente e che continua a produrre. O altre raffinerie nella parte orientale dell’Isola.

La verità è che stiamo assistendo in diretta a un cambiamento di passo da parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle a Sala d’Ercole. Da un paio di settimane, da parte di questi deputati, si nota una crescita, in quantità e qualità, degli atti parlamentari: interrogazioni, interpellanze e altre azioni politiche tese a fare chiarezza sui tanti imbrogli di della Sicilia di sempre.

Quattordici parlamentari che accendono i riflettori su tutta l’attività amministrativa della Sicilia, dalla Regione ai Comuni, dagli enti alle società, senza fare sconti, non sono facili da reggere per nessun Governo regionale. Soprattutto per un Governo fragile e legato a doppio filo alle peggiori logiche della Sicilia.

Il tutto con un’informazione molto più libera rispetto al passato. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, insomma, ci sarà da divertirsi.

 

 


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