Nata a Catania, a vent'anni va a fare la maestra a Genova, dove si unisce alle squadre di Azione partigiana. Non riuscirà però a festeggiare il 25 aprile: verrà torturata, violentata e uccisa dai soldati tedeschi un mese prima. Riprendiamo una scheggia di storia siciliana di Elio Camilleri in ricordo della partigiana catanese
Graziella, partigiana dimenticata dal Comune Da San Cristoforo alla lotta per la Resistenza
Numerosi cittadini catanesi parteciparono alla Resistenza, i più fortunati tornarono e raccontarono ai familiari l’incredibile, drammatica ed esaltante avventura della Liberazione. Tanti altri non tornarono e a noi tocca il dovere della Memoria, l’obbligo di non dimenticare. Tra gli altri, Graziella Giuffrida, volontaria nelle Squadre di Azione Partigiana.
Era nata a Catania, a San Cristoforo, nel 1924; appena ventenne emigrò al nord a fare la maestrina dalle parti di Genova. La primavera del 1945 era appena cominciata, ma per Graziella il 24 marzo sarebbe stato l’ultimo giorno e non solo di primavera. Tutto accadde quasi per caso: per caso lei prese quel tram, per caso su quel tram cerano dei tedeschi. Lei bella e giovane, loro stronzi e basta cominciarono a importunarla e lei reagì e loro, stronzi e vigliacchi, le misero le mani addosso e addosso le trovarono una pistola.
Gli stronzi e vigliacchi l’arrestarono e la torturarono e la violentarono e poi gli stronzi e vigliacchi e, ora anche assassini, l’ammazzarono e la buttarono in un fosso. Il suo corpo e quello di altri quattro giovani partigiani furono ritrovati a Fegino, in val Polcevera, qualche giorno dopo la Liberazione.
Anche suo fratello Salvatore fu preso ed ammazzato dai tedeschi e a Catania, a casa rimase la madre che, avendo saputo della tragica fine di Graziella e Salvatore, impazzì dal dolore. Sul fronte di una casa da molti anni ormai senza vita, tra via Bellia e piazza Machiavelli, resta una lapide Alla libertà e alla patria offrì la giovane esistenza nella guerra di Liberazione.
Vorrei sapere come e perché i nostri amministratori ancora non abbiano pensato d’intitolare a Graziella e Salvatore Giuffrida una via o una piazza. Risulta dalla testimonianza di Domenico Stimolo che nel gennaio 2003 furono consegnate allAmministrazione comunale cinquemila firme per intitolare tre vie a tre martiri della Resistenza, tra cui Graziella Giuffrida. E allora?