Sono da poco passate le 20.30 di ieri quando a un semaforo di corso Indipendenza, all’angolo con via della Sforzesca, scatta il rosso. A imporre lo stop però non è il dispositivo che serve a regolare il traffico, la cui luce rimane sempre verde, ma una grossa batteria di fuochi d’artificio posizionati lungo la carreggiata. Automobili, autobus e motorini hanno la strada sbarrata e gli occupanti dei mezzi sono costretti ad assistere a uno spettacolo pirotecnico abusivo. Cinque minuti di botti in grande stile, con tanto di balcone andato a fuoco, immortalati dagli smartphone e con i video che sono stati pubblicati dalla pagina Facebook Lungomare liberato. Oltre agli automobilisti alla scena assistono decine di persone, diverse sono ferme nei pressi di un bar all’angolo della strada e a un vicino centro scommesse. Ed è proprio da quella zona che alcuni ragazzi accendono anche dei fumogeni azzurri e bianchi.
Lo sparo dei fuochi d’artificio, a qualunque orario del giorno e della notte, è ormai una consuetudine per il capoluogo etneo. Compleanni, proposte di matrimonio e scarcerazioni, nei pressi della casa circondariale di piazza Lanza, sono le ricorrenze più festeggiate e sembrano servire a poco le denunce social dei cittadini con decine di video pubblicati su Facebook. Intervenire, per le forze dell’ordine, è particolarmente complicato anche perché dal momento della segnalazione, spesso fatta ai vigili urbani telefonicamente, all’eventuale intervento passa troppo tempo.
Ieri sera però le modalità, e il fatto che la strada sia rimasta a lungo bloccata un po’ come avvenuto alcuni giorni fa lungo via Antonino di Sangiuliano nei pressi di piazza Manganelli (foto di lato), hanno subito fatto pensare a qualche avvenimento di un certo spessore. Secondo quanto appreso da MeridioNews, sulla vicenda in queste ore si sta concentrando l’attenzione delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di indentificare gli organizzatori dell’evento. Tra le piste al vaglio degli inquirenti c’è anche una sorta di commemorazione in onore di Eugenio Ruscica, morto in un incidente stradale quando aveva da poco compiuto 16 anni. Bananedda, così com’era conosciuto in tutto il quartiere San Leone, era nato proprio il 20 settembre. I funerali, che dovevano essere pubblici, vennero svolti in forma privata dopo l’intervento dell’allora questore Marcello Cardona. Prima della commemorazione ai commercianti del quartiere sarebbe stato imposto di abbassare le saracinesche in segno di lutto.
Il padre e lo zio del ragazzo sono rispettivamente Giuseppe e Carmelo Ruscica, detti Banana e Bananedda. I due finirono in manette nel 2013 nell’ambito di un’operazione antimafia contro i Cursoti milanesi, con l’accusa di gestire il traffico di droga lungo corso Indipendenza. In passato, il 16enne è stato ricordato da alcuni fedeli durante la festa di Sant’Agata e attraverso la realizzazione di un murale.
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