Non e' una questione di piccioli come ha ipotizzato l'onorevole vincenzo figuccia. La storia e' piu' complessa. E si sintetizza nella domanda: a chi e' che, oggi, farebbe piacere essere paragonato al governatore dell'isola dopo tutte le bugie che ha detto e tutti i danni che ha provocato e continua a provocare?
Gli uscieri dell’Ars come Pinocchio-Crocetta? E che avrebbero fatto di male?
NON E’ UNA QUESTIONE DI PICCIOLI COME HA IPOTIZZATO L’ONOREVOLE VINCENZO FIGUCCIA. LA STORIA E’ PIU’ COMPLESSA. E SI SINTETIZZA NELLA DOMANDA: A CHI E’ CHE, OGGI, FAREBBE PIACERE ESSERE PARAGONATO AL GOVERNATORE DELL’ISOLA DOPO TUTTE LE BUGIE CHE HA DETTO E TUTTI I DANNI CHE HA PROVOCATO E CONTINUA A PROVOCARE?
Il presidente della Regione siciliana si paragona a un usciere dell’Assemblea regionale siciliana per questioni di stipendio e subito scoppia un putiferio. Offese personali. Parole che, in altri tempi, sarebbero culminate in un duello.
Noi vorremmo manifestare la nostra solidarietà ai lavoratori dell’Ars: ma per le vere ragioni della loro protesta, che non sono quelle – con rispetto parlando, che oggi l’onorevole Vincenzo Figuccia ha illustrato in Aula.
Onorevole Figuccia, ci perdoni: ma abbiamo la sensazione che lei non abbia colto appieno il senso recondito della protesta degli amici lavoratori di Sala d’Ercole che, peraltro, parlano da due a tre lingue e accompagnano i turisti in visita al Palazzo Reale raccontando la storia straordinaria di un edificio millenario. Altro che chiacchieroni e fanfaroni! Altro che dipendenti dell’Eni di Gela!
Lei, onorevole Figuccia, ha colto solo un lato – il meno oscuro e, ci creda, il meno importante dell’inquietudine di chi svolge un dignitoso e bel lavoro a Palazzo Reale. Lei è andato dietro alla ‘sbrasata’ del presidente della Regione che si illude di recuperare in tv quella credibilità che ha perso amministrando male la Sicilia.
Il problema, per i lavoratori dell’Ars, non è il loro stipendio che il governatore, con la solita demagogia un po’ miserabile, ha detto essere superiore al suo.
Il vero problema è che i dipendenti dell’Ars, a un certo punto, si sono visti paragonati, quasi associati, all’attuale presidente della Regione.
Da qui la nostra domanda: a chi è che, oggi, farebbe piacere essere associato al governatore Crocetta?
In campagna elettorale voleva l’acqua pubblica e, adesso, è per i privati. Sempre lo scorso anno, e sempre in campagna elettorale, voleva sbaraccare il Muos di Niscemi e adesso dice che il “Muos è uno strumento di pace” e si professa amico degli americani.
Ai dipendenti della formazione professionale della Sicilia, da mesi, dice che gli pagherà gli stipendi arretrati. Siamo quasi a Natale e non li ha pagati. Ai precari dice che ha pronta la proroga e perfino la stabilizzazione, ma ancora non si capisce con quali soldi li dovrebbe retribuire.
Ai 206 dipendenti di Acque potabili siciliane – la società che gestiva il servizio idrico in 52 Comuni del Palermitano dichiarata fallita due settimane fa, ha detto: “Per voi ci penso io”. E infatti li ha lasciati in tredici.
Ai dirigenti del PD siciliano – Partito che lo ha eletto – gli dice che è pronto per la verifica e per sostituire gli assessori e poi gli fa leccare la sarda.
Dice di essere per l’antimafia e per la legalità e poi si scopre che è indagato dalla magistratura per cose incredibili che ha combinato quando era Sindaco di Gela. Per non parlare del Decreto legislativo n. 39 d quest’anno che il suo Governo si è messo sotto i piedi.
Insomma, essere paragonati a Crocetta non è bello. Un uomo politico che dice ordinariamente bugie come un certo Pinocchio e che non mantiene gli impegni che assume, beh, non è un esempio da imitare.
Onorevole Figuccia, se le dicessero – politicamente parlando, s’intende – che lei somiglia al presidente Crocetta ci rimarrebbe bene?