L'assessore regionale alla funzione pubblica, caterina chinnici, ha convocato alcune sigle sindacali sul riordino dell'amministrazione regionale. Ma tra le sigle sindacaliinvitate dal governo non c'è quella del cobas-codir. Cosa, questa, che non è andata a genio ai leader di questa organizzazione sindacale che, in un comunicato, non risparmiano critiche alla chinnici.
I Cobas all’attacco di Caterina Chinnici
L’assessore regionale alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, ha convocato alcune sigle sindacali sul riordino dell’amministrazione regionale. Ma tra le sigle sindacaliinvitate dal governo non c’è quella del Cobas-Codir. Cosa, questa, che non è andata a genio ai leader di questa organizzazione sindacale che, in un comunicato, non risparmiano critiche alla Chinnici.
“L’assessore non ha convocato noi né l’Aran”, si di legge in un comunicato dei Cobas. Che giudicano la mancata convocazione “incredibile e illegittima, trattandosi della prima organizzazione sindacale dei dipendenti regionali e dell’unica istituzione delegata dalla legge alle trattative con i sindacati, rea, forse, di avere comunicato, il 23 gennaio scorso, il mancato svincolo delle somme necessarie per riaprire le trattative”.
“L’assessore – si legge sempre nel comunicato dei Cobas/Codir – nel tentativo di giustificarsi, ha lamentato il mancato invio, da parte del Cobas/Codir, di una formale richiesta di incontro che, a nostro avviso, sarebbe dovuto scaturire proprio dall’iniziativa del vertice politico in considerazione anche dello stato di agitazione del personale proclamato proprio dal Cobas/Codir sin dai primi giorni di ottobre 2011 e tuttora vigente”.
“L’assessore – conclude il sindacato – anziché invitare l’Aran a riaprire immediatamente le trattative (interrotte nel luglio 2011 a causa della querelle sulla reale disponibilità dei fondi), mette in scena una farsa dal sapore pre-elettorale. Sembra di assistere a un tentativo di appropriarsi di un merito che non ha, ovvero quello di essere l’artefice di una riapertura delle trattative tentando, così, di allontanare da sé la responsabilità del blocco delle contrattazioni causato, proprio dall’esiguità dei fondi stanziati dal governo regionale per il rinnovo dei contratti e dalla delibera di giunta del 13 settembre 2011 che blocca, di fatto, il riordino complessivo dell’amministrazione regionale”.