Stanno togliendo il pane dalla bocca a centinaia di lavoratori precari e pretendono pure che accettino di morire di fame "senza incidenti". Non comprendiamo l'atteggiamento delle forze dell'ordine che vengono penalizzate dallo stesso esecutivo e poi vengono utilizzate per reprimere la povera gente
Hanno ragione gli ex Pip e i lavoratori della Gesip di Palermo, hanno torto il Governo Crocetta e il Governo Renzi
STANNO TOGLIENDO IL PANE DALLA BOCCA A CENTINAIA DI LAVORATORI PRECARI E PRETENDONO PURE CHE ACCETTINO DI MORIRE DI FAME “SENZA INCIDENTI”. NON COMPRENDIAMO L’ATTEGGIAMENTO DELLE FORZE DELL’ORDINE CHE VENGONO PENALIZZATE DALLO STESSO ESECUTIVO E POI VENGONO UTILIZZATE PER REPRIMERE LA POVERA GENTE
I soldi della Regione siciliana sono finiti grazie agli scippi del Governo nazionale di Matteo Renzi. E, in prospettiva, ce ne saranno sempre meno grazie al Governo ‘ascaro’ di Rosario Crocetta che, nei giorni scorsi, ha firmato a Roma un accordo-capestro con il quale la Sicilia rinuncia a una serie di contenziosi con lo Stato. Una vergogna.
Ovviamente, qualcuno dovrà pagare il conto tagli ‘selvaggi’ operati da Roma ai danni della Sicilia. Crocetta, altrettanto ovviamente, difende il proprio ‘cerchio magico’, cioè i propri sodali. Per la sua cerchia di ‘amici’ non solo non ci sono tagli, ma ci sono premi.
Nel pessimo disegno di legge sulla terza manovra finanziaria – un altro atto parlamentare pieno di ‘buchi’ – il presidente della Regione vuole aumentare le indennità ai presidenti e, in generale, agli amministratori di quattro società regionali i quali – essendo sodali di Crocetta – non possono certo accontentarsi di 50 mila euro all’anno: gliene vuole dare molti di più: il triplo, forse il quadruplo. Un’altra vergogna.
Chi è che gli voterà a Sala d’Ercole questa manovra-sconcezza? I deputati a lui vicino, mezzo PD e, con molta probabilità, le due ‘ruote di scorta’ del Governo Crocetta: il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e Forza Italia. Non sappiamo, ovviamente, se i deputati dell’Ars di questi due schieramenti politici seguiranno le indicazioni di Alfano (Nuovo centrodestra) e di Vincenzo Gibiino e Marco Falcone (Forza Italia). Ma il tentativo è in corso. L’ennesima vergogna.
Ovviamente c’è da fare quattro conti. I soldi della Regione sono al lumicino. Perché i tagli di Roma, come già ricordato, sono stati pesanti. Gli ‘amici’ di Crocetta, del senatore Giuseppe Lumia e del leader dei renziani siciliani, Davide Faraone, vanno tutelati. Chi pagherà, allora?
Due le categorie che dovranno pagare il conto: i ‘nemici’ di Crocetta, Lumia e Faraone e gli indifesi. In quest’ultima categoria rientrano i precari, soprattutto quelli di Palermo: gli ex Pip e i lavoratori della Gesip.
Lo sfoltimento degli ex Pip e le operazioni assolutamente poco chiare sui mille e 800 dipendenti della Gesip di Palermo sono, per il Governo Crocetta, la prova del nove. Se riusciranno a sbarazzarsi di una buona parte di questi precari senza eccessivi danni, potranno poi iniziare a massacrare gli altri precari della Sicilia.
Il nostro giornale lo scrive da mesi. Da tempi non sospetti abbiamo invitato tutti i precari della Sicilia – della Regione, dei Comuni e delle Province – a fare fronte comune. Invece sono rimasti divisi. Così la politica che si vuole sbarazzare di loro ha ora un vantaggio: se ne può sbarazzare a poco a poco, tenendoli divisi.
La repressione – in corso in queste ore – nei riguardi di alcuni esponenti della Gesip e degli ex Pip sono una sorta di messaggio che la politica lancia a questi lavoratori precari: noi ci dobbiamo sbarazzare di voi perché le risorse finanziarie non bastano. Voi ci dovere fare una grande cortesia: dovete morite di fame in silenzio, senza proteste eclatanti, senza tafferugli. Morite di fame e basta.
In prima fila, in quest’attività di repressione modello Governo Crispi contro i Fasci siciliani dei lavoratori c’è il solito Ministro degli Interni, il siciliano (agrigentino come Crispi) Angelino Alfano. Questo signore, il capo del Governo Renzi e il presidente Crocetta si illudono di gettare in mezzo alla strada centinaia di persone senza pagare il ‘dazio’ delle proteste sociali.
In questo passaggio drammatico della vita del nostro Paese – e soprattutto di Palermo, città che in Sicilia, per il numero di lavoratori precari, è destinata a fare da capofila a quella che si annuncia come una ‘mattanza’ sociale – non comprendiamo il ruolo delle forze dell’ordine, soprattutto della Polizia.
Il nostro giornale ospita spesso, e con grande piacere, i comunicati dei sindacati di Polizia. Che raccontano la sofferenza di altri lavoratori – perché anche i poliziotti sono dei lavoratori – massacrati da un Governo nazionale e da un Ministro degli Interni che ne stanno combinando di tutti i colori. Non ultimo il modo raffazzonato con il quale mandano i poliziotti nei porti della Sicilia a ricevere gli immigrati, sapendo benissimo che i controlli sanitari sono raffazzonati, se non risibili.
Per non parlare dei mezzi sempre più scarsi con i quali i poliziotti (e i magistrati) sono costretti ad operare a causa dei tagli del Governo.
Bene, ai poliziotti vogliamo dire che i precari di Palermo che la politica, oggi, vorrebbe abbandonare, subiscono lo stesso trattamento che la stessa politica sta riservando loro.
Ne tengano conto quando vengono inviati nella vie di Palermo a reprimere le proteste di chi rischia di perdere il pane per sé e per le proprie famiglie.