I 50 bambini che cantano Bella ciao per il 25 aprile La scoperta della Resistenza attraverso la musica

Quasi 50 bambini e ragazzi, dai 4 ai 17 anni, che intonano insieme Bella ciao in occasione della festa della liberazione. È l’iniziativa del Coro di voci bianche e giovanile InCanto di Scordia, che per il 25 aprile ha pubblicato un video in cui si esibiscono, tutti insieme, in maniera un po’ insolita. «Tutto è nato da un’idea che mi è venuta ricevendo diversi messaggi da parte dei bambini del coro, che mi dicevano quanto gli mancano le prove, la mia presenza, incontrarsi con i compagni di coro – racconta la direttrice del coro, Alessandra Lussi, insegnante alla scuola secondaria Salvo Basso di Scordia –. E così abbiamo deciso di realizzare un video cantando tutti insieme Bella ciao, brano che vorremmo dedicare a tutto il nostro amato Paese come segno di speranza, resistenza, gratitudine. Molti bambini già lo conoscevano, mentre per altri è stata un’occasione per conoscere attraverso la musica la storia della resistenza italiana».

Non è stato facile organizzare tutto dal punto di vista tecnico, ogni corista ha girato il video su WhatsApp. Chi in maniera autonoma chi con l’aiuto dei genitori. «Le difficoltà non sono mancate, ma devo dire che il risultato è stato molto soddisfacente». Anche se, certo, non è come cantare dal vivo. «La vicinanza del compagno che ti stimola a cantare più forte, il pubblico che ti guarda, vivere l’emozione dell’esibizione non è come cantare davanti a uno schermo del cellulare e forse alcune emozioni non riescono a trasparire dal video, ma siamo contenti di quello che abbiamo fatto».

Non è infatti così semplice trasferire ogni lavoro online, come spesso sentiamo ripeterci in questo momento. «Un conto è fare le normale lezioni scolastiche, un altro è organizzare una lezione di canto online – afferma Alessandra, che ha momentaneamente dovuto sospendere le prove settimanali del coro –. C’è bisogno di un riscontro reciproco che riguarda l’intonazione, il modo di cantare, di aprire la bocca, di impostare il suono. E non è facile da gestire virtualmente, soprattutto se il coro è formato da 50 bambini».

Non si può parlare ancora di riprendere la normale attività e anche quando si potrà, non sarà facile cantare da dietro una mascherina. La volontà però non manca, anzi. «Tra di loro c’è chi forse comincerà a breve a studiare canto in modo professionale, qualcuno potrebbe addirittura pensare alla lirica. Tutti, comunque, sono musicisti. C’è chi suona il pianoforte, chi strumenti a fiato, chi il violino». E anche la loro insegnante Alessandra è musicista. Ma non solo. «Ho studiato al Conservatorio di Catania e dopo mi sono iscritta all’università, in Medicina. Mi piacerebbe fare Pediatria, so che anche lì non mancheranno gli ostacoli ma non mi spaventano». 


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