Dalla stampa 3d allo storytelling digitale, dalla robotica al social learning. Il decimo meeting nazionale degli studenti della scuola digitale organizzata per promuovere la diffusione della tecnologia nella didattica attraverso laboratori, sessioni di studio e di confronto è andato in scena all'istituto Gonzaga di Palermo. Il preside: «La pubblica amministrazione deve essere consapevole dell'importanza di avere strutture funzionanti»
Gli studenti insegnano la tecnologia ai docenti In mille alla Tablet School di ImparaDigitale
Gli insegnanti tornano a sedersi tra i banchi di scuola, a lezione di tecnologia. In mille tra dirigenti scolastici e docenti da tutta la regione hanno preso parte alla Tablet School, il meeting nazionale degli studenti della scuola digitale organizzata da ImparaDigitale per promuovere la diffusione della tecnologia nella didattica attraverso appositi laboratori, sessioni di studio e di confronto. «La tecnologia – spiega padre Eraldo Cacchione, preside dell’istituto Gonzaga di Palermo, che ha ospitato l’evento – è entrata a far parte dalla scuola da sempre, dai tempi della pietra al digitale. Siamo in una fase di maturità del periodo digitale della scuola. Con l’esperienza di ImparaDigitale abbiamo imparato che le cose cambiano sotto i nostri occhi. Il tablet, ad esempio, ha cambiato la concezione della didattica, ponendo al centro lo studente, scombinando un mondo, quello della scuola, che è molto lento a cambiare, costringendolo a guardarsi intorno».
Un supporto fondamentale, dunque per gli studenti, maggiormente invogliati all’apprendimento, ma una sfida soprattutto per i docenti, che a differenza dei ragazzi non sempre sono dei nativi digitali. «La tecnologia – continua padre Cacchione – aiuta gli insegnanti anche a trovare strategie didattiche più funzionali per la propria materia e stimola la collaborazione con gli studenti, che non sono più destinatari di una lezione frontale, ma sono anche coinvolti nel processo di preparazione ed evoluzione della lezione». E al preside del Gonzaga fa eco Marilù Coco, insegnante di Adrano, che ha preso parte, come alunna, ai laboratori. «Saper coniugare didattica e tecnologia- spiega – è una delle competenze che i docenti del terzo millennio dovrebbero avere. Vengono integrate le tecnologie al modo di insegnare: si insegnano le stesse cose, ma in maniera diversa. I ragazzi sono nati con la tecnologia e molto spesso soffrono nell’apprendimento durante le lezioni tradizionali. Un docente che vuole che i suoi alunni diventino competenti nelle materie che insegna, trova in questo le motivazioni giuste per aggiornarsi e portare sempre delle novità nel suo modo di insegnare».
Parlare di tecnologie avanzate nel mondo della scuola, tuttavia, in una città come Palermo, dove non poche realtà scolastiche devono far fronte a problemi ben più materiali, come le gravi carenze nelle strutture non è semplice. «Serve una consapevolezza da parte della pubblica amministrazione dell’importanza di avere una struttura funzionante – sostiene Padre Eraldo – Paradossalmente oggi la tecnologia costa meno di ieri e anche la possibilità di costruire reti wifi grazie a hotspot con schede Sim rende più economico dotarsi di infrastrutture. Serve, come detto, una visione aperta anzitutto da parte della pubblica amministrazione e poi dei dirigenti scolastici, oltre che la certezza e la consapevolezza che la tecnologia deve funzionare e in questo il mondo della scuola è purtroppo molto rigido».