Hablar, recitar, aprender

Aprender divirtèndose es la clave del laboratorio de teatro en español . “Un modelo que funciona sobre todo por el espíritu de grupo que se crea”, afirma la profesora Manuela di Pietro. “Ademas -añade la profesora Sandra Boeme- los estudiantes se sienten protagonistas y aprenden el idioma con mayor entusiasmo”. Tanto es asi que éste es el tercer año que el Medialab propone a los estudiantes de la Facultad de Lengua y Literatura realizar una experiencia teatral. Textos de la literatura española que se enseñan teoricamente en clase y gracias a iniciativas como esta son después representados.

El aula A2 del Monasterio dei Beneditini donde habitualmentente se desarrollan clases y examenes se conviertió el jueves pasado a las cinco de la tarde en un improvisado teatro. Y es que los estudiantes de diferentes cursos de español representaron Yerma, obra del granadino Federico García Lorca. Una adaptación representada en manera sencilla por jóvenes que se sienten artistas por un día. “Yo es la primera vez que hago teatro y me ha gustado mucho la experiencia”, dice la actriz protagonista Maria Serella Caldarella a quien tantos espectadores han felicitado por su actuación.
Una clase en vez de un teatro, un vestuario prestado o traido de casa porque la Facultad no ha ayudado económicamente, pero tanto entusiasmo que ha contagiado a un público que aplaudía con fuerza en cada pausa escénica.

Conocer de cerca el mundo del teatro y aprovecharlo como vehiculo para el aprendizaje de la lengua y la historia española es una combinación perfecta. De esta forma, hablar español se convierte en un placer para los jóvenes. “Esta experiencia me ha dado mayor seguridad y, sobre todo, ha cambiado mi forma de ver el idioma. Aprender, esta vez, ha sido divertido” afirma Maria Serella. Placer que algunos de ellos han querido volver a experimentar. “Es la segunda vez que realizo este laboratorio”, ha confesado el actor protagonista Juan Andrea Piso. Y es que actividades universitarias como esta hay pocas y se tienen que aprovechar.

La entretenida obra que refleja la frustración de la mujer española de los años treinta que se ve obligada a casarse sin amor y con un hombre machista comienza con la voz narrativa de Maria Lucia Barbera quien situa al espectador en el contexto histórico de la obra. El espectáculo acompañado de musica e imagen es el resultado de un proyecto dirigido por las profesoras Manuela di Pietro y Sandra Boeme y realizado plenamente por los estudiantes. “Un trabajo que ha supuesto una gran dedicación y compromiso, pero que ha sido una cosa seria”, confiesa la protagonista.

Teatro, literatura y la lengua del país que me ha visto nacer se unieron el jueves pasado en un espectaculo que refleja que uno se debe divertir aprendiendo.

 


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