Gli effetti del Covid sulle attività delle Pro Loco «Programmazione eventi ridotta dell’80%»

L‘emergenza Covid-19 ha spazzato via l’80 per cento degli eventi e delle attività programmate per il 2020 dalle Pro Loco aderenti all’Unpli Aps nonostante ciò il 65 per cento delle Pro Loco ha avviato iniziative sociali per fronteggiare la pandemia e il 50 per cento ha fatto donazioni. Sono alcuni dei dati resi noti nel corso della presentazione in Senato della ricerca L’impatto del Covid-19 sul sistema delle Pro Loco d’Italia in ambito sociale, economico, turistico e culturale, realizzata da Cgia di Mestre-Centro Studi Sintesi.

De Poli: «Rete dei volontari in prima linea durante la pandemia»
«La rete dei volontari, da Nord a Sud, è stata sempre in prima linea: due Pro Loco su tre si sono attivate per aiutare le persone più in difficoltà, grazie all’operato di 70mila volontari che hanno dedicato 700mila ore di tempo, gratuitamente, agli altri. Questi numeri ci dimostrano che senza il volontariato non avremmo potuto far fronte a questa emergenza», ha sottolineato il senatore Antonio De Poli intervenendo stamane alla conferenza stampa, avvenuta in Senato, sull’impatto del Covid sul sistema delle Pro Loco d’Italia.
Oggi ancor di più è necessario approvare il disegno di legge – di cui De Poli è promotore e primo firmatario – per il riconoscimento a livello normativo la realtà delle Pro Loco «con l’obiettivo di ridurre il peso della burocrazia per amministratori locali e associazioni e soprattutto di valorizzare le realtà territoriali e tutelare l’operato dei volontari», ha concluso De Poli.

La Spina: «Anche senza eventi le Pro Loco sono rimaste protagoniste dei territori»
«Alla luce dell’annullamento dell’80 per cento degli eventi, solo per sagre e fiera le comunità hanno perso un valore della produzione attivato che ammonta ad 1,5 miliardi di euro; nonostante tutto, il 65 per cento ha avviato iniziative sociali per fronteggiare l’emergenza. È proprio questa la forza delle Pro Loco: anche senza eventi ed in una situazione difficile, sono rimaste protagoniste dei territori. Il venire meno delle principali fonti di autofinanziamento, quali sono le iniziative, è un problema concreto, ma le Pro Loco sono già pronte per ripartire: come sempre al fianco delle comunità», ha evidenziato il presidente dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia Aps, Antonino La Spina.

Le attività svolte dalle Pro Loco durante la pandemia
Le Pro Loco si sono anche adoperate per garantire sostegno alla popolazione secondo le modalità più confacenti ai fabbisogni espressi: il 34 per cento ha distribuito mascherine e Dpi (16mila i volontari coinvolti), il 27 per cento si è occupato della distribuzione di beni alimentari (9mila i volontari impegnati) per un impegno complessivo calcolato in 700mila ore di volontariato ed controvalore di 23 milioni di euro.
«Le Pro Loco hanno provato, ancora una volta, la capacità di essere risorse presenti e attive per i territori e le comunità che rappresentano. Hanno dimostrato di essere in grado di veicolare con efficacia e immediatezza grandi masse di volontariato verso macro e microprogetti in piena autonomia o in stretta collaborazione con altri soggetti della rete che nel tempo sono riuscite a costruire», ha sottolineato Andrea Favaretto direttore dello Studio Sintesi Cgia Mestre.

I dati della ricerca
Un generoso impegno cui fa da contraltare il quasi azzeramento degli eventi. Basti considerare che sul fronte di sagre e fiere si è passati dalle 20mila del 2018 a tremila, tradotto in valore della produzione attivato: dai 2,1 miliardi di euro (700 milioni di spesa complessiva e 10.500 occupati) del 2018 ai 550 milioni (180 milioni di spesa complessiva, 2700 occupati). L’emergenza pandemica ha quasi azzerato anche le attività di servizio programmate nel 2020. Il 98 per cento delle Pro Loco ha annullato quelle relative alla gestione, diretta o in compartecipazione, delle biblioteche; situazione pressoché identica per le medesime attività relative a musei (annullate dal 90 per cento delle Pro Loco), siti naturalistici o di interesse ambientale (99 per cento), siti storico-archeologici (98 per cento) e ufficio informazioni turistiche (71 per cento).

Alla presentazione sono intervenuti anche Fernando Tomasello (Responsabile dipartimento Cultura e Unesco e vice presidente Unpli); Gabriele Sepio (giurista, esperto di terzo settore); Alessandro Lombardi (dir. gen. Terzo Settore Ministero Lavoro e Politiche sociali); Luigi Bobba (presidente “Terzjus”); Giorgio Palmucci (presidente ENIT); Claudia Fiaschi (portavoce Forum Terzo settore); Isabel Novoa (presidente ISTO). I lavori sono stati coordinati da Maria Carla De Cesari (capo redattore di Norme e Tributi de Il Sole 24 Ore). La presentazione è stata trasmetta in streaming dal canale web di Senato Tv.

Redazione

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